Al via il progetto di comunità sul Punto Tavarnelle, indossato nella storia da grandi dive come Sofia Loren e Audrey Hepburn. In cattedra le esperte di ago e filo, per tramandare l'arte alle nuove generazioni
Il progetto di comunità per la valorizzazione del Punto Tavarnelle, tradizione ribattezzata dal sindaco David Baroncelli “Punto Barberino Tavarnelle” per la diffusione capillare dell’abilità artigianale, nata ai primi del XX secolo, che ha coinvolto nel corso dei decenni cittadine e cittadini di tutto il territorio comunale, ha preso avvio negli spazi della struttura polivalente della Pro loco di Sambuca Val di Pesa.
È nel centro polifunzionale lungo il torrente Pesa che si è tenuto il primo incontro tra le ricamatrici che realizzano veri e propri capolavori secondo le tecniche del punto su carta, ultime testimoni di una tradizione ormai a rischio di scomparsa, e le aspiranti merlettaie che intendono apprendere i segreti del ricamo nato e cresciuto a Tavarnelle per iniziativa di una suora. In tante hanno risposto all'appello dell'amministrazione comunale che ha voluto intraprendere un percorso sociale e culturale finalizzato a mantenere, valorizzare e tramandare questa antica abilità che nel secondo dopoguerra era diventata un’opportunità di formazione, lavoro ed emancipazione morale ed economica per tante donne del paese. Le giovani ricamatrici che si ritrovavano davanti all'uscio di casa tradussero la loro passione, unita al bisogno di coltivare la socialità, in una professionalità apprezzata e richiesta nel settore della moda internazionale. Le ricamatrici di Tavarnelle erano talmente abili da realizzare per alcune delle più celebri maison italiane migliaia di pezzi unici al giorno tra cui tovaglie, lenzuola, copriletti, tende, e persino abiti da sposa e scarpe che poi furono poi indossate dalle grandi dive dello star system internazionale come Sofia Loren e Audrey Hepburn.
Alcuni dei lavori, realizzati oltre mezzo secolo fa, sono diventati piccoli grandi monumenti di manualità, opere d'arte conservate e raccolte in una collezione dedicata presso gli spazi adiacenti al Museo d'arte sacra e alla Pieve di San Pietro in Bossolo, gestito dalla parrocchia di Tavarnelle e dagli Amici del Museo di Tavarnelle. Il gruppo del progetto sul Punto Barberino Tavarnelle è costituito da una trentina di ricamatrici provenienti da varie aree del Chianti e della Valdelsa fiorentina e senese. All'iniziativa che ha inaugurato il percorso lanciato dal Comune era presente l'assessore allo Sviluppo economico Tatiana Pistolesi.
“Siamo contenti – dichiara il sindaco David Baroncelli – che il progetto di valorizzazione del ricamo, figlio di una tradizione che è entrata a far parte del patrimonio di identità chiantigiana, possa svilupparsi nella sede del centro polifunzionale “Don Cuba”, sede della Pro Loco di Sambuca, dove il volontariato cresce e ha modo di esprimersi attraverso la partecipazione attiva della comunità”. “Rivolgo un ringraziamento particolare al presidente Paolo Beni – conclude il primo cittadino - per aver accolto con entusiasmo la nostra proposta e auguro una buona ‘scuola’ a tutte le ricamatrici che hanno aderito all’iniziativa”.
Fonte: Ufficio Stampa Associato Chianti Fiorentino
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