Scuole pratesi in fiore grazie a oltre 300 studenti e studentesse

Orti urbani, hotel per impollinatori, cura di giardini segreti con piante antiche e piantumazione di alberi: quattro anni per rendere la città di Prato una sorta di giungla urbana e riportare la natura nei quartieri grazie al coinvolgimento di giovani e cittadinanza.

ll progetto Prato Urban Jungle, promosso dal comune di Prato con nove partner, tra cui Legambiente Toscana giunge a conclusione con un evento finale a Prato, il 25 maggio dalle 10 alle 13 al Mercato Coperto. Hanno partecipato giovani di sei scuole medie con 300 alunne e alunni ma anche persone di tutte le età coinvolte nelle attività per la messa a dimora di spazi verdi, sensibilizzazione ambientale e passeggiate naturalistiche lungo il fiume Bisenzio.

Nelle sei scuole coinvolte gli studenti e studentesse hanno imparato a curare un orto a scuola, costruire alberghi per ospitare i preziosi insetti impollinatori per aumentare la biodiversità e trasformare vecchi pallet in aiuole fiorite. Un progetto portato avanti con entusiasmo per imparare l’amore e la tutela della natura.

"Disseminare tra cittadinanza, studenti e studentesse di Prato, finalità, obiettivi e contenuti del progetto Giungle Urbane, è stato molto motivante per noi,” dichiara Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana. “Legambiente è infatti particolarmente incline alle azioni educative, e attraverso la sua rete di operatori, si è volentieri messa a disposizione del team di progetto".

Tra le attività: bug hotel di legno autocostruiti con cassette di legno di recupero durante un laboratorio di falegnameria nelle scuole Lippi, la messa a dimora di aiuole fiorite alla scuola Santa Gonda, realizzazione di oasi per gli impollinatori all'interno del progetto di orto sinergico gestito ormai da diversi anni nelle scuole Puddu, progettazione di spazi destinati a orto e aiuole per l'osservazione degli insetti nel progetto "Aula verde" delle scuole Sem Benelli, poi orti urbani e la cura di un giardino “segreto” ricco di specie antiche alle scuole Fermi, grazie anche all’aiuto di un nonno volontario. Roberto Lenzi, 77 anni, che da quattro anni segue l'orto alle scuole Fermi, dove studiano due nipoti. Appassionato da sempre per la campagna, dopo la pensione ha deciso di dedicarsi ad insegnare volontariamente a curare gli orti con innesti, idroponica, piantumazione e talee. Si dedica con entusiasmo all'orto scolastico 4 volte a settimana, con lo scopo di far nascere nei giovani l'amore per la terra e la natura.

“Sono spazi che fanno bene, che trasformano i ragazzi e le ragazze e ci danno la misura di quanto abbiano bisogno di stare nella natura,” spiega Elena Canna, educatrice ambientale di Legambiente. “Tutte le scuole continueranno ad occuparsene ma rimane fondamentale il coinvolgimento delle istituzioni per il mantenimento del verde scolastico.”

E saranno loro, studenti, studentesse e docenti, che continueranno a prendersi cura degli orti scolastici. In alcune scuole, come alla Tintori, hanno già comprato l’impianto d’irrigazione per curare le proprie giungle verdi, in altre, come alle Lippi invece hanno fatto domanda per organizzare la pianificazione idrica in vista dell’estate siccitosa.

Invece, i manuali e i toolkit teorico-pratici, uno diretto alla cittadinanza e l’altro agli insegnanti, sono stati distribuiti in copia cartacea e rimangono disponibili per il download in formato pdf dal sito di progetto, così come i materiali prodotti durante le tre edizioni del corso “Crea la tua Giungla” per imparare a curare gli spazi verdi e approfondire temi come messa a dimora, potatura e irrigazione.

Durante questi quattro anni, il progetto è stato presentato da Legambiente anche durante la trasmissione GEO di Rai 3 e all’Università Cattolica di Milano durante una lezione dell'Executive Master in Management e Innovazione delle Pubbliche Amministrazioni ed è stato fatto un gemellaggio fra alcune classi coinvolte e alcune scuole dell'infanzia di Prato, con preparazione di un vademecum per insegnanti dell'infanzia per realizzare mini orti.

Fonte: Legambiente Toscana - Ufficio Stampa

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