Bollette alte e vendite sotto costo: Coldiretti Toscana manifesta a Firenze

Il brindisi con il latte fresco toscano apre una nuova stagione per gli allevatori ed agricoltori alla prese con il rally fuori controllo dei rincari su materie prime ed energia che costringono i produttori a vendere sotto costo e speculazioni. In “piazza” in via Cavour a Firenze, nella manifestazione che si è tenuta oggi, centinaia di imprese hanno chiesto di essere messe in condizioni di produrre ricevendo indietro il giusto prezzo. Al loro fianco tanti sindaci ed amministratori locali.

Mentre in strada le imprese manifestavano con slogan, campanacci e cartelli, una delegazione di Coldiretti, guidata dal Presidente di Coldiretti Firenze Prato, Roberto Nocentini incontrava il Prefetto di Firenze, Valerio Valenti per consegnargli un documento destinato al Presidente del Consiglio, Draghi. Tra le richieste lo sblocco di importanti finanziamenti del Pnrr tra cui quello per i contratti di filiera ed il fotovoltaico. Al tavolo, a cui ha partecipato il vice presidente della giunta regionale, Stefania Saccardi, si è brindato con calici di latte fresco toscano.

“Ringraziamo, a nome di tutti gli allevatori ed agricoltori, il Prefetto Valenti per averci incontrato e per aver dimostrato subito empatia con le nostre battaglie e con le problematiche che stiamo affrontando. – ha spiegato Nocentini – La convocazione del direttore dell’Ispettorato Centrale Repressioni Frodi è un primo passo per far rispettare la legge contro le pratiche sleali che vieta la vendita sotto costo che abbiamo fortemente voluto. Ai produttori deve essere riconosciuto il giusto prezzo che corrisponde ai costi di produzione che l’impresa sostiene. Oggi questo non sta avvenendo. Le imprese agricole, e gli allevatori ne sono un triste esempio, producono in perdita. Non siamo qui a chiedere aiuti o sostegni ma il rispetto della legge”.

Il secondo risultato è la convocazione da parte del vice presidente Stefania Saccardi del tavolo sul latte che arriva di distanze di poche settimane dal primo “deludente” incontro con la grande distribuzione organizzata e la trasformazione. Il tavolo tornerà a riunirsi mercoledì 9 marzo alle ore 16.00 in videoconferenza. “La Gdo ed i trasformatori – conclude Nocentini - non possono girarsi dall’altra parte”.

ENERGIA: COLDIRETTI, 1 AGRICOLTORE SU 3 TAGLIA RACCOLTI CON CARO BOLLETTE, IN PIAZZA A FIRENZE E GROSSETO LA RABBIA PER RINCARI RECORD

In piazza la rabbia delle imprese agricole per l’arrivo di bollette incredibili con aumenti record. Con l’esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’diffusa in occasione della grande mobilitazione con centinaia di allevatori ed agricoltori con trattori e animali che hanno lasciato le campagne per scendere in piazza a Firenze e Grosseto. Al loro fianco anche tanti sindaci ed amministratori locali. Bollette record e rincari sono stati al centro degli slogan e dell’esposizione del tavolo delle verità con i prodotti che hanno subito i maggiori aumenti a cavallo tra il 2021 ed il 2022.

I rincari dell’energia – sottolinea Coldiretti – stanno avendo un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e aumenti dei prezzi di beni essenziali che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi di produzione – sottolinea Coldiretti - rischia, infatti, di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato e il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare il mais e la soia fondamentali per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop, dove con le produzioni nazionali si riesce attualmente a coprire rispettivamente il 53% e il 73%.

Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – denuncia Coldiretti - non riescono, neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea. Un doloroso paradosso per chi sino ad oggi non ha mai smesso di lavorare durante la pandemia, evidenziato dal “tavolo della verità” allestito per l’occasione, per far conoscere ai consumatori i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori per i principali prodotti che mettono nel carrello. Il latte, ad esempio, viene pagato agli allevatori appena 36/37 centesimi al litro in Toscana, mentre un coltivatore di pomodoro da industria per la passata si vede corrispondere addirittura 10 centesimi al chilo, secondo l’analisi Coldiretti. Non va meglio per chi produce grano per il pane, pagato 31 centesimi al chilo, né per le arance, dove il prezzo in campagna è di 43 centesimi al chilo, che scendono a 18 centesimi al chilo nel caso delle carote.

Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori – spiega la Coldiretti – sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre – continua Coldiretti – l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%). Per non parlare dell’emergenza siccità che costringerà quest’anno ad aumentare il ricorso all’irrigazione con i costi energetici alle stelle.

