Morte Matteo Grilli, la famiglia dell'indagato: "Testimonianze di amici non sposteranno consulenza oggettiva"

Ci saranno altre due testimonianze in merito all'inchiesta ancora aperta sulla morte di Matteo Grilli, avvenuta dopo uno scontro frontale su due vetture. Il gip ha chiesto che vengano ascoltate le due persone sull'auto che precedeva la Panda su cui si trovava la vittima, che poi impattò contro la Renault Clio su cui era a bordo Joele Ardanese, unico indagato.

Dopo le parole della famiglia Grilli sul quotidiano Il Tirreno, anche i genitori di joele Ardanese, difesi dall'avvocato Luisa Tamburini, vogliono precisare la loro posizione: "La tragedia è di tutti anche perché poteva essere toccato a nostro figlio seppur, va detto, l’unico non sopravvissuto è stato colui che non indossava la cintura di sicurezza. Noi siamo tranquilli perché l’unica prova oggettiva, la consulenza tecnica, ha concluso per la non responsabilità di nostro figlio. Qualunque testimonianza, peraltro di amici del defunto, a distanza di tempo e soprattutto dopo che gli atti sono noti a tutti, non crediamo possa spostare un dato oggettivo come una consulenza tecnica. Infatti il giudice ha anche detto di valutare bene l’attendibilità di queste persone. Se il risultato è incerto, si dovrebbe accettare la verità e non dire, siccome non piace, che non è stata ricercata la verità e per forza condannare Joele, che dalle consulenze espletate pare vittima al pari del ragazzo deceduto. Vorremmo che questa voglia di vendetta venisse placata, nessuno ha vinto e nessuno ha perso. Confidiamo nella giustizia".

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