Erano oltre 60 i trattori che hanno sfilato, questa mattina (sabato 26) lungo i viali della circonvallazione per dire ‘no’ ai rincari, alle speculazioni e chiedere un aiuto concreto da parte del Governo, attraverso i rappresentanti locali, per affrontare il difficile momento di crisi che il comparto sta attraversando.
La protesta è nata spontaneamente dagli stessi agricoltori della Piana e ha immediatamente visto l’adesione e il supporto della Cia-Agricoltori Italiani della Toscana Nord, che da tempo si batte per queste problematiche, condividendo in pieno le motivazioni che hanno portato a tale protesta.
Al termine della manifestazione di piazza, una delegazione formata dal presidente Cia Toscana Nord, Luca Simoncini e dal direttore Alberto Focacci, nonché da Roberto Pollastrini, Leonardo Angeli, Angelo Giusti e Matteo Binazzi per Confagricoltura, è stata ricevuta dal prefetto di Lucca, Francesco Esposito. Presenti all’incontro anche il presidente della Provincia, Luca Menesini il sindaco di Altopascio, Sara D’Ambrosio e l’assessora all’Agricoltura del Comune di Capannori, Serena Frediani, mentre ha dovuto lasciare il tavolo in anticipo per impegni, il vicesindaco di Porcari Franco Fanucchi, che, però, ha preso parte alla manifestazione in piazza.
"Sono troppi anni che gli agricoltori vivono nella difficoltà – afferma il presidente della Cia Toscana Nord, Luca Simoncini –: prima abbiamo avuto due anni disastrosi a causa della pandemia da Covid-19, adesso il conflitto russo-ucraino, a causa del quale si possono prevedere speculazioni nazionali e internazionali, come dimostra quello che sta già accadendo per l’energia e i carburanti. Per questo, come Cia, a tutti i livelli, compreso quindi quello locale, ci siamo attivati affinché siano resi operativi tutti quegli strumenti che già esistono e che, se adeguatamente finanziati, permetterebbero di affrontare quelle oscillazioni di mercato che rischiano seriamente di mettere in difficoltà le aziende del territorio".
Simoncini spiega che la Cia Toscana Nord stima un aumento medio dei costi di produzioni pari al triplo rispetto al 2021. Inoltre, questo fenomeno indica gli effetti della speculazione: «Faccio un esempio pratico – afferma Simoncini –, quello del grano tenero: lo scorso anno, alla raccolta, era quotato alla Borsa Merci di Bologna a 22 euro/q, mentre oggi viene battuto a 44 euro/q. Il prezzo è raddoppiato, ma gli unici che ci guadagnano sono gli investitori. L’aumento artificioso del prezzo dei cereali si rifletterà inevitabilmente sulla filiera zootecnica. Nel 2022, i costi di produzione di latte e carne saliranno, erodendo ulteriormente i margini delle aziende allevatoriali e comprimendo il potere di acquisto dei consumatori italiani. Un altro esempio è il prezzo del latte: alla stalla è aumentato di soli 4 centesimi, ma sullo scaffale? A nostro avviso, a fronte di una situazione grave come quella che stiamo vivendo anche e soprattutto a causa del conflitto in corso, il prezzo del cibo che mettiamo in tavola, non può essere deciso da un fondo speculativo».
Per queste motivazioni, gli agricoltori e la Cia Toscana Nord chiedono al Governo di intervenire immediatamente con interventi volti a calmierare i costi di produzione e, parallelamente, con l’attivazione di meccanismi anticiclici, che garantiscano una stabilizzazione dei prezzi.
"È sempre bene ricordare che agricoltori e consumatori sono uniti da interessi comuni: cibo sano e buono da fornire a un giusto prezzo. Ma i problemi del comparto sono tanti e comprendono, ad esempio, anche il ricambio generazionale, l’eccessiva burocrazia che opprime il settore, lo spopolamento delle aree montane, la salvaguardia del territorio e del paesaggio, giusto per citarne alcuni – conclude il presidente della Cia Toscana Nord –: per questo chiediamo alla Provincia di farsi carico dell’apertura di un tavolo di confronto, che ci permetta di monitorare costantemente la situazione e di trovare in tempi rapidi, soluzioni efficaci ai problemi che si evidenziano".
Fonte: Cia Toscana Nord
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