Il risultato è che quest’anno produrre cereali, come ad esempio il grano, costa agli agricoltori italiani 400 euro ad ettaro in più, mentre per i produttori di olio extravergine d’oliva e di vino i costi medi di produzione sono aumentati del 12%, secondo un’analisi Coldiretti Ma il boom dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per piante e fiori con rincari del 30% e i vivai che sono oggi costretti a produrre praticamente in perdita. Nel giro di un anno la bolletta mensile di un’azienda florovivaistica media è passata, infatti, da 1.700 euro a 6.100 euro. E ad aumentare sono pure i costi per la pesca, con la flotta nazionale costretta rimanere in banchina.

Ma più in generale il rincaro dell’energia – continua la Coldiretti – si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Con il paradosso che molto spesso costano di più gli imballaggi del cibo che contengono. Ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.

“Serve un deciso intervento per contenere la bolletta energetica nelle campagne e garantire continuità della produzione agricola ed alimentare” – ha ribadito il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi - nel precisare che occorre anche “responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle. ll Pnrr – conclude Filippi – è fondamentale per affrontare le sfide della transizione energetica e digitale e noi siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.

PREZZI: 3 LITRI LATTE PER PAGARE 1 CAFFE’, LE SPECULAZIONI FANNO CHIUDERE LE STALLE

Per poter pagare un caffè al bar gli allevatori devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia. E’ quanto afferma la Coldiretti che si è mobilitata con centinaia di allevatori, agricoltori e pastori arrivati da tutta la Toscana per partecipare all’iniziativa che si è tenuta a Firenze ed in contemporanea a Grosseto. La manifestazione è stata accompagnata da dimostrazioni di caseificazione del formaggio, dalla distribuzione di latte fresco a piedi ed in carrozza da parte dei giovani e dal tavolo delle verità con molti esempi di rincari e speculazioni.

“Non possiamo produrre in perdita”, “Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione”, “Il latte non è acqua”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “Senza stalle la montagna muore” recitano alcuni cartelli di protesta che sventolano nel centro di Firenze a fianco della lista dei rincari record subiti da materie prime, semine ed attrezzature tecniche.

“Non si può aspettare oltre per fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla. – rilancia Roberto Nocentini, Presidente Coldiretti Firenze Prato dal palco della manifestazione - A rischio c’è il futuro degli allevamenti vaccini, poco più di 200 quelli sopravvissuti nella nostra regione, dopo che uno su quattro ha chiuso negli ultimi dieci anni e dopo che la produzione di latte è andata negli anni drasticamente riducendosi. Senza il giusto compenso che tenga conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi tra un anno molte aziende chiuderanno. Il latte agli allevatori – spiega ancora Nocentini – non deve essere pagato sotto i costi di produzione considerato che gli aumenti vanno dal +70% per l’energia con picchi del 110% al +40% per i mangimi”. La Toscana è stata la prima regione a chiedere il rispetto dell’accordo nazionale sul latte da parte della grande distribuzione organizzata grazie al tavolo convocato dal vice presidente della giunta regionale, Stefania Saccardi. Tavolo valutato “deludente” dai vertici di Coldiretti.

Con l’accordo la Grande Distribuzione Organizzata – spiega i termini Coldiretti - si impegna affinché si valorizzino e si incrementino gli acquisti di latte UHT, latte fresco, yogurt e formaggi freschi e semi stagionati, tutti da latte 100% italiano, riconoscendo un premio emergenza stalle che viene corrisposto alle imprese della trasformazione per poi essere riversato integralmente agli allevatori, sino a 3 centesimi di euro al litro di latte, con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa.

Oggi l’accordo è già superato. Secondo l’indicatore sintetico Milk Feed, elaborato dall’Ismea, che confronta il prezzo del latte alla stalla con quello di un pasto tipo per le mucche composto da mais e farina di soia, nell’ultimo anno – spiega Coldiretti - si è scesi sotto la soglia ritenuta "critica", segnale della sofferenza degli allevamenti. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, - sottolinea Coldiretti - ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, molto al di sotto del prezzo che in Toscana oscilla tra i 36 ed i 37 centesimi.

Una crisi che colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire con una produzione regionale di circa 60 mila tonnellate nel 2020/2021 (era di oltre 80 mila nel 2003/2004). Le difficoltà dei produttori di latte sono peraltro la punta dell’iceberg di una situazione di diffusa sofferenza dell’intero all’allevamento italiano che coinvolge anche – continua la Coldiretti - i bovini da carne, gli ovicaprini, i suini e gli avicoli. “La stabilità della rete zootecnica toscana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia regionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale. – spiega ancora Nocentini - Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate, dall’interno alla montagna”.

