Assemblea No-Keu: "Chi ha paura del referendum comunale?"

(foto gonews.it)

Questo l'intervento dell'assemblea No-Keu di Empoli: "Il regolamento per lo svolgimento del referendum comunale arriverà in discussione venerdì 28 luglio prossimo. Lo avevamo chiesto, insieme ad altre realtà politiche e sociali, cittadini e cittadine oltre sei mesi fa, all’indomani della grande mobilitazione contro il gassificatore di Marcigana. Lo avevamo chiesto perché, nonostante fosse previsto dallo Statuto comunale già 21 anni fa, ancora nessuna amministrazione lo aveva adottato. Lo avevamo chiesto perché credevamo e continuiamo a credere che la cittadinanza su questioni dirimenti per il proprio territorio e per il proprio futuro - come appunto il gassificatore o come la finanziarizzazione dei servizi pubblici prevista con la Multiutility - abbia diritto ad esprimersi".

"La stessa cosa evidentemente non vale per chi era stato chiamato ad intervenire nel modo più tempestivo possibile per riparare un vuoto inaccettabile, cioè l’amministrazione comunale. Tanto che, tra ritardi e rimpalli, siamo arrivati a discutere questo documento necessario per poter svolgere la consultazione alle porte di agosto, sette mesi dopo che la richiesta firmata da 150 residenti del comune di Empoli era arrivata".

"Dalla lettura della bozza di regolamento che venerdì andrà in discussione emerge, infatti, che ci saranno 120 giorni di tempo per la raccolta delle 3.500 firme necessarie a confermare il quesito. Firme che devono essere raccolte tra gli elettori del comune di Empoli e che devono essere autenticate singolarmente da avvocati o consiglieri comunali disponibili. Quattro mesi per raccogliere le firme, a partire proprio da agosto in cui molte e molti saranno in ferie. E in più prevedendo dei criteri che sono contrari alla volontà di garantire la più ampia partecipazione possibile da parte della cittadinanza. Come quello dell’economicità per quanto riguarda tempi e luoghi di svolgimento del referendum: secondo la bozza di regolamento spetterà, infatti, al sindaco decidere in quali giorni (se uno o più di uno, se nel fine settimana o in mezzo) e quanti seggi mettere a disposizione, puntando alla minore spesa possibile. Non alla partecipazione, insomma, ma all’economicità".

"È evidente che da parte di chi dovrebbe garantire l’espressione della cittadinanza ci sia tutta la volontà affinché non si arrivi a celebrare il referendum. Ci auguriamo che in sede di discussione in consiglio comunale siano apportate modifiche - in particolare riguardo al periodo di raccolta delle firme necessarie a confermare il quesito e ai criteri di indizione - al regolamento".



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