Si amputò il braccio in un incidente sul lavoro a Castelfranco di Sotto nel 2014, adesso il capo reparto è stato condannato in Cassazione per lesioni colpose e violazione delle norme antinfortunistiche. Da quanto appreso, infatti, l'operaio, un facchino extracomunitario, sarebbe stato impiegato per mansioni diverse da quelle previste dal contratto. Il caporeparto, un 52enne, è stato quindi condannato a un anno di reclusione in quanto responsabile delle attività. A darne notizia è il quotidiano La Nazione.
L'operaio stava lavorando un pezzo di legno alla scorniciatrice, quando nel tentativo di rimuovere alcuni residui di legno incastrati nelle frese del macchinario si amputò il braccio. Il macchinario era dotato di alcuni ripari negli sportelli di entrata e uscita proprio per evitare l'inserimento degli arti, nonché di un microinterruttore che permetteva l'arresto dello stesso se lo sportello fosse stato sollevato. Nella sentenza si evidenzia però come i dispositivi di sicurezza non fossero funzionanti.
L'avvocato del capo reparto aveva fatto ricorso contro la condanna indicando nel datore di lavoro il responsabile: secondo la difesa sarebbe stato lui a impiegare l'operaio in altre mansioni e non riparare l'interruttore del macchinario. I giudici, però, hanno ritenuto, stando al ruolo assegnato al caporeparto, che fosse proprio quest'ultimo il responsabile dell'attività e la persona che avrebbe dovuto supervisionare il lavoro degli altri operai.
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