Per evitare il crollo del sistema è necessario – sostiene Coldiretti – vigilare contro le pratiche commerciali sleali e fermare i contributi pubblici per aziende agroalimentari che pagano il latte sottocosto con l’avvio di una indagine dell’Autorità Ispettorato del Mipaaf su tutte le industrie e le catene della GDO che stanno speculando sul prezzo del latte e degli altri prodotti. Serve – conclude Coldiretti - poi lo sblocco immediato dei pagamenti Agea di 26 milioni di euro per aiuti agli allevatori di bovini da latte fermi da agosto 2021, lo sblocco dei pagamenti per 90 milioni di euro dei fondi zootecnia aiuti Covid del Mipaaf e aiuti per gli allevatori di razze autoctone in crisi a valere sui fondi per le filiere.

BOLLETTE: COLDIRETTI, DALLE STALLE IL 10% GAS NAZIONALE E FOTOVOLTAICO SUI TETTI CASCINE CONTRO CARO ENERGIA

Con lo sviluppo del biometano agricolo Made in Italy “dalla stalla alla strada” è possibile immettere nella rete 6,5 miliardi di metri cubi di gas “verde” da qui al 2030 e arrivare a rappresentare il 10% del fabbisogno della rete del gas nazionale, riducendo la dipendenza del Paese dall’estero e fermando i rincari che stanno mettendo in ginocchio le imprese. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti diffusa in occasione della grande mobilitazione che si è tenuta tra Firenze e Grosseto.

Con i rincari di elettricità e gas, la promozione di rete energetiche alternative rappresenterebbe un contributo determinante alla transizione green ma anche per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese. In questo senso l’agricoltura gioca un ruolo strategico. Partendo, ad esempio, dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti – sottolinea la Coldiretti – è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini.

In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green. Gli impianti di biogas in Italia – spiega la Coldiretti – oggi producono 1,7 miliardi di metri cubi di biometano ma è possibile quadruplicare questa cifra nel giro di meno di dieci anni con la trasformazione del 65% dei reflui degli allevamenti.

Ma un aiuto importante potrebbe venire anche dal fotovoltaico pulito ed ecosostenibile per il quale – ricorda Coldiretti - sono tra l’altro previsti 1,5 miliardi di euro di fondi nell’ambio del Pnrr. Secondo uno studio di Coldiretti Giovani Impresa solo utilizzando i tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare, pari al consumo energetico complessivo annuo di una regione come il Veneto.

“E’ importante cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile attraverso un fotovoltaico “intelligente” che non consuma suolo fertile e una rete per il biometano” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare peraltro l’importanza in tale ottica di sbloccare la proroga degli incentivi al biogas e finanziamento degli impianti che hanno presentato domanda al Gestore dei Servizi energetici (Gse) per favorire la transizione ecologica, trasformando gli sprechi in energia, e di dire sì al digestato come fertilizzante per evitare di fare un favore alle multinazionali straniere.

COMMENTI

Mazzeo: "Difendere il made in Tuscany  vuol dire difendere la nostra tradizione"

“Stamani non sono presente a Firenze, ma, come ho avuto modo di dire al presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi e al direttore Angelo Corsetti, sono dalla loro parte. Difendere il made in Tuscany e l'agroalimentare vuol dire difendere il lavoro, la nostra tradizione, il nostro territorio”. Con queste parole, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, esprime il proprio sostegno alla manifestazione di Coldiretti, in corso questa mattina a Firenze e in tante altre città d’Italia.

“Il momento di gravissime difficoltà sociali ed economiche che stiamo attraversando colpisce anche il comparto agricolo, uno dei settori portanti dell’economia toscana – aggiunge Mazzeo –. Come istituzioni siamo chiamati a sostenerlo e a sostenere tutte quelle realtà produttive che da sempre caratterizzano l’economia della nostra regione e che, attraverso un progressivo processo di riorganizzazione e di innovazione, devono continuare a spingere lo sviluppo della Toscana. La nostra è infatti una terra che, anche grazie alla propria produzione agricola, deve puntare sempre più all'eccellenza e a garantire una migliore qualità della vita e del benessere dei cittadini”.

“Come denunciato da Coldiretti, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono oggi neanche a coprire i costi di produzione – dice ancora il presidente –: il balzo dei beni energetici si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole che sono così costrette a vendere sottocosto. Come ho già avuto modo di dire in passato, serve un intervento a livello nazionale per sostenere le famiglie e le imprese di tutti i comparti. Il caro bollette è un problema che riguarda tutti, il governo ha il dovere di intervenire in maniera rapida, altrimenti il rischio è quello di spegnere la ripresa che l’Italia merita nel post pandemia”.

