"I volontari della libertà empolesi che partirono dalla Città nel febbraio 1945", questo è il titolo della ricerca storica per la quale il Comune di Empoli ha affidato come incarico una consulenza scientifica specialistica.
Questa mattina è stata presentata la ricerca che effettuerà il professore delle superiori e autore di svariate pubblicazioni sul tema della Resistenza Carmelo Albanese. A metà ottobre sarà rilasciata una prima bozza della ricerca, avviata dal Comune. La ricerca servirà a dare le biografie di quanti più partecipanti possibili, per una pubblicazione che verrà rilasciata 'a futura memoria'
Questa mattina in municipio erano presenti Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio Comunale di Empoli con delega alla cultura della memoria; Carlo Ghilli, direttore della Biblioteca comunale ‘Renato Fucini’; Roberto Franchini, presidente Anpi Empoli e Carmelo Albanese, il ricercatore.
Nella giornata di domani, domenica 13 febbraio, proprio in piazza del Popolo verranno ricordati i giovani volontari che combatterono per liberare il Nord Italia ancora occupato dai nazisti.
A Empoli quei giovani volontari sono ricordati con una lapide collocata trentacinque anni dopo la partenza sulla facciata di quella che era stata la casa del fascio e oggi ospita uffici comunali, nella piazza da dove partirono.
Piazza del Popolo, era, prima del 1927 il luogo dove sorgevano le case del ghetto ebraico. In seguito all'abbattimento degli edifici venne realizzata piazza del Littorio, divenuta poi della Repubblica (sociale) e infine Piazza del Popolo.
I fatti del 13 febbraio 1945
Da piazza del Popolo partirono 530 giovani del Corpo volontari per la Libertà. L'obiettivo era raggiungere le formazioni alleate impegnate sul fronte, sull’Appennino fra Emilia Romagna e Toscana.
La linea dell’Arno era stata superata dagli alleati nei primi giorni di settembre del 1944 e la città di Empoli era stata liberata il 2 settembre 1944, ma in molti non avevano dimenticato né i terribili bombardamenti degli americani né la ferocia dell’invasore nazista.
La partenza dei volontari empolesi s'inserisce in un quadro più generale. Molti combattenti esperti, spesso militari che avevano combattuto fino all’8 settembre del 1943 sui teatri di guerra dove erano state impegnate le truppe italiane partirono insieme a tanti giovanissimi, alcuni nemmeno diciottenni, digiuni di ogni tipo d’addestramento militare per affiancare le forze alleate nella lotta per la liberazione del nord Italia.
I volontari arrivarono a Cesano dove ricevettero un breve addestramento presso il centro d’istruzione militare. In seguito i nuovi combattenti furono inseriti nei gruppi di combattimento Cremona, Legnano, Folgore, Mantova e Piceno.
Questi gruppi furono impegnati prevalentemente in azioni di sostegno e supporto all’offensiva sulla Linea Gotica, e parteciparono all’insurrezione generale del 23 e 24 aprile del 1945.
Le dichiarazioni
"Non è scontato che un'amministrazione comunale investa sulla ricerca - ha spiegato Alessio Mantellassi -, lo abbiamo fatto perché oltre alle manifestazioni per ricordare serve anche qualcosa che mantenga la memoria per le future generazioni, dato che non ci sono più i testimoni oculari di quei fatti. Il percorso si inserisce in un cammino di conoscenza che abbiamo svolto anche per i Fatti del '21, con un validissimo programma effettuato lo scorso anno".
Il professor Albanese ha spiegato alcuni antefatti: "Le milizie che combatterono per la Liberazione ebbero un importante contributo dalla Toscana, tra le 4.500 e le 6.500 persone arrivarono e il 40% di loro erano volontari. Questa fu una scelta morale e Empoli liberata divenne la capitale morale dell'antifascismo dopo aver patito il Ventennio. Andrò a cercare documenti negli archivi della Difesa e dell'Esercito per fare chiarezza sui numeri dei partecipanti e sulle biografie. Alcuni di loro sono personaggi già noti, come Pilade Cherubini, che subì anni di carcere dopo i Fatti del '21 e nonostante tutto tornò volontario nel '45. Oppure Valfredo Polidori, vetraio comunista che combatté sul Senio ad Alfonsine e fu vittima dell'attacco nazifascista il 10 aprile del 1945".
Roberto Franchini ha commentato: "Come Anpi assistiamo e condividiamo l’attenzione dell’amministrazione comunale sul tema della partenza dei volontari da Empoli. È un tempo della nostra città, il nostro primo progetto del servizio civile è sui volontari e anche quello di Investire in democrazia è sui volontari che facciamo conoscere con tante attività ai nostri giovani. Da questa ricerca ci aspettiamo numeri e nomi più certi ma soprattutto tante storie da condividere che ci daranno un quadro ancora più bello di Empoli antifascista".
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