Giuseppe Gulotta adesso vive a Certaldo, è finalmente un uomo libero. Quasi cinquant'anni fa però in Sicilia venne arrestato perché considerato uno degli assassini della strage di Alcamo Marina, in provincia di Trapani. Adesso quella vicenda diventa un film, 'Vite da sprecare'.
Il 13 aprile al cinema uscirà il lungometraggio diretto da Giovanni Calvaruso e prodotto da Tramp Ltd e Social Movie Production con Arteservice. Racconta quel che avvenne a Alcamo e tutte le conseguenze, tra cui l'ingiusta carcerazione di Gulotta. In calce all'articolo trovate il trailer. Calvaruso lavora da anni al film, aveva realizzato un corto e avviato una raccolta fondi per la realizzazione. Gli attori impiegati sono tutti siciliani, in particolare della zona di Trapani.
Cosa successe quarantasette anni fa? Tra il 26 e il 27 gennaio 1976 Carmine Apuzzo e l'appuntato Salvatore Falcetta, due carabinieri, furono ritrovati senza vita. Erano stati assassinati alla stazione dei carabinieri di Alcamo Marina, nel Trapanese. La vicenda ebbe una grossa eco, si parlò di terrorismo di sinistra e anche di Cosa Nostra. Nonostante una prima rivendicazione di un sedicente nucleo siciliano, vennero poi arrestate cinque persone. Tra queste Giuseppe Gulotta, da poco maggiorenne, che aveva intenzione di fare il finanziere.
Il nome di Gulotta venne fatto da Giuseppe Vesco, a suo dire sotto tortura (Vesco poi morì suicida in carcere). Lo stesso Gulotta ha sempre raccontato di essere stato torturato per una notte intera dai carabinieri che lo colpirono con calci, pugni e sputi; venne anche minacciato e bastonato. Gulotta, dunque, confessò solo per far finire quello che ha sempre definito uno strazio, convinto che una volta uscito si sarebbe tutto sistemato. Non fu così.
Gulotta venne anche condannato all'ergastolo. Intanto si era trasferito in Toscana, dove aveva trovato una compagna e messo al mondo un figlio. La giustizia però stava facendo il suo corso e negli anni Novanta il siciliano finì dietro le sbarre a San Gimignano. Grazie alla tenacia dei suoi legali Baldassarre Lauria e Pardo Cellini, Gulotta non perse mai la speranza e ottenne giustizia solo qualche anno più tardi, dopo ventidue anni di detenzione ingiusta.
Un ex carabiniere ammise le torture dopo la strage di Alcamo, metodi dunque illegali per ottenere le confessioni. Con la revisione del processo, Gulotta ha avuto finalmente giustizia ed è tornato un uomo libero. Ha ottenuto un risarcimento dallo Stato di circa sei milioni. Vive a Certaldo con la famiglia. Non ha mai smesso di credere nella giustizia.
Della strage di Alcamo si sono occupati tanti volti noti del giornalismo e della politica, su tutti Carlo Lucarelli e Walter Veltroni. Si è parlato della Gladio e della mafia dietro a quel duplice omicidio, tuttora senza una soluzione. Adesso è il cinema a provare a fare luce su una delle tante vicende oscure della storia d'Italia.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Certaldo
<< Indietro