Dalla Francia a Calcinaia per ripercorrere il cammino del suo avo emigrato per lavoro: il progetto della fotografa Marie Moroni

Un’idea che nasce dal bisogno di ritrovare le proprie radici, ma che affonda nella storia e presenta risvolti molto attuali. La prospettiva di un percorso lunghissimo, una distanza da colmare con fatica e sudore. Poi la vera avventura ricca di coincidenze, emozioni e incontri.

Questa in estrema sintesi l’impresa compiuta da Marie Moroni che agli inizi di aprile si è messa in marcia da Aigue-Mortes in direzione Calcinaia, lo stesso percorso che il suo avo Giovanni Moroni aveva compiuto a ritroso per andare cercare lavoro e denaro in terra francese. Era la rotta battuta da tanti migranti che dai nostri territori si spostavano in Camargue proprio per cercare un riscatto economico rispetto alla povertà che si registrava in quel periodo storico in Italia.

Un quadro ben dipinto del resto dal libro “Ritals” di Giuliano Bozzoli, un’opera tradotta anche in francese e da cui Marie ha potuto attingere informazioni preziose per la sua straordinaria impresa. Come ad esempio, la storia di Paolo Dottini, altro discendente di Marie in fuga da Aigues-Mortes proprio nel 1893, dopo l’eccidio che fu il culmine delle tensioni sociali e dell’intolleranza “italofoba” descritta con maestria da Giuliano proprio in “Ritals”.

E proprio poco prima di cominciare il suo viaggio dalla Francia all’Italia, Marie è venuta a conoscenza di questa storia e del fatto che una discendente di Paolo Dottini e quindi anche una sua seppur lontana discendente risiedeva in America. Grazie anche alla preziosa ricerca compiuta da Sara nell’archivio comunale e ad un’altra formidabile coincidenza, Marie ha potuto conoscere virtualmente anche Kristie Hill.

Kristie era in effetti già in contatto, da tempo, con un altro calcinaiolo, Ottavio Panichi che dopo questa rivelazione si è interessato alla storia e al viaggio di Marie e si è dato da fare per prepararle una sorpresa per quando sarebbe giunta a Calcinaia.

In questo intricato quadro di coincidenze e discendenze, la fotografa transalpina ha affrontato a piedi le centinaia di chilometri che dividono Aigues-Mortes e Calcinaia per arrivare in riva all’Arno il 22 Maggio dopo 49 giorni di ininterrotto cammino.

E il giorno seguente Marie Moroni è stata ricevuta in Comune a Calcinaia, attesa dal Sindaco, Cristiano Alderigi, dal Vice Sindaco, Flavio Tani, dall'Assessore alla Cultura, Christian Ristori, da Giuliano Bozzoli, autore del libro Ritals, da Ottavio Panichi e da Aurelia Orlandini, una discendente di Marie e in linea diretta di Paolo Dottini, il calcinaiolo che esattamente 130 anni fa fuggiva spaventato da Aigues-Mortes.

Aurelia, contattata direttamente da Ottavio dopo una ricerca che aveva coinvolto anche Sara, archivista del Comune, ha potuto così abbracciare per la prima volta Marie. Un incontro che ha riservato aneddoti e solleticato molti ricordi.

Marie è stata successivamente insignita dal primo cittadino del titolo di “Amica di Calcinaia” per aver portato a termine un’impresa davvero significativa che ci ricorda il nostro passato di immigrazione, quando ad essere discriminati, odiati e perfino uccisi erano nostri concitadini. Oltre a questo prestigioso riconoscimento sotto forma di attestato, la brava fotografa transalpina ha ricevuto anche un delizioso pacchetto di nozze, tradizionale dolce calcinaiolo che ogni maggio viene preparato dalla Deputazione di S. Ubaldesca. Dopo le foto di rito altre due belle sorprese per Marie La prima ad opera di Ottavio Panichi che ha consegnato alla camminatrice francese l’albero genealogico completo della famiglia Moroni, la seconda l’ha fatta Kristie Hill che si è videocollegata con Marie e con tutti i presenti per salutare la sua discendente, l’amministrazione comunale e tutti gli amici di Calcinaia.

“E’ stata un’esperienza – ha commentato Marie Moroni – davvero immersiva. Anche se non vivo ad Aigues-Mortes sono voluta partire da lì e attraversare la Porta della Regina come hanno fatto oltre un secolo fa i miei avi che sono venuti a cercare fortuna in Francia. Di questo viaggio mi porterò dietro davvero tante emozioni. Non ho pianificato nel dettaglio il mio cammino, di giorno in giorno decidevo dove fermarmi e dormire prima di ripartire. Ho trascorso giorni interi, da sola, con i miei pensieri, immersa nella natura, attraversando boschi e foreste. Ho incontrato tanti giovani e quasi per magia, quelli con cui mi sono fermata a scambiare qualche parola anche in Francia, avevano tutti origine italiane. Ho cercato di fare laddove possibile strade e sentieri meno battuti, non urbanizzati, quelli che più di 100 anni fa avrebbero potuto essere percorsi dai miei antenati. Sono una fotografa e ho pensato che avrei dovuto affrontare questo viaggio tenendo presente una sola prospettiva, quella della via che avevo di fronte a me, quella che si poteva percepire con gli occhi del viandante di un tempo. Quando ho raggiunto Calcinaia mi sono commossa e ho rivissuta tutta questa folle e straordinaria esperienza”.

In realtà il rapporto di Marie Moroni con Calcinaia non si conclude con questa incredibile impresa, infatti la fotografa francese ha in serbo l’intrigante progetto di ripercorrere attraverso le immagini catturate dal suo obbiettivo tutti questi 49 giorni di cammino e di racchiuderli in un’opera che, giocoforza, conterrà tanti suoi appunti e anche i ritratti dei suoi discendenti.

Per questo motivo già l’anno prossimo Marie è intenzionata a ritornare a Calcinaia, forse con la sua famiglia, ma sicuramente munita della sua attrezzatura fotografica che le consentirà di fare foto artistiche ad Aurelia da inserire nella storia di questo fantastico racconto, di avi, immigrazione e coincidenze.

Fonte: Comune di Calcinaia - Ufficio Stampa

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