La chiamano “razionalizzazione della rete scolastica”, si tratta di risparmi sul personale scolastico sanciti nell’ultima Legge di Bilancio, e all’atto pratico significa accorpamenti di scuole. Sono introdotti dei nuovi parametri per decidere come (tetto di 900/1000 studenti per poter contare su un proprio Dirigente scolastico ed essere una scuola autonoma), anche se il governo qui lascia alle Regioni la possibilità di intervenire in base a proprie scelte politiche o esigenze. “E’ micidiale la portata di questo intervento nella Legge di Bilancio del Governo, contro cui il 16 dicembre scorso abbiamo scioperato. In tanti casi accorpare le scuole vuol dire che nei luoghi più periferici alcune verranno chiuse, non vogliamo fare allarmismi ma abbiamo già toccato con mano questa situazione, ad esempio lo scorso giugno il comprensivo Empoli Ovest ha chiuso un plesso di una frazione per mancanza di Ata, costringendo le famiglie a portare i figli altrove”, dice Emanuele Rossi, segretario generale di Flc Cgil Firenze.
Il sindacato, basandosi sui dati ad ora disponibili sul sito dell’Ufficio Scolastico Regionale, e nell’attesa dei dati derivanti dalle iscrizioni, ha fatto una stima provvisoria su quali scuole siano maggiormente a rischio accorpamento tra città e provincia (sono una ventina), in base ai parametri della Legge di Bilancio e salvo interventi della Regione. A Firenze città figurano i comprensivi don Milani, Gandhi e Calamandrei, oltre all’Educandato Santissima Annunziata a Poggio Imperiale e alle superiori Galileo, Michelangelo, Salvemini-duca d’Aosta, Gramsci, Saffi. Nel Mugello ci sono i comprensivi di Marradi, Vicchio, Firenzuola, Dicomano, oltre alla scuola superiore Chino Chini di Borgo San Lorenzo; nella val di Sieve si individuano i comprensivi di Rufina e Pelago; nell’empolese, il comprensivo Gonnelli di Gambassi e quello di Capraia e Limite. Ci sono poi decine di altre scuole che potranno incorrere in rischio accorpamento nei prossimi anni, a seconda dell’andamento delle iscrizioni.
“Accorpare gli istituti e tagliare sugli organici significa che alcune scuole rischiano di chiudere, lasciando sguarnite soprattutto aree interne che già soffrono di scarsi servizi. Così si aumentano le diseguaglianze già presenti anche nella nostra regione. La scuola, insieme alla sanità, è un presidio fondamentale dello Stato e per la cittadinanza, che andrebbe difeso”, spiega Rossi, che aggiunge: “L’opinione pubblica, le famiglie e le scuole stesse devono prendere coscienza di questo problema, chiediamo a Comuni, Anci, Upi e Regione di mobilitarsi insieme a noi per difendere la scuola come valore pubblico e spingere il Governo a ritirare questo progetto. Questa situazione è solo l’antipasto di ciò che rischia di accadere con i piani sull’autonomia differenziata: la Flc sta contrastando da tempo questa prospettiva, con il sostegno alla raccolta firme per la legge di iniziativa popolare promossa del Coordinamento per la democrazia”.
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