Recati (Pd): "Agricoltori fondamentali per mantenere il nostro territorio"

“Questa mattina eravamo a fianco di Coldiretti, che ha manifestato, anche a Firenze, per dire stop alle speculazioni sul cibo e al rincaro delle materie prime. L’aumento del costo dell’energia e dei mangimi ha fatto esplodere un problema già presente da tempo: il prezzo insufficiente pagato alla stalla per il latte. Quei 36 centesimi al litro, che erano pochi prima, adesso sono pochissimi. Se ISMEA ha definito 46 centesimi come prezzo minimo alla stalla, questi devono essere  riconosciuti e chiediamo che anche la grande distribuzione e la trasformazione facciano la loro parte. Gli agricoltori sono fondamentali per mantenere il nostro territorio per come lo conosciamo. Riconoscere loro quanto gli spetta significa fare in modo che possano continuare il loro lavoro”.

Così Marco Recati, responsabile agricoltura del Pd toscano, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione fiorentina di Coldiretti.

Galletti (M5S Toscana): "Rincari in bolletta e compensi ridotti, l'agroalimentare muore"

La Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Regione Toscana Irene Galletti, esprime la propria solidarietà agli iscritti di Coldiretti in manifestazione oggi a Firenze e conferma il suo impegno in favore del comparto agricolo toscano.

“I rincari di energia e gas, oltre all’aumento significativo dei prezzi delle materie prime, stanno mettendo in ginocchio ogni settore produttivo della Toscana. Tra i comparti più colpiti - evidenzia Galletti - c’è quello agricolo, con i nostri imprenditori costretti a fare veri e propri miracoli per tenere in piedi le aziende.”

“Se le bollette non possono essere fermate - spiega la Presidente M5S - è altrettanto vero che le produzioni agricole e gli animali non possono essere abbandonati. Penso ai tanti produttori di latte in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi dei mangimi e dell’energia, che non possono certamente spegnere gli interruttori delle stalle o lasciare vuote le mangiatoie. Tutto questo contro la scarsa remunerazione riconosciuta per il loro lavoro. Ma penso anche a tutte le altre aziende agricole, che per esigenze di filiera successive, non possono adeguare i costi di trasformazione dei loro prodotti che richiedono molta energia”.

“Tutte le istituzioni devono comprendere pienamente l’urgenza del momento e agire in tutela di un settore agroalimentare, che da solo vale diversi miliardi nel mondo e porta luce all’Italia e alla Toscana. A livello regionale stiamo già facendo la nostra parte per mettere un freno al “caro bollette” - chiarisce - e faremo sentire la nostra voce anche a Roma e a Bruxelles per tramite dei nostri parlamentari.”

“Esprimo solidarietà agli agricoltori che oggi, sotto la bandiera di Coldiretti, si sono radunati a Firenze per manifestare pacificamente contro “il caro energia che uccide l’agricoltura” e per il diritto ad un “cibo sano al giusto prezzo. Siamo al vostro fianco”.

Tozzi (Toscana Domani): "Solidarietà totale"

“Solidarietà totale agli agricoltori toscani, costretti a venire a manifestare sotto il Palazzo per chiedere alla politica di non voltarsi dall'altra parte e affrontare con pragmatismo ed efficacia le gravi criticità che sta vivendo questo comparto importantissimo per la nostra regione”.

Così la consigliera regionale di Toscana Domani, Elisa Tozzi che stamani ha incontrato gli agricoltori della Coldiretti in presidio di protesta sotto Palazzo Medici Riccardi.

“Tutelare questa categoria di lavoratori dal rincaro prezzi ed energetico e dalla speculazione deve rappresentare un obiettivo primario di Regione ed enti locali - aggiunge la Tozzi -  ne va di un'ampia fetta, tra diretto e indotto, del nostro tessuto economico e sociale”.

Scipioni e Gemelli (FdI): "Il rincaro energetico e la guerra dei prezzi sta penalizzando l'agricoltura"

"Abbiamo portato la nostra solidarietà agli agricoltori della Coldiretti che questa mattina hanno manifestato sotto Palazzo Medici Riccardi per le problematiche legate al settore dell'agricoltura in questo momento critico per il nostro paese" dichiarano congiuntamente i consiglieri metropolitani di Fratelli d'Italia nel Centrodestra Alessandro Scipioni e Claudio Gemelli.

"L'agricoltura Toscana è una delle tante eccellenze di questa regione - spiegano i consiglieri - e gli agricoltori sono un'importante risorsa ed una categoria assolutamente da sostenere. Il rincaro energetico e la guerra dei prezzi sta penalizzando gravemente sia i consumatori che tante persone coraggiose che portano avanti una delle grandi tradizioni della nostra terra. Siamo al loro fianco".

 

 



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