Non si può coltivare la memoria (ed attualizzarla) senza non rivolgersi ai giovani. E soprattutto non si può farlo senza confronto, alla ricerca della piena verità. Due ingredienti al centro del programma di iniziative nei giorni in cui si ricorda la strage dei Georgofili a Firenze, sottolineati dai rappresentanti delle istituzioni e della società civile che hanno partecipato alla conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati in cui sono stati illustrati i tanti appuntamenti di un mese ricco di iniziative organizzate a più mani.
Trent'anni dalla strage dei Georgofili, il calendario delle iniziative
“La strage dei Georgofili fu un momento drammatico per Firenze, in cui la città e la Regione si resero conto che la mafia era in mezzo a noi – dice il presidente della Toscana, Eugenio Giani - Coltivare la memoria vuol dire suscitare nella società e civile e sopratutto nei giovani un impegno a stare vicino a chi lotta, a chi prova a ricostruire la verità, a chi si adopera per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata”. Il presidente Giani racconta poi il proprio ricordo personale di quella notte, allora assessore comunale da tre mesi alla mobilità a Firenze. Fu tra i primi amministratori ad essere avvertiti. Rievoca l’arrivo, i volti insanguinati dei tanti feriti che venivano soccorsi, sorretti e portati in ospedale, i dubbi sull’origine dell’esplosione, nelle prime ore attribuita ad un fuga di gas per poi velocemente farsi strada la drammatica certezza di un attentato portato a compimento con un’autobomba. “Non ci può essere futuro - conclude Giani - senza solide fondamenta costruite sul senso e il culto della legalità, come base di ogni processo economico, interelazione tra pubblico e privato, formazione per chi chiamato ad assumere ruoli di responsabilità. Con un gioco di squadra possiamo ottenere risultati”.
“C’è bisogno di un investimento culturale per costruire anticorpi all’illegalità” sintetizza il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, che parla poi della teca della Quarto Savona 15, il nome in codice dell’auto blindata su cui viaggiava il giudice Falcone esplosa a Capaci nel 1992, che sarà in queste settimane a Firenze: un’iniziativa a sottolineare i fili che collegano l’attentato siciliano alla bomba dei Georgofili.
“Quella di quest’anno non è una ricorrenza banale – ricorda l’assessore regionale alla cultura della legalità, Stefano Ciuoffo - . Nel 1993 le bombe hanno colpito più città in Italia, segnando la storia della Repubblica. Altrove si è smesso presto di ricordare: noi non vogliamo dimenticare. Ricordare ed attualizzare questa ricorrenza per noi è fondamentale, così come trasmettere ai giovani un principio condiviso sulla legalità, il valore delle istituzioni e dello Stato e il valore della solidarietà”. “Per questo – spiega - abbiamo messo in campo, non solo in questa occasione, una serie sistematica di azioni tese a sottolineare e ad implementare il valore della cultura della legalità come elemento di formazione”.
Del coinvolgimento dei giovani in un progetto partecipativo sulla legalità, che sarà raccontato durante una delle iniziative del 26 maggio, parla Alessandra Papa dell’Ufficio scolastico regionale. Il presidente dell’Accademia dei Georgofili, Massimo Vicentini, ricorda la morte di Angela Fiume, custode dell’Accademia, e gli ingenti danni alla sede, completamente distrutta.
“La memoria è fatta di narrazione (e dunque di libri, di mostre e di pubblicazioni) – prosegue l’assessore Ciuoffo - ma è importante che ci sia anche dibattito e sollecitazione, che non manca tra le iniziative messe in campo”. “Stamani – conclude - ero a Cascina per la consegna di un alloggio confiscato alle mafie. Formare i giovani, tenere vivo un racconto e una storia con un messaggio netto e chiaro, è essenziale per il contrasto alle infiltrazioni mafiose, che nel silenzio invece si moltiplicano. Ed è importante reimpiegare velocemente, a favore della comunità, i beni confiscati”.
“Abbiamo il dovere di mantenere viva la memoria e vogliamo sensibilizzare soprattutto quei giovani che quando Firenze venne sventrata dalle bombe e imbrattata dal sangue di tropèpi innocenti non erano neppure nati – ripete l’assessora alla legalità del Comune di Firenze, Maria Federica Giuliani - Quest’anno abbiamo deciso così, come città, di intitolare una sala della biblioteca delle Oblate a Dario Capolicchio, lo studente di Sarzana rimasto ucciso assieme alla famiglia Nencioni nello scoppio della bomba. Dedicheremo a lui e alla presidente dell’associazione dei familiari Giovanna Maggiani Chelli, scomparsa alcuni anni fa, uno spazio dove tanti studenti studiano ogni giorno. Sono due esempi di come la città vive, anche con il cuore, il ricordo di una strage che l’ha vista succube della mafia ma poi capace di reagire con forza, grazie anche ad un grande magistrato quale è stato Gabriele Chelazzi, per il cui merito si è arrivata a condanne”.
La memoria è fatta di momenti di commemorazione e di altri che richiedono verità, a provare a dissipare le tante ombre che circondano l’attentato.
“Perchè non si ripetano certi episodi occorre inserire degli antidoti nella società - sottolinea Daniele Gabrielli dell’associazione “Tra i familiari delle vittime” – e dobbiamo ringraziare la Regione e gli enti locali che ci sono sempre stati vicini in questi trent’anni”. “Cerchiamo di creare antidoti – spiega - con azioni di sensibilizzazione, rivolte soprattutto alle scuole. E poi ci sono i dibattiti, alcuni a Firenze ed altri a San Casciano in Val di Pesa (comune di cui era originaria la famiglia Nencioni, uccisa dalla bomba della mafia ndr), dove con molta libertà e con giornalisti e studiosi cerchiamo di ragionare sulle piste utili alla ricerca della verità sulle bombe del 1992 e 1993”. Due su tutti: l’appuntamento al teatro Niccolini di San Casciano in Val di Pesa la sera del 25 maggio, con Pietro Grasso, il colonnello dei Ros Lucio Arcidiacono e Daniela Chironi, e il dibattito del 27 maggio pomeriggio al Teatro La Compagnia a Firenze, di nuovo con Grasso, Di Matteo, i procuratori Nicolosi e Crini, i giornalisti Bellavia, Mondani e Pinotti.
“La recente sentenza della Cassazione sulla trattativa Stato-mafia potrebbe aver chiuso un capitolo – risponde Gabrielli alle domande dei giornalisti - , ma permane comunque sempre una differenza tra verità giudiziaria, spesso difficile, e verità storica. Non occorre cedere al complottismo, ma la ricerca della verità è un problema non solo giudiziario ma anche storico”. “Noi – gli fa eco Sandro Matteini, anche lui dell’associazione “Tra i familiari delle vittime” – continuaiamo a fare memoria proprio per arrivare ad una piena verità.Vorremmo che il fumo su quegli anni e sui mandanti ‘ morali’ dell’attentato si dissolvesse del tutto. E naturalmente siamo contenti della presenza del presidente Mattarella il 27 maggio”. Una presenza importante, come le parole sul terrorismo pronunciate le settimane scorse. Il presidente della Repubblica sarà il 27 maggio a Firenze per partecipare ad un’iniziativa sul trentennale dei Georgofili organizzata dall’amministrazione giudiziaria.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Firenze
<< Indietro