Dar voce alle donne che hanno lasciato il segno, "ma non sono state ricompensate": questa la volontà di Edoardo, 14 anni, supportata dall’associazione Costruenda. Con l'assessora Torrini individuati i primi luoghi senza nome: "Sia da esempio per molti"
A quattordici anni pensare ai diritti delle donne, e al giusto riconoscimento per figure femminili che hanno lasciato un segno nella storia, non è una cosa così comune. Ma poi c’è l’eccezione, e in questo caso è un giovanissimo di nome Edoardo.
Edoardo Lai ha 14 anni, vive a Empoli e frequenta il primo anno al liceo scientifico. È un ragazzo semplice come tanti, sneakers ai piedi, felpa sportiva, passioni da coltivare e compiti da sbrigare nel pomeriggio. Edoardo però ha già le idee chiare, tanto da portarle con il supporto dell’associazione culturale Costruenda fino dentro alle stanze del Municipio.
Tutto nasce l’anno scorso quando, per l’esame di terza media, Edoardo incentra la sua tesina sulle donne che 'hanno fatto storia', "ma che non sono state ricompensate per il loro contributo" ci spiega facendoci qualche esempio, dalla fotografa di guerra Gerda Taro, la chimica Rosalind Franklin o ancora l'insegnante Emma Castelnuovo. Tutte donne che per Edoardo non sono state valorizzate come si doveva, data "la mancata emancipazione femminile dell’epoca". Ma perché proprio questo tema? "Perché sono uno degli unici maschi della famiglia – continua a raccontare – sono circondato da donne in casa e sono cresciuto con questi valori. Anche la scuola, con gli eventi di sensibilizzazione, mi ha permesso di guardare oltre, di capire che se esiste l’8 marzo, giorno della donna e non esiste un giorno dell’uomo, vuol dire che c’è stato un oltraggio". La parità di genere per Edoardo è un percorso avviato, ma in cui ancora non è stato tagliato il traguardo. "Il problema forse sono le vecchie cicatrici", così chiama i retaggi culturali che ancora oggi differenziano i generi, "l’emarginazione delle donne è una consuetudine del passato, che stiamo superando, ma lentamente".
E così lo studio del 14enne è proseguito, sfociando nella toponomastica femminile, fino ad indagare quante strade di Empoli sono effettivamente intitolate a donne, e a quali donne. "Avevo letto un articolo che parlava di quartieri al femminile in città europee e dei borghi a misura di donna. Così mi è venuto a mente il Pozzale – vicino casa di Edoardo – e ho pensato, se questi quartieri intitolati a donne si formano nelle città grandi, perché no anche a Empoli?"
Tutti i pensieri del giovanissimo sono arrivati alle orecchie di Costruenda. "Abbiamo presentato al Comune di Empoli la bellissima tesina di Edoardo – spiega Giancarlo Boldrini, dell’associazione culturale con base al Pozzale – e lo abbiamo appoggiato in questo percorso. In seguito abbiamo conosciuto l’assessora alle Pari Opportunità Valentina Torrini e di recente ci siamo incontrati proprio al Pozzale, dove abbiamo individuato alcuni possibili siti senza nome da poter intitolare a figure femminili". Tra queste, viene citata Vera Viti, "avremmo pensato anche a questa donna, che ha fatto la storia del Pozzale, la prima nella commissione del premio letterario. Una figura rilevante per il paese e a livello territoriale".
L’incontro è stato "un primo passo – aggiunge Boldrini – adesso auspichiamo che si possa portare avanti il progetto di Edoardo nei posti individuati e chissà, magari si potrà espandere in tutta la città".
"Il messaggio che parte da Edoardo è molto bello e significativo – dichiara Valentina Torrini, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Empoli – perché non è solo un giovane che ha un obiettivo così importante, la parità di genere, ma è anche un uomo. Per questo può essere un esempio da cui mi auguro sappiano prendere spunto in molti. Sappiamo bene che non molte vie, piazze e spazi di Empoli sono ad oggi intitolati a donne – spiega ancora Torrini – e anche questo ci dimostra che dobbiamo cambiare, costruire una narrazione diversa, raccontare le donne italiane ed empolesi che hanno fatto tanto per la nostra comunità. Tutto questo si colloca in un percorso che l’amministrazione ha già avviato con il Premio Contessa Emilia, che ha l’obiettivo di valorizzare le figure femminili, perché la donna esattamente come l’uomo, ha contribuito a rafforzare le nostre città. E il messaggio di Edoardo va proprio in questa direzione, è uno stimolo che l’amministrazione non può che cogliere. Siamo già al lavoro per cercare di capire se le aree individuate possano essere intitolate, seguendo le figure descritte da Edoardo nella sua tesina. In seguito procederemo con gli uffici competenti per perseguire l’obiettivo – conclude l’assessora alle Pari Opportunità - quello di ampliare gli spazi di Empoli valorizzando figure femminili che hanno determinato ciò che siamo oggi".
Margherita Cecchin
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