Stravincono i fiori nelle scelte di regalo per la Festa della Mamma, con quasi due toscani su tre (64%) che preferisce un omaggio floreale o una pianta, mentre solo una minoranza si orienta su cioccolatini e dolciumi (3%), su gioielli (3%) o capi di abbigliamento (2%), anche se c’è anche un 28% che non acquista nulla. E’ quanto emerge da una indagine on line effettuata sul sito www.coldiretti.it in occasione della ricorrenza dedicata a tutte le mamme, con iniziative nei mercati di Campagna Amica durante tutto il weekend. Per celebrare la festa della mamma molte aziende agricole ed agriturismi si sono organizzati proponendo tante attività curiose come il laboratorio, in Versilia, dove mamma e figlia possono creare un profumo unico e speciale partendo dagli olii essenziali Made in Tuscany.
Tra i regali più gettonati – spiega Coldiretti Toscana – prevalgono quest’anno, le azalee, i lilium, le begonie e i gerani, oltre alle immancabili rose. Acquistare fiori italiani salva anche il lavoro e i vivai nazionali costretti a fare i conti con i nuovi rialzi energetici legati alle tensioni internazionali dopo l’aumento del 67% dei costi di produzione che ha messo in ginocchio il settore nel 2022. Il consiglio è, dunque, di acquistare fiori e piante assicurandosi dell’origine nazionale meglio direttamente dal produttore o nei mercati contadini di Campagna Amica – continua Coldiretti Toscana – per essere sicuri di mettere nel vaso un prodotto italiano al 100%, che sostiene i territori e rispetta l’ambiente e l’occupazione. Da difendere c’è un settore cardine per l’economia nazionale e regionale con quasi 3 mila aziende agricole specializzate che garantiscono il lavoro lungo tutta la filiera a miglia di persone. La crisi dei fiori e delle piante italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le importazioni da Paesi stranieri che nel 2022 hanno già fatto registrare un aumento del 39% in valore per arrivare a sfiorare gli 870 milioni di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Spesso – conclude Coldiretti Toscana - si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento come nel caso delle rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti e i fiori dalla Colombia dove ad essere penalizzate sono le donne.
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