L'aumento delle bollette preoccupa le aziende ceramiche, dove l'uso dei forni è prioritario. L'associazione 'Strada della Ceramica' di Montelupo: "Abbiamo bisogno di aiuto ora. Catastrofe sociale se ci fermiamo"
"Si preannuncia un periodo davvero critico per il settore della ceramica, per sua natura altamente energivoro, a causa dell'aumento esponenziale delle bollette". Inizia così in una nota l'associazione 'Strada della Ceramica', guidata dal presidente Patrizio Bartoloni, realtà composta da oltre 40 aziende ceramiche di Montelupo Fiorentino.
"Il direttivo dell’Associazione Strada della Ceramica di Montelupo si è riunito ieri sera presso la Fornace del Museo di Montelupo con l'obiettivo di avviare azioni di sensibilizzazione su questo tema rivolte in particolare alla stampa e alla classe politica al fine di denunciare la grave situazione nella quale versano, e le potenziali drammatiche conseguenze. A causa del caro energia - prosegue l'associazione di ceramisti - i costi di produzione lievitano, e per gli acquirenti è più conveniente rivolgersi a produttori di altri paesi, investiti dalla crisi energetica in misura minore. Ne conseguono commesse annullate, e una situazione che rischia di portare allo spegnimento temporaneo o permanente dei forni".
"C'eravamo appena ripresi dal disastro economico del lockdown, ma il rincaro dei costi energetici è molto peggio del Covid: in questo caso rischiamo di spegnere i forni e chiudere tutti", afferma Paolo Piatti, del direttivo della Strada della Ceramica.
Un settore dai numeri ancora importanti, quello della ceramica a Montelupo. "Se ci fermiamo, non solo vanno a casa centinaia di lavoratori del comparto ceramico di zona, ma anche tutto l’indotto: gli scatolifici che dipendono dai nostri prodotti, per dirne solo una. Sarebbe una catastrofe sociale. È necessario che Regione e Governo prendano provvedimenti urgenti. Abbiamo bisogno di aiuto ora. O facciamo notizia solo se chiudiamo?"
Gli artigiani della Strada della Ceramica chiedono quindi con forza al Governo che prenda immediatamente provvedimenti risolutivi. Prima che sia troppo tardi. "Siamo una piccola associazione, 40 aziende. La nostra presa di posizione può sembrare solo una goccia nel mare" conclude Ivana Antonini, vicepresidente dell’associazione. "Ma in questo momento difficile, tutti siamo chiamati a far sentire la nostra voce: questa goccia, la nostra, insieme a tante altre gocce può fare la differenza".
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