Panoramica sulla situazione in Toscana e nell'Empolese: intervista alla presidente regionale Claudia Firenze e al presidente zonale Empolese Guido Crudeli
Emorragia di donatori in Toscana e nell'Empolese, Avis lancia l'allarme: "Serve un ricambio generazionale"
Il 14 giugno si festeggia la Giornata mondiale del donatore di sangue, tuttavia c’è ben poco da stare allegri: la nostra regione fa i conti con una grave anemia sanitaria e sociale. I monumenti cittadini si apprestano a illuminarsi di rosso, ma da troppo tempo in rosso sono pure le riserve ematiche del Pegaso. Sia in Toscana che in tutta Italia, infatti, donazioni e donatori sono in preoccupante calo sin dall’anno scorso, con possibili gravi ripercussioni su tutta la macchina ospedaliera e trasfusionale. Per sopperire a tale carenza, la Toscana sta chiedendo sangue ad altre regioni, tuttavia anche sul territorio nazionale si registra la stessa anemia: regioni come Emilia Romagna e Veneto, serbatoi a cui si rivolgeva la Toscana nei periodi di difficoltà, fronteggiano la stessa penuria di donazioni.
“Il 2022 ha continuato il trend negativo partito nel 2021, mentre nel 2020 a inizio pandemia la situazione era migliore” illustra Claudia Firenze, presidente regionale di Avis Toscana, nonché prima donna alla guida della sezione toscana dell’associazione in 50 anni di storia. "Nella prima parte della pandemia era più facile donare durante la settimana, mentre adesso i lavoratori preferiscono venire nei centri nel weekend e non sempre ci sono posti disponibili. Hanno fatto il resto carenza di personale, sia strutturale che dovuta ai contagi omicron, vaccinazioni anti covid, malessere psicologico dovuto ai due anni di pandemia, e (per noi) l’impossibilità di sviluppare campagne informative in presenza per coinvolgere nuovi donatori. Addirittura abbiamo dovuto fronteggiare le fake news create in rete su fantomatiche correlazioni negative tra donazione di sangue e vaccino anti covid”.
A proposito di nuovi donatori, però, in Avis Toscana è forte la componente giovanile e femminile: pur fronteggiando appunto il calo nei nuovi donatori, questi ultimi sono perlopiù giovani e tra questi la maggior parte sono donne tra i 18 e i 25 anni. Un ottimo risvolto che rende più equilibrata la componente di genere. Impatto importante ha avuto “Dona in Doppio”, campagna per sensibilizzare su diversi tipi di donazione ed evitare che ci si concentri solo sul sangue intero, rischiando di non avere il plasma come è avvenuto nel 2021, in cui la raccolta di plasma è stata più bassa rispetto agli anni precedenti.
“L’anno scorso durante l’estate mancava il sangue per operazioni. Dobbiamo sensibilizzare non solo i possibili donatori ma anche chirurghi e anestesisti affinché il sistema trasfusionale non venga dato per scontato. Il Trasfusionale è un sistema peculiare nella sanità, che genera autonomamente le proprie risorse; è l’unico settore in cui protagonisti non sono i malati ma i donatori. La carenza di sangue è un vulnus che scontiamo due volte, sanitariamente ed economicamente: il sangue che manca va preso fuori regione. La Toscana nel 2021 ha speso 350mila euro solo in sacche provenienti da fuori regione, senza considerare spostamenti e trasporti. I plasmi derivati se non arrivano dai donatori si acquistano sul mercato, tuttavia è una soluzione rischiosa, perché il mercato può ritenere più remunerativo vendere ad altri paesi o alzare i prezzi.
La carenza di sangue e dei suoi derivati - conclude - è una sconfitta per l’intera società, donare significa salvare delle vite".
I numeri di Avis Toscana
Gli effetti a lungo termine della pandemia si fanno sentire, mitigati solo dall’impegno sinergico di Avis, delle istituzioni, dei trasfusionisti e delle altre associazioni del dono. I prelievi sono scesi di circa 2.000 unità (-1,8%) rispetto al 2020, e il numero dei soci donatori ha registrato un lieve calo (-0,7%). Numeri sui quali ha inciso l’andamento negativo dei nuovi soci, passati dai 7.959 del 2020, un dato sorprendente e eccellente considerato l’anno pandemico, ai 6.941 del 2021 (-12,8%), tornando sui livelli pre pandemia.
Nel 2021 dai donatori di sangue toscani di Avis sono state effettuate 82 mila donazioni di sangue intero (il 74%), 25.600 di plasma e oltre 3.000 di multicomponenti. Se il dato relativo al sangue è in crescita del 2% (2.000 donazioni in più), il plasma è sceso del 12%, con 3.400 prelievi in meno. Cifre al ribasso anche per quanto riguarda le Unità di raccolta (UdR) associative, che soffrono della generalizzata mancanza di personale medico e infermieristico e della definitiva chiusura di quelle senesi.
