Anche all'ultimo Consiglio Comunale l'Amministrazione Comunale ha proposto un’altra variante al Piano Strutturale, che è stata approvata col nostro voto contrario, con l'astensione di tutti gli altri consiglieri di minoranza e col voto favorevole della maggioranza.
Al di là di alcuni aspetti di merito, che abbiamo puntualmente fatto presenti (la variante veniva presentata come il riempimento di un tassello da completare della zona artigianale di San Miniato Basso, ma in realtà va ad incidere su un'area importante per la presenza della Villa di Castellonchio, in una situazione golenale, soggetta a rischio idraulico, e in una zona che, più di altre, è stata soggetta a quell’ “espansione edilizia di tipo lineare” che gli indirizzi approvati del nuovo Piano Strutturale vorrebbe superare), il nostro voto contrario ha espresso un grave disappunto politico: mentre è di fatto avviata da marzo una qualche forma di presentazione dei primi materiali del nuovo Piano Strutturale Intercomunale di San Miniato e Fucecchio, e mentre l'Amministrazione continua a rinviare l'apertura in sede istituzionale di un confronto politico sui materiali elaborati, si continuano a far piovere sul Consiglio Comunale, spesso con tempi di approfondimento e di discussione assolutamente inadeguati, piani di lottizzazione e relative varianti al Regolamento Urbanistico.
Questioni come l'affermazione effettiva, e non solo verbale, del principio del risparmio del suolo (priorità resa drammaticamente urgente dalla crisi climatica); come la messa in sicurezza della Tosco-Romagnola come strada urbana e della ricucitura di un asse di circonvallazione a nord; come la rigenerazione urbana delle aree delle concerie dismesse anche attraverso la realizzazione, d'iniziativa pubblica, di un recupero esemplare a fini di pubblica utilità, sono assolutamente centrali. Ritardare il confronto politico su questi temi evidenzia l'intenzione di continuare a presentare varianti semplificate al Regolamento Urbanistico che si traducono quasi sempre in espansioni edilizie prive di un disegno del territorio, approfittando magari della tendenza della Regione Toscana, contro cui abbiamo già preso posizione, ad allentare il rigore delle scelte urbanistiche.
Sarebbe auspicabile al posto di una saturazione dei lotti attraverso piani di lottizzazione, una attenta mappatura dei terreni che in futuro potrebbero accogliere i volumi da recuperare. Ricordiamo che sul nostro territorio fra ex-concerie ed altre manifatture sono presenti svariate migliaia di MQ di superficie edificata, un problema al quale dobbiamo urgentemente dare risposte.
E per questo pensiamo che l'atteggiamento del nostro Comune, e anche della Regione Toscana, su materie come il rischio idraulico, il rischio geologico, il rischio sismico, e anche altri rischi legati all'emergenza climatica non dovrebbe essere, come spesso appare, teso a ridurre o ad aggirare i vincoli, ma dovrebbe fare della difesa del suolo una priorità reale e non solo proclamata. E il recupero e il riuso del patrimonio edilizio esistente dovrebbe diventare un'alternativa ed una opportunità per ridisegnare le nostre vecchie città. Per fare tutto questo occorre un forte impegno anche da parte della Regione, che attraverso lo sviluppo di una normativa ad hoc, preveda sostegni ed incentivi.
Il Piano Strutturale è infatti un atto rilevantissimo, da cui dipenderà per decenni il futuro del nostro territorio. Su un atto del genere si deve svolgere un confronto politico di livello più alto possibile, col coinvolgimento massimo della gente.
Manola Guazzini-Lista Civica CambiaMenti
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