Lo spettacolo, un vero e proprio musical di cui sono autori due sacerdoti, Francesco Ricciarelli per i testi, Mario Costanzi per le musiche, racconta la vicenda di sant’Eurosia, santa delle campagne e protettrice degli indemoniati. In scena molti attori, cantanti, ballerini, alcuni giovani, altri di notevole fama ed esperienza. La regia è di Andrea Mancini.
Lo spettacolo ha debuttato l’estate scorsa, con grandissimo successo, al Festival della Fondazione Istituto del Dramma Popolare di San Miniato, in due affollatissime serate di tutto esaurito. Adesso, dopo un lungo lavoro di preparazione, parte la versione per i teatri al chiuso, con debutto al Teatro il Momento di Empoli, sabato 4 marzo alle ore 21 e 30.
Andrea Mancini, il regista non è nuovo a queste regie con moltissimi attori, cantanti, ballerini. Qui sono una ventina, altre volte molti di più (come in “Arca di Noè” di Britten, che debuttò al Giglio di Lucca, con oltre cento persone in scena). “È un lavoro molto difficile – ha detto Mancini -, che non sarebbe stato possibile, senza un gruppo di straordinari collaboratori, e senza un testo che riesce anche ad essere attuale, da qui, appunto, l’interesse per il lavoro di don Ricciarelli”.
“Il testo è assolutamente nuovo – dice il sacerdote della chiesa della Madre dei Bimbi a Cigoli -, e anche le musiche di Mario Costanzi; tutto risponde ad uno spirito di grande intensità e fascino, che rinnova la tradizione del musical. Certo c’è stato bisogno di anni di lavoro, per la scrittura del libretto e per l’elaborazione della parte musicale, poi per la scelta e la direzione degli attori. Tra l’altro questa nuova versione di Eurosia rafforza la parte coreografica con l’intervento diretto di Veruschka Cocchini e delle ballerine del gruppo Creativondoro”.
I cantanti sono tutti molto bravi, qui possiamo solo parlare della bella prestazione di Pamela Chiarugi, l’interprete di Eurosia, che si esibisce su un piano di forte suggestione. Gli altri le vengono al seguito.
“Per la musica – dice Mario Costanzi – ci sono voluti mesi di grande impegno, perché abbiamo cercato sempre una certa orecchiabilità, pur usando un repertorio che va dalla canzone popolare spagnola, a echi di marce o di musiche africane, con una serie di riferimenti importanti, che i più smaliziati possono percepire, ma che non sono mai banali, tutt’altro”.
Quanto alla vicenda la racconta un cantastorie (il grande Alessio Guardini, poeta in ottava rima), che alla fine dello spettacolo invita il pubblico e le persone in scena in processione, queste le sue parole: “Gli storici non sono concordi sulle origini di Sant’Eurosia: c’è chi sostiene che fosse francese, nativa di Bayonne; altri la vogliono aragonese, figlia di quelle stesse montagne dove ebbe origine il suo culto. La leggenda più diffusa racconta di una principessa slava, proveniente dalla lontana Boemia, giunta in Spagna per unirsi in matrimonio con Fortunio Garcés, erede al trono d’Aragona. Solo una cosa è certa e riconosciuta da tutti: il suo martirio. Eurosia sparse il sangue per amore di Cristo, per non rinnegare la fede nel suo celeste Sposo. La sua fama di santità̀ è passata sopra i tempi dell’ignoranza, ha vinto i secoli e ancora oggi indica a noi quella verità̀ e quell’amore per cui vale la pena vivere e morire. Avviamoci fratelli in processione per le vie del borgo con l’immagine della nostra Martire, patrona delle campagne e dei raccolti. Sant’Eurosia dissolva le nubi della sfiducia e dell’indifferenza e renda feconde anche le nostre vite”.
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Fonte: La conchiglia di Santiago
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