L’andamento delle donazioni non è uniforme in tutte le sedi della Toscana. Importante il risultato dell’Avis di Arezzo e di quella di Grosseto, che hanno trainato l'Area Vasta Sud Est, l’unica in cui risulta un incremento delle donazioni (+1,38%). Scendono del 3,5% rispetto al 2020 quelle dell’Area Vasta Centro, dove a preoccupare è soprattutto Prato (-7,7%), seguita dall’Empolese (-5,8%) e da Pistoia (-3,7%). Bilancio in positivo per l’area fiorentina, con un aumento del 2%. In calo anche l’Area Vasta Nord Ovest (-2,8%), in cui la Versilia si dimostra quella in maggior sofferenza (-7%).
Empolese, Valdelsa e Valdarno, situazione preoccupante
Il triangolo Empolese-Valdelsa-Valdarno rispecchia gli andamenti regionali e nazionali: nel 2020, nella prima fase della pandemia, si è assistito a un sensibile aumento dei nuovi donatori, mentre nel 2021 si è verificata una contrazione delle nuove leve pari a circa il 5,8% rispetto all’anno precedente. In questi primi mesi del 2022, purtroppo, il calo è proseguito raggiungendo un’ulteriore emorragia dei nuovi donatori tra il 2,5% e il 3% in confronto all’inizio del 2021.
“Se non tamponata, quest’anemia nelle donazioni può generare le stesse problematiche incontrate a luglio e agosto scorsi. In estate può capitare di dover fronteggiare una maggiore carenza, ma quest’anno siamo in difficoltà già a giugno – avverte Claudia Firenze –. Recarsi a donare sangue durante la settimana può risultare complicato per chi lavora, tuttavia nel weekend i posti disponibili si possono trovare, nonostante le carenze di personale medico”.
Preoccupato anche Guido Crudeli, presidente Avis zonale Empolese-Valdelsa-Valdarno inferiore. “L’emergenza ha raggiunto un livello critico, alcuni gruppi sanguigni come A e 0 sia negativo che positivo sono quasi a secco, mentre di altri sono rimaste solo scorte residue. Nell’Empolese-Valdelsa-Valdarno – conferma Crudeli – il trend negativo ha generato una settantina di donazioni in meno rispetto ai primi cinque mesi del 2021. Forse il mondo del lavoro è cambiato durante la pandemia: si potrebbe pensare che i numerosi professionisti a partita Iva siano meno propensi a donare perché per loro un giorno in meno di lavoro si traduce in un giorno in meno di guadagno, in una situazione economica non certo facile. Tuttavia, abbiamo notato che anche chi è lavoratore dipendente non offre più la stesa disponibilità mostrata in passato”.
A differenza dell’Avis Regionale, nell’Empolese sono calati anche gli ingressi di nuovi soci giovani rispetto agli anni passati, non permettendo il necessario ricambio generazionale, visto che i soci “anziani” superati i 70 anni non possono più donare. “Nonostante gli sforzi, nella nostra zona facciamo fatica a attrarre nuovi donatori” è l’ammissione di Crudeli, che fa suonare più di un campanello di allarme: la zonale Empolese, infatti, è non ha mai lesinato sull’impegno nelle campagne di sensibilizzazione. Per avere conferma basta farsi un giro alla stazione di Lazzeretto a Cerreto Guidi, dove si staglia il murales realizzato dai giovani volontari Avis abruzzesi nel 2019, frutto di una sinergia che ha oltrepassato i confini regionali.
La zonale empolese comprende 11 sezioni Avis, che si possono dividere appunto in tre macro aree: la Valdelsa, la zona dell’empolese e il Valdarno, assistite dai centri trasfusionali a Empoli, Castelfiorentino e Fucecchio. Per quando riguarda gli andamenti specifici, Montespertoli è in crescita, Empoli tiene molto bene e anche Staffoli mostra un trend positivo. La Valdelsa invece registra alcune difficoltà - in primis Castelfiorentino - così come Fucecchio.
“Noi siamo presenti sul territorio in ogni occasione che ce lo permette – assicura Crudeli –, purtroppo incontriamo maggiori difficoltà a convincere i giovani o possibili nuovi donatori. Noi saremo presenti in tutti e tre i centri trasfusionali; a Empoli in particolare allestiremo una postazione, con tutte le associazioni del dono, che vedrà la presenza della responsabile dei tre centri trasfusionali, la dottoressa Paola Lazzeri, e offrirà l’occasione di chiedere informazioni per la donazione”.
Giovanni Gaeta
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