Città Metropolitana, rinnovato l'accordo con Re.a.dy: Centrodestra vota contro

Consiglio della Città Metropolitana di Firenze (foto di archivio)

Il Consiglio della Città Metropolitana di Firenze, su proposta della consigliera delegata alle Pari opportunità Angela Bagni, ha rinnovato l'adesione alla rete Re.a.dy. per rafforzare la collaborazione in Toscana tra la Città Metropolitana di Firenze e la Rete italiana delle Regioni, Province autonome ed enti locali impegnati nel prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per l'orientamento sessuale e l'identità di genere. I consiglieri del Centtodestra per il cambiamento (FdI e Lega) hanno votato contro l'accordo.

Dario Nardella ha sottolineato di non capire "perché ci sia, da parte vostra, questo cambio di atteggiamento su un tema peraltro molto sentito: qui stiamo parlando di prevenire e contrastare fenomeni di omofobia e transfobia. Fenomeni gravi, che avvengono nel mondo della società civile e della scuola".

"Abbiamo chiesto protocolli e approfondimenti - hanno detto i consiglieri del Centrodestra - perché un conto è parlare contro la discriminazione, altro è fare propaganda di altro genere. Vogliamo prima conoscere i protocolli".

"Negli anni - ha replicato la consigliera delegata Angela Bagni - i progetti promossi dalla Città Metropolitana hanno permesso di realizzare azioni diversificate con campagne di informazione, sensibilizzazione, percorsi formativi rivolti ad un pubblico differenziato come operatori sociali dei centri giovani, cooperative e associazioni, mondo del lavoro in generale, utenti delle biblioteche e studenti".

Queste azioni "hanno consentito di lavorare sull'individuazione degli stereotipi di genere, sul valore delle emozioni e sulle personali forme di espressione, e contribuito a sensibilizzare i cittadini su queste tematiche prevenendo anche fenomeni di bullismo ed emarginazione. Quest'anno cambieremo nuovamente destinatari, promuovendo sul territorio un progetto culturale utilizzando la forma dello spettacolo".

Il voto contrario dei consiglieri di opposizione presenti in Consiglio "ci lascia rammaricati nel constatare che non vi sia unanimità su queste tematiche che invece necessitano sensibilità, attenzione e compattezza soprattutto da parte delle Istituzioni in un momento storico in cui gli episodi di discriminazione, di omofobia sono all'ordine del giorno delle cronache".

Scipioni (FdI nel Cdx della Metrocittà Firenze): "Questione di chiarezza, non di lotta all'omofobia"

"Sulla questione della Re.a.dy e la sua collaborazione con la Città Metropolitana di Firenze, non si può fare demagogia. Tutti siamo contro le discriminazioni. È da oltre un anno che abbiamo chiesto di avere i protocolli e approfondimenti facendo venire gli operatori che faranno i corsi direttamente in commissione. Un conto è parlare contro la discriminazione, altro è fare propaganda di altro genere. Non dico che per forza di cose questo progetto sarà utilizzato per fare propaganda gender, ma vogliamo prima conoscere questi protocolli per esserne certi": lo dichiara Alessandro Scipioni, consigliere di Fratelli d'Italia e Capogruppo del Centrodestra per il cambiamento in Città Metropolitana.

"Sulla lotta contro le discriminazioni siamo stati sempre chiaramente orientati a favore. In passato abbiamo anche votato a favore dell'intesa. Ma avevamo avuto lo scorso anno chiare rassicurazioni sulla possibilità di ottenere gli approfondimenti richiesti; che operatori sarebbero stati chiamati in commissione per spiegare i contenuti diffusi nelle scuole, come nelle pubbliche amministrazioni. Questo non sì è mai verificato. Quando abbiamo nuovamente sollevato la questione, c'è stato risposto che è stato detto di tener conto dei nostri orientamenti . Tutto qui. Sembra che questi contenuti non si possano conoscere. Sia io che il mio gruppo siamo contrari a perseguitare chicchessia per opinione, religione, sesso, lingua, razza.
Ma propagare l'ideologia gender in maniera surrettizia sarebbe sbagliato. E non avrebbe niente a che vedere con la tutela delle persone.
Non diamo fiducia in bianco a nessuno. Se non ci vengono ad illustrare i contenuti, non possiamo sapere cosa abbiamo davanti. È una questione di chiarezza, non di lotta all'omofobia. Ho chiesto di incontrare queste persone, farle venire in commissione per parlarci. Se tutto è chiaro e trasparente, perché non me li fanno incontrare? Che segretezza c'è? Che paura c'è?".

Fonte: Città Metropolitana di Firenze

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