La pandemia ha generato un aumento delle richieste da parte dei pazienti per il 66,6% degli psicologi livornesi rispetto all’era pre-Covid. Nella provincia si registra un’impennata di comportamenti a rischio, segnalata dal 69% dei professionisti.
Lo riporta un report stilato dall’Ordine degli psicologi toscani, prendendo in esame il periodo compreso tra il marzo 2020 e il febbraio 2022. A soffrire maggiormente di una diffusa condizione di malessere è stata in particolare la fascia degli adolescenti, mentre i disturbi più ricorrenti si chiamano ansia e depressione, seguiti a ruota da problematiche relazionali.
“Un quadro tristemente composito - commenta la presidente Maria Antonietta Gulino - che ci restituisce una fotografia dettagliata dello stato di salute mentale dei toscani durante questi due anni di Covid. L’isolamento forzato e le restrizioni in certi casi hanno accentuato problematiche, contrasti e incognite preesistenti, mentre in altri hanno innescato nuovi timori e forme di disagio”.
L’indagine è frutto di un questionario svolto da 1099 psicologhe e psicologi iscritti all’Ordine della Toscana che svolgono attività clinica negli studi privati in tutte le province del territorio. I numeri che racconta risultano allarmanti non soltanto per l’aumento esponenziale di richieste, ma anche per la loro eterogeneità in termini di età e declinazioni differenti del malessere accusato. Su Livorno, in particolare, sono stati intervistati 72 iscritte e iscritti, campione rappresentativo di questa provincia, in linea con il numero degli iscritti all’Albo regionale.
La provincia di Livorno preoccupa per l’aumento dei comportamenti a rischio, come il ricorso a droghe e gioco d’azzardo o quello eccessivo all’alcool e al fumo. Una tendenza che si rivela particolarmente in crescita in tutta la costa toscana e che vede la città tristemente sul podio regionale con il 69% di segnalazioni da parte degli psicologi, alle spalle di Lucca (70%) e davanti a Pisa (63%).
Stando al dato regionale, la fascia che in Toscana ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia è quella degli adolescenti, che fa segnare una crescita regionale delle richieste addirittura per l’81% dei professionisti campionati. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare sono le questioni rimaste sul tavolo, tutt’altro che agili da districare.
In Toscana, la pandemia ha inoltre impattato negativamente sulle problematiche psicologiche esistenti, acuendole ed estendendole. Fra le diverse problematiche riscontrate, il 56,3% degli psicologi ha indicato la sintomatologia ansiosa, il 17,3% la sintomatologia depressiva e il 14% problemi relazionali. A seguire, circa il 5% riporta di fobie sociali e/o scolari e circa il 3% rileva situazioni di disturbo del comportamento alimentare.
Nella scala delle principali preoccupazioni riportate campeggiano la paura del futuro, indicata dal 40% degli psicologi, il timore dell’abbandono e della solitudine rilevata dal 26,9%, paure delle malattie e della morte dal 15,2%, paura per le relazioni extrafamiliari dall’8,8%, paura per i propri familiari dal 6,6% e paura di perdere il lavoro dal 2,1%.
Fonte: Ufficio Stampa
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