Nel secondo incontro della rassegna "Il conflitto e la psiche" organizzata da Progetto Itaca, il 3 marzo al Teatro della Pergola, focus sui conflitti tra le parti e la mediazione
Il futuro del diritto italiano è nella mediazione. Uno strumento, questo, che non solo aiuta a risolvere i conflitti, risparmiando tempo e denaro, ma contribuisce anche ad attrarre investimenti ed aiutare le persone a compiere un percorso di crescita ed autoconsapevolezza. Far conoscere e promuovere la cultura della mediazione è un punto focale per gestire le relazioni umane ed è uno strumento indispensabile per affrontare e risolvere il conflitto.
Attorno a questi argomenti ruoterà il secondo appuntamento della rassegna “Il conflitto e la psiche”, ciclo di incontri organizzati dall’associazione di volontariato no-profit Progetto Itaca Firenze al Teatro della Pergola di Firenze, per andare a fondo nelle radici dei conflitti in ambito psicologico e sociale, familiare e scolastico. In programma venerdì 3 marzo, dalle 17 alle 19 (ingresso libero con prenotazione consigliata online: https://bit.ly/3I8rnEu) questo secondo appuntamento svilupperà il tema del “conflitto tra le parti e la mediazione: dallo scontro all’incontro”, con particolare attenzione ai nuclei familiari e alle situazioni di tensione che possono generarsi quando finisce un amore.
A parlarne saranno Federica Anzini, Presidente nazionale AIMeF – Associazione Italiana Mediatori Familiari, Paola Lucarelli, Prof.ssa ordinario di Diritto commerciale (Università degli Studi di Firenze) ed esperta di mediazione e Stefano Calamandrei, Psicoanalista Ordinario con Funzioni di Training SPI.
“Oggi, in Italia, sono appena 250mila le controversie che ogni anno si risolvono tramite mediazione – spiega la prof.ssa Lucarelli. – Per fortuna la riforma Cartabia ha aumentato il numero di materie che, prima di approdare davanti ad un giudice, devono passare dalla mediazione, poiché finora rappresentavano solo l’8% dei contenziosi. Eppure, questa strada è vincente per molteplici motivi: consente di arrivare ad una soluzione in soli tre mesi, anche per le controversie aziendali, attrae investimenti e, soprattutto, è una strada più ‘democratica’ per coloro che vivono il conflitto. Questo perché non c’è l’imposizione di un giudice, ma si arriva ad un accordo attraverso il dialogo ed il confronto, migliorando al contempo il rapporto tra le parti”.
Ampio spazio sarà dato anche all’aspetto della mediazione come strumento per risolvere le tensioni familiari, specialmente quando finisce un amore. Se nel 2020 si era registrata una battuta d’arresto di separazioni e divorzi, nel 2021 si è tornati ai livelli pre-Covid, con una nuova ondata di rotture che nel 2021 è stata stata superiore del 36,4%, rispetto al 2020, per le separazioni e del 32,8% per i divorzi (dati Istat). “Anche in questo caso la mediazione rappresenta una scelta vincente – dice Federica Anzini. – Circa l'80% delle coppie che passano dalla mediazione arrivano infatti ad un accordo consensuale, in fase di separazione. Inoltre il conflitto si trasforma, in quanto si procede in modo diverso, è diventa una presa di coscienza grazie alla quale si inizia a comunicare anche sui figli ed i loro bisogni. In sostanza, grazie alla mediazione, i genitori comprendono che esiste un’altra dimensione in cui riescono a comunicare, rendendosi conto di essere un punto di riferimento indispensabile e insostituibile per i figli”.
A chiudere il ciclo, venerdì 17 marzo (17.00-19.00), l’incontro “Educare alla democrazia interiore: il ruolo fondamentale della scuola”, un approfondimento sulle funzioni educative della scuola e sulla capacità del sistema scolastico di promuovere la crescita psicologica e sociale, per favorire nella mente dei giovani i presupposti della democrazia e dell’uguaglianza. Sul palco un altro nutrito parterre di esperti: Federico Fubini, Vicedirettore del “Corriere della Sera”, Rachele Furfaro, Pedagogista Presidente di Foqus – Fondazione Quartieri Spagnoli di Napoli e Sara Funaro, Assessora all’Educazione e Welfare del Comune di Firenze, moderati da Stefano Calamandrei, psichiatra Ordinario con Funzioni di Training SPI.
La rassegna si avvale del patrocinio del Comune di Firenze, della Società Italiana di Psicanalisi, dell’Associazione Italiana dei Mediatori Familiari e del Centro Servizi Volontariato Toscano e del contributo di Fondazione CR Firenze e di Nextam Partners SIM, con la collaborazione della Fondazione Teatro della Toscana. Il comitato organizzatore è formato da Stefano Calamandrei, in qualità di responsabile scientifico e da Valeria Angeli e Sara Piccolo, volontarie di Progetto Itaca Firenze.
“Il conflitto e la psiche” si inserisce nelle attività condotte da Progetto Itaca Firenze sul territorio dal 2011 ad oggi, allo scopo prima di tutto di prevenire, sensibilizzare e combattere lo stigma, il pregiudizio e la disinformazione che ancora circondano la salute mentale, nonostante la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità abbia sancito che si tratta di una componente essenziale della salute in generale.
Ad oggi Progetto Itaca Firenze ha coinvolto 1250 studenti in attività di prevenzione, formato 250 volontari attraverso 9 corsi ad hoc, ma anche 200 familiari di persone che soffrono di malattie mentali, grazie a specifici percorsi. Il Club Itaca, programma diurno di riabilitazione per lo sviluppo dell'autonomia socio-lavorativa dedicato a giovani (tra i 20 e i 45 anni) con una storia di disagio psichico, conta oggi su 94 iscritti che hanno avuto l’opportunità di partecipare a 70 esperienze di lavoro, alcune delle quali si sono concretizzate in contratti a tempo indeterminato. Info: www.progettoitacafirenze.org
Fonte: Ufficio stampa
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