Dentro Boboli c’è un angolo segreto, mai aperto al pubblico, che ora finalmente è pronto ad accogliere i visitatori dopo un lungo e complesso restauro: il Giardino delle Camelie.
Questo piccolo spazio verde, realizzato all’ombra dei bastioni che dividono il cortile di Palazzo Pitti dal parco mediceo e protetto da mura, fu creato attorno alla metà del XVII secolo per il fratello minore del Granduca Ferdinando II de’ Medici, il principe Mattias de’ Medici: il giardino segreto era infatti attiguo ai suoi appartamenti e leggenda vuole che, impreziosito anche da giochi d’acqua a getto dal pavimento e da fontane, fosse il suo nido d’amore. Una grotta artificiale ad arco, posta vicino all’ingresso, serviva a proteggere da occhi indiscreti la parte più nascosta e privata del Giardino, addossata alla Reggia.
Nei secoli passati questa area restò riservata ad alcuni membri della famiglia granducale e venne dedicata alla coltivazione di piante esotiche e di rare varietà di agrumi, poi sostituite nell ‘800 da una varie specie di camelie, presenti ancora oggi.
Oltre alla collezione ottocentesca di camelie, è di particolare interesse la struttura architettonica di questo spazio, tipicamente seicentesca. I giochi d’acqua che lo caratterizzavano anticamente vengono adesso rievocati attraverso un uso strategico della luce. Al di sotto del pavimento interno della grotta sono stati posizionati dei faretti proprio in corrispondenza dei fori da cui zampillavano i getti, così da illuminare la volta affrescata e ricreare l’atmosfera suggestiva di un tempo.
In questo luogo delicatissimo si potrà entrare nell’ambito di visite accompagnate, per le quali non occorrerà prenotazione, durante i mesi di aprile e maggio: si svolgeranno dal martedì alla domenica, e ve ne saranno tre la mattina e tre il pomeriggio (rispettivamente alle ore 11, 12, 13 e 15, 16,17), per un massimo di 15 persone per volta.
IL RESTAURO
Il Giardino delle Camelie versava da tempo in pessime condizioni, a causa soprattutto del malfunzionamento del sistema di drenaggio e di scolo delle acque. Dal 2021, grazie a un finanziamento interno delle Gallerie degli Uffizi congiunto a fondi del progetto della Regione Toscana “Il Rinascimento in Toscana: ville e giardini medicei” (che utilizza le risorse del POR FESR 2014-2020), è stato intrapreso un intervento di restauro architettonico, strutturale, botanico ed impiantistico che ne ha pienamente ripristinato la funzionalità.
Il costo complessivo è stato di circa 875mila euro.
Le operazioni di recupero hanno interessato anche le mura di cinta e della scenografica grotta, così come la pavimentazione in pietra antica del giardino. Nell’ambiente che ospita la statua di Igea sono stati riportati alla luce i dipinti ad affresco e tempera, realizzati da Giuseppe Gherardi attorno al 1819: sul soffitto si possono ammirare putti che giocano tra rami in fiore, mentre più in basso sono raffigurate scene mitologiche, come lo strazio di Penteo e Orfeo e le Baccanti.
Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “Boboli è un immenso teatro dove natura e arte si combinano in una complessa stratificazione storica, offrendo continue sorprese e gioielli come il Giardino delle Camelie. Uno spazio, questo, di grande suggestione e non solo per le meraviglie della collezione botanica, ma anche per l’architettura capricciosa, per le invenzioni scenografiche e per la decorazione, ora finalmente risanate e restituite al pubblico. È un passo importante del grande progetto che nel 2030 vedrà restaurato tutto il parco”.
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: “Questa primavera - ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani - si arricchisce di un nuovo gioiello. Dopo un restauro accurato si apre al pubblico un angolo finora sconosciuto ai più. Un giardino romantico al quale gli architetti Giacinto Maria e Biagio Marmi dettero l'aspetto che tuttora conosciamo in occasione delle nozze celebrate nel 1688 fra il gran principe Ferdinando de' Medici, erede al trono di Toscana, e Violante di Baviera. Abbiamo dunque a Firenze e in Toscana un altro pregiatissimo spazio verde, un altro spazio di storia che, con i suoi tesori botanici della famiglia delle camelie, va ad arricchire la serie di veri e propri musei a cielo aperto rappresentata dai giardini medicei”.
La coordinatrice del Giardino di Boboli Bianca Maria Landi: “La riapertura al pubblico del Giardino delle Camelie, permetterà di restituire ai nostri visitatori l’esperienza di uno degli angoli più intimi e suggestivi del Giardino, immersi tra i fiori della collezione storica ed il contesto che li accoglie, ambiente raccolto di assoluta bellezza”.
La responsabile dell’intervento di restauro Paola Ruggeri: “Il complesso restauro integrale del Giardino delle Camelie, iniziato nel 2021, è giunto ora al termine ed è stato reso possibile anche grazie ai fondi dell’Unione Europea reperiti attraverso la Regione”.
IL GIARDINO DELLE CAMELIE - UN PO' DI STORIA
Il Giardino delle Camelie è situato tra l'ala Sud di Palazzo Pitti e il bastione della Meridiana e fu pensato per mettere in comunicazione gli appartamenti privati del principe Mattias de’Medici, con il Giardino di Boboli. In origine questo spazio lungo e stretto era un'area destinata alla coltivazione delle cosiddette “cipolle da fiore" (bulbose) in cassoni rialzati, edificati in muratura. L'appassionato coltivatore era il Cardinale Giovan Carlo, fratello del principe Mattias. Nel 1688, quando quegli appartamenti furono destinati a Violante di Baviera, sposa del Grand Prince Ferdinando de' Medici, fu ristrutturato anche il giardino, a cura degli architetti Giacinto Maria e Biagio Marmi che gli dettero l'aspetto che tuttora conosciamo. Un vialetto conduce dagli appartamenti verso il piazzale e la rampa dell’Anfiteatro, dotato di panchine e due piccole vasche con zampilli; una grotticina passante con aspetto finto diruto separa lo spazio pubblico dal privato. A fine ‘700 il piccolo giardino venne infossato per il rialzamento del piazzale della Meridiana, così la solarità necessaria per la coltivazione delle fiorite piante da bulbo venne meno: queste condizioni spinsero a destinare quest'area alla coltivazione delle camelie che proprio in quel periodo erano molto apprezzate. L'arrivo della camelia in Italia dal lontano Oriente è databile al 1860 e la Toscana fu uno dei centri di diffusione più vitali di questo fiore, dato l'alto numero di appassionati e coltivatori. Del genere Camellia la specie japonica è la maggiormente rappresentata all'interno del giardino con alcuni esemplari (“Candidissima”, “Anemoniflora”, “Pulcherrima”, “Rosa Simplex”) e altre cultivar reintrodotte quali “Alba Simplex”, “Lavinia Maggi", “Oscar Borrini”, “Tricolor”, “Rosa Mundi”. Le camelie prediligono terreni freschi, ricchi di humus, con PH tendente all’acido, ben drenati, e siti parzialmente ombrosi con notevole umidità atmosferica ma ben arieggiati; sono assai utili le pacciamature che proteggono le radici superficiali dagli eccessi di caldo e gelo.
Fonte: Gallerie degli Uffizi - Ufficio Stampa
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