Si sarebbe impadronito dell'eredità lasciata a un suo cliente, un badante cingalese, erede di una somma ingente da parte di un suo assistito mentre lo assisteva in un processo per duplice omicidio. L'accusa, a carico di un avvocato fiorentino e di una funzionaria di banca, era di appropriazione indebita. La Corte d'Appello di Firenze ha però dichiarato il reato prescritto nel corso del processo bis, ma hanno tuttavia condannato i due a risarcire i danni al badante cingalese.
Quest'ultimo, nel 2009, fu designato unico erede da un gioielliere fiorentino che gli lasciò oltre 2 milioni di euro e un appartamento. Nel 2011, però, l'uomo fu arrestato per aver ucciso due connazionali in strada nel centro di Firenze. Fu riconosciuto incapace di intendere e volere e trasferito all'Opg di Montelupo Fiorentino poi in una Rems. Qui fu difeso dal legale, il quale però avrebbe eseguito bonifici a proprio favore di denaro dai conti del badante per oltre 500mila euro.
Entrambi furono condannati dalla Corte di Appello dopo aver riqualificato il reato in furto, lui a 3 anni e 6 mesi, lei a 1 anno e 8 mesi. Il verdetto, però, fu annullato dalla Cassazione, che rimandò ad un nuovo processo di appello per appropriazione indebita.
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