Tenuta di Alberese tra cavalli e bovini maremmani: "Qui le radici della Toscana"

Commissione sviluppo rurale del Consiglio regionale in visita nella tenuta a Grosseto. Tappe al granaio lorense, alla selleria, all'allevamento e alla villa ducale


Il granaio lorenese, la selleria, l’allevamento di vacche maremmane e la villa granducale sono le tappe della visita che la commissione regionale Sviluppo economico e rurale, guidata dalla presiedente Ilaria Bugetti, ha effettuato oggi alla sede di Ente Terre regionali in località Spergolaia, ad Alberese, in provincia di Grosseto. È stato il direttore dell’Ente, Giovanni Sordi, a condurre la delegazione regionale a vedere l’allevamento brado tradizionale a monta buttera, aspetto peculiare della tenuta di Alberese e le razze bovina maremmana ed equina maremmana, entrambe autoctone della Toscana, tutelate nell’ambito delle politiche di conservazione della agro-biodiversità e fortemente adattate al territorio.

“La tenuta – ha sottolineato Sordi – svolge molteplici attività e funzioni in seno all'agricoltura toscana nei temi della tutela dell'agro-biodiversità, della sostenibilità ambientale e nelle produzioni agro-zootecniche e tradizionali, benessere animale ed erogazione di servizi agro-eco-sistemici”. “Le attività della tenuta continuano a svolgere un importante e prezioso lavoro di manutenzione e custodia del territorio in continuazione con la tradizione storica e culturale della tenuta”. Sordi ha evidenziato come la tenuta “rappresenti il più fulgido esempio di produzione agro-alimentare in cui il legame storico culturale non impedisce l'innovazione finalizzata alla valorizzazione dell'ambiente, in cui il lavoro dell'uomo ha creato uno splendido equilibrio tutt'ora vivente ed oggetto di studio da parte dei più importanti enti di ricerca internazionali”.

“Sentiamo la responsabilità del mantenimento di questo territorio – ha detto la responsabile tecnica Donatella Ciofani che con la sua competenza e passione ha illustrato le varie attività – ed è un piacere mostrare quanto lavoro c’è dietro alla tutela dell’agrobiodiversità, delle razze autoctone e quanto patrimonio di conoscenze venga espresso anche dal lavoro dei butteri e anche raccontare queste razze, il loro grado di adattamento al territorio, le loro peculiarità, la bellezza del cavallo maremmano, l’uso che se ne può fare, i possibili sviluppi ci permette di raccontarla a chi deciderà le politiche dell’agricoltura toscana per il futuro”.

Durante l’incontro sono stati resi noti alcuni numeri sia riguardo al personale che riguardo agli animali, si è parlato di “due tecnici, due amministrativi, quattro butteri per 450 bovini, sei trattoristi per 700 ettari di pascolo, 40 equini di razza maremmana in purezza e in selezione e due persone a gestire l’agriturismo”. Nella tenuta c’è l'allevamento estensivo brado di bovini di razza Maremmana, a ciclo chiuso, con linea vacca vitello e accrescimento di vitelloni per la produzione di carne bovina da allevamento biologico. “Solo quest’anno – hanno detto – sono nati 165 vitelli e 8 puledri i cui nomi dovevano iniziare tutti con la lettera ‘P’, uno dei puledri è stato chiamato Pegaso dell’Alberese, come il simbolo della Regione toscana”.

“La vacca maremma – ribadisce Sordi – gestita dai butteri a cavallo rappresenta non solo un esempio di tutela di una razza autoctona e di un antico mestiere, ma il vero e proprio simbolo nell'immaginario collettivo, della Maremma nel mondo”. “La tenuta di Alberese – conclude – continuerà ad essere un importante strumento in cui si fondono storia, cultura, sostenibilità e innovazione al servizio dell'intera agricoltura regionale, del suo assessorato e del territorio in cui opera e comunque un bene collettivo di livello internazionale”.

“Un luogo affascinante fatto di tradizioni profonde della Toscana – ha detto la presidente Ilaria Bugetti –, che diventa un microcosmo fatto di agricoltura, di sapienza e di antichi mestieri. È un luogo dove si possono scoprire le radici della Toscana. Non credo sia un patrimonio solo della Regione, ma di tutta l’Italia e di tutto il mondo e i numeri dei turisti lo dimostrano. Per la commissione è stata un’occasione per toccare con mano quello che viene realizzato qui con le razze autoctone e il germoplasma, mantenendo la storicità dell’ente coniugato però con le esigenze di oggi”.

Anche per la consigliera Anna Paris si tratta di “una realtà-gioiello, trainata dalla biodiversità, dove la razza di un tempo è adeguata alle nuove tecniche. Un luogo da valorizzare, portando ancora di più le scuole in visita”. Donatella Spadi, consigliera regionale di zona, ha parlato con orgoglio di un territorio ricco di “itinerari, natura, tradizione di un’agricoltura sostenibile ripresa e mantenuta con gli animali allo stato brado e i butteri”.

Alla visita ha partecipato anche l’assessore regionale all’economia Leonardo Marras.

Ricordiamo che Ente Terre deriva dalla trasformazione dell’Azienda regionale di Alberese e raggruppa le aziende agricole di proprietà della Regione Toscana (tenuta di Alberese, Azienda sperimentale di Cesa ex centro di collaudo di Arsia, la tenuta di Suvignano) e altre funzioni pubbliche quali la gestione dei 110mila ettari del Pafr, la Banca della Terra, i centomila orti e il coordinamento del sistema Regionale di tutela della agro-biodiversità (legge regionale 64/04) con gestione diretta della Banca del Germoplasma vegetale ed animale. Fra le aziende agricole la più estesa è la Tenuta di Alberese una delle più grandi aziende biologiche d’Europa con i suoi 3900 ettari con oltre 700 ettari di seminativi ad indirizzo cerealicolo foraggero.

Il direttore ha ricordato anche l’attività divulgativa e formativa per le principali scuole agrarie e università nazionali dell’Ente, compreso con enti di ricerca stranieri e con la Università Americana School of Field Studies per study abroad assieme a Università di Firenze nell’ambito del programma di study abroad in Italia su "Sustainable and equitable food systems", tematiche agroambientali relative alla sostenibilità dell'agricoltura in Toscana anche in relazione la conservazione della agrobiodiversità e servizi ecosistemici.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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