Le opere del Genio di Vinci continuano a far discutere. Questa causa intentata delle Gallerie dell'Accademia di Venezia potrebbe fare giurisdizione e aprire a nuove entrate per i musei italiani, ecco perché
Il celebre Uomo vitruviano è un disegno fatto a penna e inchiostro su carta da Leonardo Da Vinci nel 1490. Celebre come la Gioconda è conservato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia e rappresenta un corpo umano inscritto in un cerchio e in un quadrato, considerate le figure perfette. L’uomo inscritto nel cerchio rappresentava la perfezione divina, quello nel quadrato quella terrena.
Il museo di Venezia ha fatto causa alla Ravensburger, celebre azienda tedesca che produce puzzle, perché dal 2009 ne produce uno di mille pezzi in cui è raffigurato l’Uomo Vitruviano, costo 20 euro.
Le Gallerie dell’Accademia di Venezia hanno chiesto il pagamento delle royalties, cioè i diritti di riproduzione. Il tribunale di Venezia ha disposto con un’ordinanza che l’azienda tedesca Ravensburger dovrà pagare le royalties.
Il museo veneziano ha chiesto una percentuale del 10% dei guadagni. L’ordinanza del tribunale di Venezia si basa sul “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, decreto legislativo del 2004 che stabilisce che le opere d’arte possano essere riprodotte solo con l’autorizzazione degli enti pubblici che le custodiscono e rispettando le leggi sul diritto d’autore.
Come sottolinea Il Post questo provvedimento è importante perché potrebbe far da pioniere: è infatti il primo in Italia a far rispettare il Codice dei beni culturali anche per le opere riprodotte all’estero. La difesa di Ravensburger sosteneva che l’opera fosse di dominio pubblico, e che al massimo avrebbe dovuto pagare i diritti per i soli prodotti venduti in Italia.
Altri musei potrebbero a questo punto intraprendere lo stesso percorso legale ed arrivare ad incassare royalties sostanziose.
Quella che si vede a Vinci, nella piazzata sotto il Museo Leonardiano è un’opera di Mario Ceroli, intitolata L’Uomo di Vinci. L’originale risale al 1967 e si chiama Squilibrio.
È una grande scultura in legno che ripropone l’uomo vitruviano iscritto non più nel quadrato e nel cerchio ma nelle tre dimensioni, cioè un cubo e una sfera: la volontaria mancata aderenza al modello leonardiano dell’Uomo di Vinci di Mario Ceroli, da cui il titolo originale Squilibrio, vuole nell’intenzione di Ceroli suggerire una riflessione sulla realtà contemporanea, lontana dall’armonia e dall’equilibrio delle forme dell’Uomo vitruviano di Leonardo.
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