Una processione per ricordare, 500 anni dopo, il miracolo della Madonna del Pozzo

Il santuario della Madonna del Pozzo

Il mese di maggio che la Chiesa tradizionalmente dedica alla Madonna si chiude a Empoli con un importante appuntamento che unisce il culto per la Vergine ad un luogo storico della nostra città. Una processione ricorderà infatti martedì sera alle 21.30 il miracolo della Madonna del Pozzo, la chiesa che si trova su piazza della Vittoria e che costituisce, assieme alla Collegiata, l’altro punto di riferimento cattolico del centro cittadino. Nell’occasione si ricorderà il miracolo della Madonna del Pozzo che risale proprio a 500 anni fa.

Cosa accadde quel 1522? Prima della chiesa era presente sul posto una locanda per i pellegrini detta ‘della Cervia’. Accanto c’era anche un pozzo sopra il quale, come si legge sul sito ‘dellastoriadempoli.it’ “c’era un tabernacolo nel quale era stata dipinta, agli inizi del Quattrocento, una Madonna col Bambino tra i Santi Andrea, Antonio abate, Jacopo e Giovanni Battista”.

E proprio qui accadde l’evento miracoloso. “Un incendio distrusse l’intera locanda, composta di sei camere, una sala, una cucina e una bottega e restò in piedi il solo pozzo tabernacolo, rimanendo intatta anche l’immagine mariana. L’immagine, ritenuta da questo momento in poi miracolosa, divenne oggetto di straordinaria venerazione e mèta di pellegrinaggi continui, tanto che la Compagnia di Sant’Andrea fece costruire intorno al pozzo un semplice oratorio a pianta rettangolare”.

Col passare degli anni ci furono naturalmente molte trasformazioni dell’edificio (è del 1661 il loggiato, del 1966 l’innalzamento a santuario), ma ciò che non è mai cambiata è la venerazione nei confronti della Madonna attorno alla cui immagine miracolosa è stato edificato l’altare principale.

Venerazione che martedì sera chiamerà a raccolta gli empolesi e le diverse parrocchie con una processione che, partendo dalla Collegiata, si concluderà proprio al Santuario mariano. Un modo di chiudere come merita il mese di maggio e di ricordare un evento miracoloso che, ormai da 500 anni, viene ricordato in città.

Marco Mainardi

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