La Regione punta sull’innovazione e di nuovo sull’economia collaborativa - quella dove beni e servizi vengono condivisi, facendo impresa – per rilanciare l’attività economica nelle aree interne, in montagna o nelle isole, e soprattutto per ripopolare quei territori, attraendo lì chi magari, grazie alle nuove tecnologie e ad una veloce connessione ad internet, sempre più diffusa, può lavorare in smart working o da remoto.
Dopo la pausa estiva sarà infatti pubblicato un bando che sosterrà, con contributi a fondo perduto, micro, piccole e medie imprese, ma anche cooperative di comunità, che facciano attività d’impresa utilizzando tecnologie, servizi e infrastrutture digitali per offrire i propri servizi o prodotti. E lo facciano puntando alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
La giunta regionale ha messo a disposizione un milione e 800 mila euro, su proposta dell’assessore all’economia, e ciascuna impresa potrà contare su sostegni, in parte anticipati, da 20 a 150 mila euro, ovvero al massimo fino al 60 per cento del valore dei progetti. Con alcuni paletti: gli investimenti non dovranno pesare più del 40 per cento e il costo del personale il 30.
Il contributo potrà essere richiesto anche per progetti già avviati, purché non lo siano da prima di agosto 2021. Tutti si dovranno concludere entro giugno 2023. Per l’assessore all’economia l’innovazione e la transizione digitale possono diventare un’occasione di riscatto per queste aree, attraendo anche giovani: ugualmente lo si può fare puntando sul lavoro a distanza o il telelavoro con progetti di ‘smart village’ come quello di Santa Fiora sull’Amiata grossetana, lanciato l’anno scorso con un’intesa anche tra Comune e Regione per dar vita ad un luogo dove ospitare start up, imprese innovative e spazi di coworking o per chi lavora in smart working.
Non è la prima volta che la Regione Toscana si muove per sostenere iniziative di economia collaborativa nelle aree interne. Dal 2018 più bandi sono stati pubblicati rivolti alle coopetive di comunità che operano nei borghi più sperduti, in montagna o nelle aree periferiche di aperta campagna: un’esperienza originale, fatta di vere e proprie imprese, destinate a reggersi sulle proprie gambe anche se nate spesso da un tessuto associativo fatto di civismo, inventate per creare nuove occasioni di sviluppo in aree oggi marginali ed offrire nuovi servizi ai residenti, combattendo lo spopolamento di quei territori.
L’ultimo bando, per cui erano stati stanziati un milione e 200 mila euro, risale allo scorso marzo. Ancora prima erano stati impiegati quasi due milioni e 800 mila euro.
Fonte: Regione Toscana
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