Il salume più amato dagli italiani anche questo anno si rivela il prosciutto cotto, con una quota pari al 27,8% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 22,1% da mortadella/wurstel al 20,3%, dal salame all’8,5% e dalla bresaola al 2,4%. Chiudono gli altri salumi al 18,8%.
I dati sono stati resi noti nel corso dell'assemblea annuale ASSICA - Associazione industriali delle carni e dei salumi, che si è svolta ieri a Roma, evidenziando come conseguenza del difficile anno passato una flessione sia nella produzione di salumi (in quantità, con un 2022 che ha chiuso a -2,2% rispetto al 2021). Anche gli italiani con l’aumento dei prezzi in atto consumano meno salumi, con una flessione della domanda interna a 994,1 mila ton (-2,1%) contro i 1,015 milioni di ton dell’anno precedente.
Oltre alla riduzione della domanda interna c’è stata nell’ultimo trimestre del 2022 anche una contrazione della domanda estera. Una situazione che non sembra migliorare per il 2023.
I consumi apparenti dei prosciutti crudi stagionati sono scesi a 219.700 ton (-1,2%); quelli di prosciutto cotto sono saliti a quota 276.100 ton (+0,5%). Sono risultati in aumento anche i consumi di mortadella e wurstel (+6,0% per 202.100 ton) e quelli di salame attestatisi a 84.900 ton (+4,2%). I dati hanno inoltre evidenziato un deciso ridimensionamento i consumi di bresaola scesi a 24.000 ton dalle 25.800 dell’anno precedente (-6,9%) e quelli degli “altri salumi”, attestatisi a 187.200 ton. (-14,8%). Dati che suggeriscono un minor consumo di salumi considerati di pregio e dal conseguente costo maggiormente sostenuto, a favore di prodotti più economici e che è possibile trovare in offerta.
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