Nuova vita per i rifiuti non recuperabili che, invece di finire in un inceneritore e generare CO2, saranno trasformati con un'innovativa tecnologia di conversione chimica, in gas circolare. Questo il cuore del progetto del 'Distretto dell'Economia Circolare' che potrebbe nascere a Empoli. Questo pomeriggio lo studio di fattibilità è stato presentato in Consiglio comunale a Empoli. In aula, nel Palazzo Municipale di via del Papa, sono intervenuti Alia Servizi Ambientali Spa e i partner coinvolti: Nicola Ciolini e Alberto Irace, in qualità rispettivamente di presidente e amministratore delegato di Alia spa, Damien Lebonnois, Innovation Manager Trattamento e Valorizzazione - Suez, e Giacomo Rispoli, amministratore delegato di MyRechemical (NextChem, Gruppo Maire Tecnimont).
La proposta tecnologica per il ciclo dei rifiuti è stata illustrata in Consiglio comunale come promosso dalla sindaca di Empoli Brenda Barnini, come step fondamentale del percorso partecipativo avviato da Alia, che mette al centro il coinvolgimento della cittadinanza nel progetto. Barnini ha infatti sottolineato che ogni passaggio del 'Distretto dell'Economia Circolare' e ogni futuro sviluppo sarà condiviso con la cittadinanza e quale miglior inizio della condivisione in Consiglio comunale.
Il nuovo 'Distretto dell'Economia Circolare' troverà casa, secondo i progetti, nella zona industriale del Terrafino dove già sorgono due centri per recupero e riciclo di carta e vetro. A differenza di un termovalorizzatore l'impianto porterebbe ad estrarre energia sotto forma di metanolo, etanolo e idrogeno, da quei rifiuti non recuperabili. Il progetto sarà in grado di impegnare circa 600 addetti in fase di costruzione e circa 200 occupati, tra diretti e indiretti, a regime
L'Empolese, come sottolineato dal presidente di Alia Nicola Cionini, è l'area con la più alta percentuale di recupero nel centro della regione e anche per questo, la sede del progetto è stata pensata a Empoli. Illustrato in aula da Alberto Irace, amministratore delegato, il piano "Alia 2030, da smaltitori a protagonisti delle città sostenibili". Tra gli investimenti nel piano, che punta ad aumentare la capacità di riciclo e recupero, si trovano 235 milioni di euro impiegati sul sistema di raccolta differenziata evoluta, 155 milioni di euro per nuovi impianti di riciclo meccanico e biologico e 400 milioni per l'innovativo impianto di recupero, che tratterà gli scarti non recuperabili non attraverso lo smaltimento ma estraendo nuovi prodotti.
"Per poter traguardare gli obiettivi delineati dal nuovo Piano regionale dell'economia circolare, la Regione Toscana dovrà dotarsi di una rete impiantistica sostenibile - ha spiegato Alberto Irace, ad di Alia -. Quello che presentiamo oggi infatti è un progetto in grado di rispondere agli obiettivi europei di decarbonizzazione e di incrementare i volumi di riciclo, abbattendo al contempo le emissioni e riducendone il conferimento in discarica. Dai nostri studi di fattibilità l'area industriale del Terrafino è risultata tra le migliori in Toscana per ospitare un Distretto circolare".
Distretti Circolari per la trasformazione di scarti non recuperabili
"Ad oggi la Toscana conferisce questi scarti in discarica, nei termovalorizzatori o spedisce all'estero con notevoli costi ambientali ed economici per i contribuenti. Grazie ai distretti circolari, la proposta di Alia, questi scarti avranno nuova vita".
Nella tecnologia del Distretto Circolare, progettato da Alia con NextChem, per la prima volta sarà possibile recuperare diverse frazioni dai rifiuti impossibili da riciclare meccanicamente, attraverso la conversione chimica. Questa tecnologia consentirà, come hanno spiegato i relatori, di ridurre la quantità di CO2 emessa in atmosfera e di produrre combustibili di seconda generazione "a carbonio riciclato" quindi a bassa impronta carbonica come previsto dalla Direttiva Europea sulle energie Rinnovabili.
"Nel Distretto Circolare, il rifiuto diventa un nuovo prodotto e ritorna materia prima invece di andare in un inceneritore" ha spiegato Giacomo Rispoli, amministratore delegato My Rechemical Srl. "Dal 2050 in poi non potrà essere aggiunta ulteriore CO2. Partendo da questo ragionamento abbiamo messo a punto il concetto di Distretto Circolare.
Come funziona? La tecnologia "waste-to-chemicals" prevede la trasformazione di rifiuti non riciclabili in un gas sintetico, il cosiddetto syngas, recuperando carbonio e idrogeno contenuti nei rifiuti stessi attraverso un convertitore. Il syngas, una volta purificato, può essere utilizzato in sostituzione del gas naturale oppure convertito in tre tipologie di "prodotti circolari": il metanolo, l'etanolo e l'idrogeno, riutilizzabili in altre filiere sia dell'industria manifatturiera o come carburanti a bassa impronta carbonica.
Tra gli obiettivi del Distretto Circolare di Empoli c'è l'alleanza e la sinergia con il tessuto produttivo già esistente, la ricerca di una soluzione per i rifiuti non riciclabili meccanicamente, la produzione di "metanolo circolare" e di idrogeno per alimentazione green dei forni delle vetrerie. La stessa sinergia tra il il Distretto e la vetreria Zignago, "porterà benefici per entrambe le realtà" e in particolare sarà possibile creare un'unità comune di produzione di ossigeno, recupero cascami termici per la produzione di vapore, recupero di acque di processo della vetreria, fornitura di idrogeno per decarbonizzare la vetreria, unità di separazione aria per la produzione di ossigeno e azoto.
Benefici per il territorio
Nel piano di gestione e trasformazione dei rifiuti, pensato per Empoli, sono ipotizzati anche una serie di benefici. Tra questi la chiusura del ciclo dei rifiuti per il territorio e la riduzione degli impianti, la sostituzione di materie prime fossili con rifiuti e scarti, la riduzione delle emissioni di Anidride Carbonica, la progressiva autosufficienza del tessuto produttivo locale, e infine la creazione di un polo tecnologico green e sostenibile nel centro della Toscana in sinergia con le filiere locali e l'applicazione di tecnologie innovative per la transizione energetica.
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