“Con la scomparsa di Sergio Bini ci lascia un pezzo importante della storia Repubblicana. Partigiano, comandante della X Brigata Garibaldina d’assalto “Caiani”, Sergio Bini è stato per anni un rappresentante dell’ANPI ed ha coltivato la memoria di ciò che nazismo e fascismo rappresentarono nel ventesimo secolo". Così il presidente del Consiglio comunale di Firenze Luca Milani dà notizia della morte di Sergio Bini, partigiano con il nome di battaglia 'Fumo'.
Diventato partigiano prenderà parte a diverse iniziative, giungendo sino a Firenze dopo lo scoppio dell’insurrezione. In seguito alla smobilitazione partigiana, si arruolerà nel Gruppo di Combattimento Friuli, finendo la guerra a fianco degli Alleati.
La vera storia di “Fumo” è diventata anche un libro, che rende onore non soltanto ai partigiani, ma a tutti coloro che hanno resistito, sotto i bombardamenti alleati, alle violenze dell’occupazione, tedesca, fino alla liberazione. "Alla famiglia – conclude Luca Milani – giungano le condoglianze di tutta l’assemblea cittadina di Firenze”.
Il cordoglio del sindaco Nardella
“Con Sergio Bini ci lascia uno degli ultimi testimoni della guerra di liberazione, che con le sue azioni e il suo impegno ha contribuito alla libertà del nostro Paese dal nazifascismo. Ci mancherà questo uomo coraggioso, animato da un grande bene per la nostra collettività”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella appresa la scomparsa del partigiano Sergio Bini.
“Alla sua famiglia, agli amici e a tutta l'Anpi faccio le più sincere condoglianze mie personali, dell’amministrazione comunale e della città”, ha aggiunto il sindaco.
La storia di Sergio Bini è raccontata nel libro di Pietro Gianassi "Fumo, l'ultimo della Caiani, Monte Giovi, Castello Sesto (1940-1945)". Sergio si firma alla "scuola politica" di un operaio anziano nell'officina meccanica di Castello dove lavorava. L'8 settembre del 43 diventa partigiano con il nome di battaglia 'Fumo', e come Comandante di distaccamento nella X Brigata Garibaldina d'Assalto Caiani prenderà parte a diverse battaglie, arrivando a Firenze dopo lo scoppio dell'installazione. La sua guerra non finirà però con la Liberazione di Firenze, egli si arruolerà infatti nel Gruppo di Combattimento Friuli, finendo la guerra a fianco degli alleati. Uomo di grande generosità e passione non si è mai risparmiato nei racconti di quegli anni in cui ha combattuto per la libertà e anche per questo è sempre stato molto amato dalla sua comunità di Castello.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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