Vino, gli alert irlandesi contro gli alcolici mettono in guardia Italia, Francia e Spagna

Fronte comune dei tre Paesi contro le etichette sanitarie irlandesi che rischiano di rappresentare un pericoloso precedente in Europa che metterebbe a rischio oltre 1 miliardo di euro di esportazioni di vino toscano nel mondo insieme al futuro di quasi 13mila aziende agricole e di migliaia di addetti che operano lungo tutta la filiera


Fronte comune tra Italia, Francia e Spagna contro le etichette sanitarie irlandesi che rischiano di rappresentare un pericoloso precedente in Europa che metterebbe a rischio oltre 1 miliardo di euro di esportazioni di vino toscano nel mondo insieme al futuro di quasi 13mila aziende agricole e di migliaia di addetti che operano lungo tutta la filiera.

Ad applaudire all’iniziativa del Ministro delle Politiche Agricole Lollobrigida sono Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana preoccupate per gli effetti devastanti che potrebbero avere gli approssimativi alert salutistici sugli alcolici che l’Irlanda, dopo il via libera dell’Ue, è pronta ad introdurre. Avvertenza in etichetta che non tengono conto delle quantità consumate e che equiparano un bicchiere di vino alle sigarette mettendo in bella vista scritte come “Bere alcolici provoca malattie del fegato”, oppure “Esiste un legame diretto tra alcol e tumori mortali”.

“Oltre alla Francia, che insieme a noi è il più importante produttore di vino al mondo, anche la Spagna è pronta a dare battaglia e così altri paesi. Il fronte comune si sta allargando a conferma di una preoccupazione che non è solo italiana. – spiegano Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana - Riteniamo che sia del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che nel nostro Paese è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol. Le etichette dovrebbero fornire informazioni corrette ed approfondite. Gli alert irlandesi, così come sono stati concepiti, rischiano solo di alterare il mercato e di discriminare eccellenze alimentari che sono alla base della Dieta Mediterranea”.

L’autorizzazione della Commissione fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario di penalizzare il settore come il tentativo di escluderlo dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti. Un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 A.C. Il vino è il più prezioso prodotto del paniere del Made in Tuscany che ha scelto da tempo la strada della qualità con 58 produzioni a denominazione (52 DOP e 6 IGP), di cui 4 tra le principali 20 italiane (Chianti Dop, Chianti Classico, Brunello di Montalcino Dop e Toscano Igp) con 1.183 milioni di euro di impatto economico con una crescita del 18,7%. Qualità confermata anche nel 2021 con la Toscana che è stata la regione che più di altre ha investito in superfici a vino DOP (57 mila ettari) secondo il rapporto Qualivita – Ismea.

La sola filiera del vino Dop coinvolge, nella nostra regione, 5.893 operatori con la Toscana che è la terza regione per impatto economico a livello nazionale secondo sempre Qualivita – Ismea.

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