Mussolini non più cittadino onorario di San Miniato, la Lega vota no

(foto Bundesarchiv)

Revocata la cittadinanza onoraria di San Miniato a Benito Mussolini. Lo è stato deciso nel Consiglio comunale di ieri. Favorevoli i membri dei gruppi Cambiamenti, Partito Democratico, Uniti Si Può, Riformisti per San Miniato e Italia Viva. Astenuta Forza Italia, con Michele Altini. Contrario il gruppo Lega, che in una nota giustifica il voto sommando alla richiesta anche "la rimozione della lapide che accusava il vescovo Ugo Giubbi", di stanza a San Miniato ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, di aver sostanzialmente collaborato per la strage del Duomo di San Miniato del 22 luglio 1944. Ossia la prima lapide che raccontava la versione ricostruita nei primi anni dopo la strage, di una responsabilità nazista, quando poi si è scoperto essere stato un grave errore di un bombardamento americano. La replica dell'amministrazione invece accentra l'importanza della cittadinanza onoraria.

Ecco la nota del gruppo del Carroccio.

L’attivismo politico del PD lascia esterefatti. C’è una guerra alle porte di casa che vede il nostro paese fortemente esposto sia per gli aiuti militari forniti all’Ucraina che per la gravi conseguenze economiche che tutto ciò comporterà per l’Italia. C’è una gravissima pandemia di cui non si intravede ancora la soluzione. Il Comune sta mostrando fatica nel presentare con tempestività – e quindi con maggiore probabilità di accoglimento delle domande – progetti di fattibilità di opere pubbliche per accedere ai finanziamenti del PNRR e del CIPE. Ebbene di fronte ad una situazione del genere il PD presenta una mozione per togliere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini concessa nel 1924. Sembrerebbe uno scherzo ma è la verità.

Noi riteniamo che la storia, anche se non gradita, non si possa cancellare. La storia si scrive ma non si cancella. Per questo motivo mai abbiamo chiesto di rimuovere dai Loggiati di San Domenico la lapide che racconta la falsa narrazione della strage del Duomo e che contiene la vergognosa calunnia nei confronti del Vescovo Ugo Giubbi. Calunnia nei confronti della quale - tra l’altro - mai c’è stata una decisa presa di distanza delle Autorità comunali. Comunque quella lapide fu il frutto del pensiero e della volontà di una parte consistente dei cittadini dell’epoca, come la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini allora Capo del governo fu il frutto del pensiero e della volontà di una parte consistente dei cittadini nell’anno 1924. Questa è stata la storia, che nessuno può cancellare.

Se il PD invece crede che la storia possa essere cancellata, insieme alla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, avrebbe dovuto proporre la immediata rimozione dai loggiati di San Domenico della lapide che contiene una storia non vera e la calunnia nei confronti del Vescovo Ugo Giubbi. La Lega avrebbe approvato entrambi i provvedimenti. Ma così non è stato. Non c’è stato alcun impegno a rimuovere la lapide falsa e la calunnia che contiene. La lapide della vergogna continuerà a far bella mostra di sé in un luogo pubblico, perpetuando tutte le ambiguità e furbizie sottese ad una tale collocazione .

La Lega respinge con fermezza mozioni strumentali, inutili e folcroristiche come quella presentata dal PD che evidenziano solo un inaccettabile e antidemocratico criterio dei due pesi e due misure .

La replica dell'Amministrazione

"Nessuno vuole cancellare un ventennio di storia italiana, come ci viene imputato, bensì pretendere e riconsegnare massimo rispetto e dignità all’onorificenza della cittadinanza onoraria del nostro Comune - dichiarano il sindaco Simone Giglioli e il consigliere delegato alla memoria Michele Fiaschi -. Accostare il nome di Benito Mussolini a Patrick Zaki o alla senatrice a vita Liliana Segre, cittadini onorari di San Miniato, testimoni e simboli della negazione dei più basilari diritti umani, ci sembra alquanto anacronistico. La scelta compiuta dal consiglio comunale non è solo un atto simbolico rivolto al nostro tragico passato, ma vuole essere un'affermazione presente e futura di ripudio dell’odio razziale e della guerra, ricalcando i valori antifascisti che sanciscono la nostra Costituzione e il nostro Statuto Comunale - e concludono -. Voler riaffermare questi diritti in un momento così difficile, non significa perdere tempo e non ci distoglie certo dalle nostre responsabilità di amministratori, come ci accusa la Lega, semmai ci fa sentire ancora più vicini e aderenti al nostro ruolo, ben consapevoli delle difficili sfide che ci attendono per riportare la fratellanza tra i popoli e dare alle future generazioni la certezza che i diritti umani saranno preservati. San Miniato vuole essere libera e giusta, e noi siamo chiamati ad impegnarci per garantire che ciò avvenga".

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