UniFi, Agraria: arrivano dieci nuovi ricercatori e tre professori ordinari

“Dopo due anni e mezzo di Consiglio a distanza ripartiamo finalmente in presenza, un’occasione ideale per festeggiare i nuovi colleghi e premiare le loro competenze in un ambito collettivo, per fargli sentire che siamo tutti parte di una medesima realtà”. Con queste parole, Simone Orlandini, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze, ha salutato stamani i lavori del Consiglio di Dipartimento presso la sede di Quaracchi, nell’ambito del quale sono stati presentati i dieci ricercatori e i tre professori ordinari che hanno preso servizio dal 1 settembre al DAGRI. Tredici studiosi provenienti da settori diversi che in modo altrettanto trasversale vanno a implementare le dieci sezioni che compongono il Dipartimento di Agraria. Per loro molti gadget e un’accoglienza speciale da parte degli oltre 120 membri del DAGRI intervenuti.

“Vi sono indubbi aspetti di comodità nel ritrovarsi di persona – prosegue Orlandini - senza contare che siamo molti e distribuiti in varie sedi, per cui ci sono colleghi che non si vedono quasi mai se non durante questo nostro appuntamento mensile, che prima della pandemia era la prassi. Il Consiglio ha un valore fondamentale in termini di scambio, di rinforzo di quella rete che è alla base della vita accademica e non solo. La dimensione virtuale è utile ma è troppo fredda, non può sostituire l’umana necessità di incontrarsi fisicamente per parlare e confrontarsi”.

“E’ una sfida quotidiana essere tante cose in una”, spiega il professor Bruno Zanoni vice direttore del DAGRI. “E’ vero che anche in altri settori ci sono queste differenze, però è evidente che il comparto agroalimentare, ambientale e forestale ha più bisogno di interdisciplinarietà. E’ come un mini-Ateneo nell’Ateneo e per tenerlo insieme occorre lavoro, condivisione, occorre considerare il proprio ruolo e la propria funzione non più importante delle altre. Un percorso cambiato tante volte nel corso degli anni per via delle riforme. All’inizio eravamo molto parcellizzati tra sezioni, istituti, dipartimenti. Sappiamo bene quanta fatica è stata fatta per creare una realtà omogenea. Quello che manca – conclude Zanoni – è senz’altro un tetto comune che aspettiamo da tanto tempo”.

Fonte: Università di Firenze - ufficio stampa

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