Sono oltre 3.400 i pazienti critici che durante l’emergenza pandemica, sono stati presi in carico dall’ dell’High Dependency Unit. Si tratta di un’Area Semi Intensiva all’interno del Pronto Soccorso di Empoli, diretto dal dottore Simone Vanni, dotata di letti attrezzati dove è possibile rimanere più a lungo (anche 24-48 ore) secondo il quadro clinico del paziente che può necessitare di accertamenti più approfonditi o di terapie in emergenza, salvavita. Quest’ultime per essere eseguite in sicurezza richiedono monitoraggio intensivo dei parametri vitali o controlli radiologici frequenti.
L'apertura di quest'Area, proprio durante l'inizio della pandemia, ha reso possibile la gestione attenta e tempestiva dei pazienti più gravi anche durante la fase di picco dell’emergenza Covid.
Negli ultimi due anni è stata infatti implementata con 4 letti monitorizzati e insieme ai 3 box visita intensivi della shock room e ai 7 box visita monitorizzati, già presenti da tempo, costituisce l'Area ad Alta complessità del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giuseppe.
Dal marzo 2020, tra gli oltre 130.000 cittadini che si sono rivolti al PS del San Giuseppe in regime d'urgenza, sono stati curati in HDU 1343 codici 1 (rossi) e 1076 codici 2 (urgenze indifferibili secondo il nuovo sistema di triage toscano).
Di questi, 722 pazienti avevano una grave insufficienza respiratoria, di cui oltre 200 trattati con ventilazione non invasiva e per brevi periodi anche invasiva, 435 ictus cerebrali, di cui 136 sottoposti a trombolisi sistemica eseguita in emergenza in Pronto Soccorso, monitorizzati 24 ore in HDU e poi trasferiti in Stroke Unit (reparto di degenza diretto dal dottor Luca Masotti in collaborazione con la neurologia diretta dal dr. Leonello Guidi).
Dei 136 pazienti sottoposti a trombolisi sistemica 27 sono stati trasferiti dall'HDU del San Giuseppe direttamente alla neuroradiologia di Careggi in corso di terapia trombolitica (così detto “drip and ship”) previa una valutazione teleneuroradiologica in tempo reale con Careggi.
Tra le patologie più gravi trattate in HDU la sindrome coronarica acuta (infarto miocardico), 285 pazienti, insieme a 79 arresti cardiaci, 29 Embolie polmonari a rischio intermedio/alto di cui 7 sottoposte a trombolisi sistemica e altre emergenze cardiovascolari, curate in collaborazione con il reparto di cardiologia, diretto dal dr. Attilio del Rosso. Sempre in HDU sono stati trattati anche 136 pazienti affetti da sepsi severa/shock settico e 128 pazienti politraumatizzati, gestiti insieme ai professionisti della rianimazione, della chirurgia e dell'ortopedia.
Grazie all'implementazione tecnologica con monitor multi parametrici per il monitoraggio invasivo avanzato e le donazioni da parte di enti benefici (1 ecografo, 1 ventilatore per il supporto respiratorio invasivo e non invasivo, elettrocardiografi, emogasanalisi, tromboelastogarfia) e alle professionalità acquisite dal personale sanitario del Pronto Soccorso, è stato possibile trattare un numero consistente di pazienti.
“La diagnosi tempestiva e il follow-up radiologico nelle prime ore li dobbiamo alla collaborazione stretta e insostituibile con la radiologia d'urgenza del nostro presidio, attualmente diretta dal dr. Andrea Sampieri, ed all'apporto costante e prezioso dell'equipe del laboratorio di analisi, diretto dalla dr.ssa Annamaria Gelli, oltre alla microbiologia, diretta dalla dr.ssa Iolanda Montenora.
L'HDU della medicina d'Urgenza del San Giuseppe si è rivelata utile anello nella "catena della sopravvivenza" dei pazienti affetti da patologie tempo dipendenti che richiedono come noto un approccio tempestivo e spesso multidisciplinare.
Questi risultati confermano l'idea che la squadra vincente (se vogliamo prendere una metafora dal mondo dello sport) non è tanto quella del fuoriclasse, che è ovviamente benvenuto là dove effettivamente c'è, tanto quella composta da diversi giocatori, ognuno con diverse capacità e professionalità, che sanno integrarsi e lavorare insieme con costanza e sacrificio per uno stesso obiettivo comune, la salute di migliaia di persone che ogni anno si rivolgono ai nostri Pronto Soccorsi bisognose di cure. Ne approfitto per ringraziare di cuore il personale tutto del Pronto Soccorso per aver garantito quotidianamente, sul campo, la risposta sanitaria più adeguata ai pazienti più critici- sottolinea il dr Simone Vanni.”
“Sono soddisfatta della stretta collaborazione creata tra il personale sanitario di diverse specialistiche mediche e quello del pronto soccorso grazie alla quale è stato possibile una gestione congiunta di numerosi pazienti critici durante il periodo emergenziale- sottolinea la dr.ssa Silvia Guarducci- ringrazio tutti per l’impegno profuso che permette di accrescere ulteriormente la qualità delle cure del nostro presidio ospedaliero.”
Fonte: Asl Toscana Centro
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