Sapevano di andare incontro alla morte, ma non esitarono a consegnarsi al Comando tedesco per salvare la vita a dieci civili. Fu questa la scelta compiuta nell’agosto 1944 a Fiesole da Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, militi dell’Arma dei Carabinieri (medaglia d’oro alla memoria al V.M.) che durante il periodo dell’occupazione nazifascista ripeterono lo stesso gesto compiuto da Salvo d’Acquisto: sacrificare sé stessi per salvare altre vite.
Una scelta che attesta ancora una volta il ruolo prezioso, e ancora oggi poco conosciuto, svolto dall’Arma dei Carabinieri nella lotta di Liberazione, e che ha indotto l’Amministrazione Comunale di Castelfiorentino a intitolare il Ponte di via Leonardo Da Vinci (cavalcaferrovia) alla loro memoria, affinché il loro coraggio, la loro abnegazione, il loro altruismo possa rappresentare un esempio per tutti i cittadini.
La cerimonia si è tenuta oggi pomeriggio. Sono intervenuti il Sindaco, Alessio Falorni, il Viceprefetto Vicario Prefettura di Firenze, dott. Eugenio Pitaro, il Tenente Colonnello Daniele Riva, Comandante della Compagnia Carabinieri di Empoli, e il consigliere regionale Enrico Sostegni. Erano presenti alla Cerimonia, oltre alle autorità locali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale, rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri, della Prociv Arci, della Misericordia, dell’AVIS e dello SPI CGIL Lega di Castelfiorentino.
Come è noto, l’episodio che portò alla fucilazione dei tre militi dell’Arma si colloca nel contesto più generale della “Battaglia di Firenze” e del sostegno alla lotta partigiana da parte di alcuni Carabinieri, come Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, la cui assenza indusse il comandante tedesco Hiesserich ad annunciare che, come rappresaglia, dieci civili presi in ostaggio sarebbero stati passati per le armi. Allo scopo di evitare l’uccisione di persone innocenti, i tre Carabinieri si presentarono quindi al Comando, e furono fucilati al loro posto il 12 agosto 1944. Stessa sorte era toccata nei giorni precedenti (il 30 luglio) a un altro carabiniere, Sebastiano Pandolfo, nel cercare di proteggere la staffetta partigiana Rolando Lunari (pure lui ucciso dalle SS il 31 luglio)
L’orientamento dell’Arma dei Carabinieri nel cercare di proteggere la popolazione civile e gli antifascisti durante il periodo della Resistenza ebbe conferma attraverso un altro episodio avvenuto a Castelfiorentino, riportato alla luce solo dieci anni fa: quella di cui si rese protagonista l’appuntato Antonio Raimondo, il quale avvertì preventivamente sette antifascisti che l’indomani sarebbero stati arrestati, offrendo così loro la possibilità di fuggire
“Oggi noi consacriamo un simbolo – osserva il Viceprefetto Vicario Prefettura di Firenze, dott. Eugenio Pitaro – ma come persone adulte abbiamo una responsabilità ulteriore: quella di spiegare, con le giuste parole, ai nostri ragazzi, lo spirito con cui questi militi dell’Arma hanno scelto di sacrificarsi, offrendo un esempio altissimo e nobile di altruismo da consegnare alle nuove generazioni”.
“Attraverso l’intitolazione del ponte di via Leonardo Da Vinci ai martiri di Fiesole – sottolinea il Sindaco, Alessio Falorni - ci si propone pertanto di rendere omaggio a questi tre carabinieri e, più in generale, a tutti i militi dell’Arma che durante il periodo della Resistenza e della Repubblica So-ciale Italiana scelsero di stare, a rischio della propria vita, dalla parte della Lotta di Liberazione. Una scelta di coraggio, dunque, ma anche l’ennesima dimostrazione di un alto senso del dovere, volto a proteggere la popolazione in uno dei periodi più difficili e tragici della storia d’Italia”.
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