Tassa sui passi carrabili, non ci resta che pagare

L’abitudine agli aumenti delle bollette e quant’altro ce l’abbiamo nel Dna, noi italiani, e quindi quando uno di questi arriva, non ci facciamo caso più di tanto: si 'bubbola' un po’, si paga e stop.

Anche stavolta, quindi, sarà così, seppur sul 40% medio di aumento della tassa sui passi carrabili deciso a Empoli viene da soffermarsi un po’, non tanto per il dover sborsare soldi in più (come detto ci siamo abituati) quanto per le motivazioni che sono state date.

In un articolo uscito nei giorni scorsi sulle pagine locali del quotidiano Il Tirreno, accanto alla notizia, si legge infatti che l’aumento è dovuto sostanzialmente a due fattori: “Come spiega il Comune, l'aumento è stato deciso con la delibera di giunta comunale numero 231 del 3 dicembre 2021. Le precedenti tariffe, in vigore fino al 2021, non venivano di fatto modificate dal 2004, ovvero da 18 anni e la manovra per reperire maggiori risorse si è resa necessaria per far fronte ai maggiori costi per utenze e materie prime”.

Fin qui i fatti, non smentiti, davanti ai quali sono scattate le immancabili proteste social.

Il normale cittadino si chiede: perché se aumentano le materie prime deve aumentare questa tassa?

Di quali materie prime si tratta visto che associare questa parola ai passi carrabili non è proprio così facile?

Curiosa anche la questione temporale a cui, per restare sullo stesso livello, si potrebbe replicare che, se sono ferme da 18 anni, sarebbero potute restare anche il diciannovesimo visto che non si tratta di un anno di boom economico ma di post-pandemia (almeno per i prezzi poco post e tanto pandemia) con aumenti di tutto quanto è possibile.

Insomma, posto che nessuna giunta si diverte ad aumentare le tasse (anche se le elezioni sono lontane) è evidente che qualche motivo c’è sicuramente, ma non sarebbe stata una cattiva idea spiegarlo con chiarezza a gente che deve già subire i salassi che tutti ben sappiamo e che ora se ne trova un altro.

Perché questa storia delle materie prime somiglia molto all’aumento della pasta perché il grano viene dall’Ucraina. Anche di quella con scritto sulla confezione: grano 100% italiano. Comunque non ci resta che pagare, come sempre.

 

Marco Mainardi

Tutte le notizie di GoBlog