La Befanata di Vinci 'consacrata' tra gli eventi storici

Nella notte dell’Epifania 2023 sono tornate, in presenza, le Befanate Vinciaresi nella casa del popolo di Spicchio-Vinci, dinanzi all’Arno (per cui c’è stato anche un bel “tocco” empolese) , gremita di gente e tanti poeti, sul palco a impersonare la Befana di questa edizione due poeti, Emilio Meliani di Santa Maria a Monte e Marinella Marabissi di Siena.

Non sono mancate le “rime locali” delle Befanate cartellonate, lette da Dario Spinelli, seppure in questo caso i componenti della compagnia dei befanari vinciani (sette per questa edizione, è stato detto) restano anonimi.

Grande ospite della serata, accolto da un’ottava di dedica, il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa tesa a scoprire uno degli aspetti più belli dell’animo e della lingua toscana.

Ad accompagnarlo erano il Sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia, e il presidente del Centro di Documentazione delle tradizioni popolari, Daniela Mancini. Una tradizione che ha radici nella storia locale e non soltanto. La “befanata lirica” nasce come gioco di società in poesia, occupa già i salotti cinquecenteschi, e si svolge secondo lo schema delle “polizze” ovvero i biglietti sui quali gli ospiti scrivono il nome e il tema proposto da sorteggiare per il canto della Befana, impersonata da uno o più poeti improvvisatori.

Nella versione moderna recuperata dal Centro di Documentazione per le Tradizioni Popolari dell’Empolese Valdelsa, pur mantenendo lo schema del gioco in poesia, le sorti delle “polizze” non sono più legate al nome o alle caratteristiche dei commensali, ma sostituite dai personaggi ed eventi più popolari dell’anno appena trascorso, secondo i desiderata dei partecipanti. I personaggi ed eventi sorteggiati vengono poi cantati in “ottava rima” dai poeti presenti. Al termine della serata il personaggio più segnalato o applaudito viene nominato come Befana dell’Anno.

Non v’è dubbio che il personaggio più citato sia stato il nostro Premier, Giorgia Meloni, e l’evento del 2022 la guerra in Ucraina. Per tale motivo, la Befanata finale è stata dedicata al tema della Pace, un vero e proprio inno in ottava rima di augurio per il prossimo anno.

Quest’anno infine la Befanata cartellonata, ovvero le rime, ottave, strofe, lasse e quant’altro che i befanari locali hanno creato per la notte della Vigilia, trascritte su cartelli, è di nuovo volata a Vinci, proprio là, dove le Befanate Vinciaresi sono nate ovvero la fontanella del Comune e la Quarconia (la piccola e stretta via dove un tempo si ritrovavano i poeti) che hanno dato voce ai due androni. È il primo anno in cui la “poesia di strada”, a Vinci documentata fin dall’Ottocento scorso, torna dove è stata coltivata per secoli dal popolo “vinciarese”. La Befanate sono state organizzate dalla Pro Loco Vinci, in collaborazione con i poeti e amici della Festa della Poesia di Vinci nel Cuore e la Casa del Popolo di Spicchio.

Per la cronaca storica, si ricorda che le Befanate sono rinate nel 2008, in quel di San Pantaleo, studiate e analizzate nel 2010 e 2011 ( “La Befanate Vinciarese, una Spoon River Toscana” e “Befanate e scherzi in poesia”), e di nuovo istituzionalizzate nel 2014, presso la Casa del Popolo di Faltognano, rivisitate e valorizzate, attraverso anche un ritorno alle origini rinascimentali, dal Centro di documentazione per le tradizioni popolari dell’Empolese Valdelsa; nel 2017 il primo grande riconoscimento nazionale, la “Befanata lirica di Vinci”, viene dichiarata patrimonio nazionale della Rete Italiana di Cultura Popolare, l’istituzione fondata e presieduta per anni dal prof. Tullio De Mauro. Ieri sera, dalla casa del popolo di Spicchio, è stato dato l’annuncio di un altro importante riconoscimento in arrivo.

La Befanata lirica del Montalbano, diversa da quella di questua o itinerante molto più conosciuta, rappresenta un’importante riscoperta per il territorio, costituendo probabilmente una prerogativa e caratteristica, che grazie alla civiltà contadina e alla goliardia paesana è sopravvissuta fino agli Anni Settanta del secolo scorso. Tradendo i contenuti di allora (rispettando quindi la privacy di ognuno!), ma consegnandoci il rito, così com’era stato pensato, la Befanata può vivere ancora, con la satira, l’umorismo e la verace toscanità, senza ferire o dileggiare la persona.

Fonte: Pro Loco Vinci/Vinci nel Cuore



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