I grandi fatti del mondo spiegati in modo accessibile a tutti, comprendere la portata epocale della scarsità energetica e agroalimentare, ma soprattutto la rilevanza globale del Mediterraneo, il mare più geopolitico e mare sempre meno nostro, anche alla luce della presenza stabile di nuovi attori come Cina e Russia.
Per far questo, l’Educandato del Poggio Imperiale di Firenze ha organizzato un dialogo con Gianni Bonini, già vicepresidente del CIHEAM, autore di tre libri sul Mediterraneo, tra cui l’ultimo “Paesaggi mediterranei”, uscito a fine del 2021 (Samizdat), con prefazione di Stefania Craxi e contributi di Plácido Plaza (CIHEAM), Mouïn Hamze (CNRS-Libano), Maurizio Raeli (CIHEAM-Bari), Sébastien Abis (Club Démeter). Il libro è curato da Debora Degl’Innocenti, editato da Emanuela Ceres e arricchito dagli scatti dell’agenzia Fotocronache Germogli.
Dopo l’apertura del Presidente dell’Educandato SS. Annunziata del Poggio Imperiale Professor Giorgio Fiorenza e stimolato da Lorenzo Somigli, analista del Mediterraneo allargato, con pubblicazioni tra gli altri su Transatlantic Policy Quarterly e la rivista leSfide, Bonini ha aperto una riflessione di ampio respiro che ha subito incontrato il favore degli studenti.
“Siamo immersi nel Mediterraneo, che è la madre delle civiltà, come ho potuto constatare visitando Ebla in Siria e Baalbek in Libano”, ha ricordato Bonini. “Negli ultimi decenni, abbiamo guardato sempre di più all’Europa continentale, lasciando scoperto il fianco mediterraneo ma nel Mediterraneo passa la nostra vita e passa il 70% delle forniture di tutta l’Europa. Da qui il mio interesse per il Mediterraneo, soprattutto dopo la lunga stagione di convulsioni apertasi con le primavere arabe”.
Bonini, già presidente della Fondazione Craxi e Senior Fellow de Il Nodo di Gordio, ha una lunga esperienza manageriale nel settore dell’energia e ha spiegato quali sono le infrastrutture del gas che attraversano il Mediterraneo ovvero il “Transmed che dai giacimenti algerini si immerge a Capo Bon in Tunisia, supera il Canale di Sicilia e arriva a Mazara del Vallo” e il TAP, sul quale non ha rinunciato a una nota polemica su chi si è opposto alla sua costruzione, salvo poi doversi ricredere. L’autore ha spiegato che la scelta del gas fu figlia di una precisa strategia delle classi dirigenti del Dopoguerra “per accompagnare lo sviluppo dei popoli del Nord Africa dopo il colonialismo e la loro piena indipendenza”.
Per agevolare la conoscenza del Mediterraneo, Bonini ha consigliato alcune letture, tra cui “Memorie del Mediterraneo” di Braudel, e ha invitato i presenti a visitare di più i paesi del Mediterraneo, come il Libano, al quale rimane affezionatissimo, l’Egitto e la Turchia, che racchiudono questa cultura, ma anche a costruire una propria e autonoma “visione critica”.
Gli studenti hanno dimostrato di apprezzare molto i temi e la possibilità di confrontarsi su qualcosa che investe la loro quotidianità e soprattutto il loro futuro. “È fondamentale – ha sottolineato Fiorenza – che i giovani che lasciano l’Istituto abbiano l’opportunità di formarsi un’opinione ragionata su temi così rilevanti”.
Fonte: Ufficio Stampa
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