Rincari per le Pubbliche Assistenze, è allarme: "Non riusciamo a coprire i costi"

L’ambulanza, un presidio nella società attuale decisamente irrinunciabile.

Un qualcosa che viene dato per scontato ma che tanto scontato non è. Nella situazione attuale nel Valdarno (Fucecchio, Montopoli, Castelfranco, Santa Croce sull’Arno e San Miniato) le ambulanze in stand by (disponibilità operativa) sono sette, di cui una India (con infermiere a bordo, della Pubblica Assistenza di Santa Croce) e le restanti Bravo (coi soccorritori). Di queste sette, quattro operano H24 e le altre si alternano.

Solo che – negli ultimi mesi – quattro associazioni di volontariato locali hanno sospeso il proprio servizio di stand by, col risultato che chi è rimasto si è trovato a dover fare il doppio degli interventi, con tutte le difficoltà del caso.

Per questo le Pubbliche Assistenze del Valdarno (Fucecchio, Santa Croce, Croce Bianca Orentano, Vita Castelfranco di Sotto e Montopoli) lanciano un vero e proprio sos. Le associazioni resistono con senso di dovere e perché sentono di dover mantenere il rapporto che hanno con la cittadinanza. Ma – coi rincari attuali – fino a quando resisteranno? Alcune Misericordie dell’area – che si alternavano nella  disponibilità operativa – non sono invece più a disposizione della centrale 118 Pistoia – Empoli.

Di conseguenza, per chi ha deciso di proseguire nonostante tutto la situazione si è fatta oltremodo complessa. Dalla Regione per un’ambulanza in stand by pronta a uscire H24 arrivano circa 7.500 euro al mese (oltre ai rimborsi chilometrici), una cifra che permetteva di pareggiare a malapena le spese fino ad alcuni mesi fa ma adesso non più.

Anche perché – uscendo di più per coprire i servizi che prima erano gestiti da altre associazioni – le ambulanze si rompono di più e andranno incontro alla rottamazione prima, comportando per le Pubbliche ulteriori spese non previste. A intervenire sono Luigi Checchi (presidente PA Fucecchio) i colleghi Marco Remorini (PA Santa Croce), Soccorso Sicuranza (PA Vita), Edorardo Ceccarelli (PA Montopoli) e Giuseppe Santosuosso (PA Orentano): “Noi continuiamo ad offrire il servizio di stand by, anche se per noi la disponibilità operativa è in rimessa o lo sta diventando sempre più. Le tariffe sono ferme da anni mentre i costi salgono e i volontari sono in difficoltà; ma se smettiamo anche noi, ci sarà un giorno in cui un paziente che chiama non trova l’ambulanza per soccorrerlo? Noi non vogliamo arrivare a questo punto”.

I presidenti, poi, si pongono un quesito: “I soldi risparmiati per le ambulanze che non sono più in stand by dove finiscono? Non potrebbero essere investiti in chi invece sta continuando a prestare questo servizio alla popolazione?”. In difficoltà ci sono anche i volontari: “Spesso rimangono bloccati in Pronto Soccorso, con turni che si protraggono all’infinito. E con gli interventi che aumentano, accresce anche il loro stress. Se riusciamo con mille difficoltà ad avere ambulanze operative è perché ci sono i volontari: se loro mollano e dobbiamo mettere i dipendenti sulle Bravo, il sistema crolla”.

Da qui la necessità di appellarsi alle istituzioni: “A loro – in primis la Regione e l’Asl – chiediamo un intervento rapido, perché già il sistema di emergenza – urgenza in Toscana si regge sulle spalle delle associazioni di volontariato. Coi soldi che riceviamo per lo stand by, non riusciamo a coprire i costi vivi, per cui serve un adeguamento delle convenzioni anche alla luce della situazione che abbiamo descritto. Noi non possiamo resistere all’infinito”.

Fonte: Ufficio stampa Pubblica Assistenza Fucecchio, per conto di tutte le PA del Valdarno citate

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