Sono stati condannati dal tribunale di Grosseto i ministeri della Difesa e dell'Interno, dovranno risarcire circa 400mila euro alla vedova del militare Antonio Ballini. Quest'ultimo morì nel 2014 a 69 anni per un mesotelioma, dovuto all'esposizione per anni all'amianto nelle navi della Marina Militare Italiana. L'erogazione proseguirà per tutta la vita con un vitalizio di 1.900 euro mensili.
Lo rende noto Ezio Bonanni, legale della famiglia e presidente dell'Osservatorio nazionale amianto (Ona). Nella nota diramata lunedì 1 agosto si spiega che Ballini è morto per essere stato a contatto tra il 1965 e il 1968 con l'amianto usato nelle navi della Marina, specie nei motori. Ballini infatti era adibito alla manutenzione dei mezzi, nonché pulizia cucine e riscaldamenti.
Il tribunale ha riconosciuto al militare lo status di vittima del dovere che, in un primo momento, gli era stato negato e ha sottolineato in sentenza: "deve pertanto ritenersi che l'esposizione ad amianto del Ballini sia avvenuta in occasione dello svolgimento di attività di servizio e nell'espletamento delle funzioni d'istituto" e che: "la patologia contratta e il decesso derivatone siano riconoscibili come dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali in cui il ricorrente ha operato".
Il tribunale ha riconosciuto i diritti della vittima e della vedova ma, spiega Bonanni, "non quelli dell'orfano, perché al momento della morte del padre, questi aveva già iniziato a lavorare. Si tratta di una chiara ingiustizia, contro la quale faremo appello. Intanto promuoveremo anche l'azione di risarcimento del danno a carico del Ministero".
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