Vinci esclusa da Capitale della Cultura, Gandola e Parri (FI): "Una lezione per il futuro"

Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia - centrodestra per il cambiamento

"L’avevamo detto prima della presentazione del dossier, solo uniti si vince, un appello ed invito che purtroppo non è stato raccolto dall’amministrazione comunale di Vinci e questo non ha certo giovato tanto che la candidatura a capitale italiana della cultura 2024 è sfumata come neve al sole. In questi casi solo le candidature corali, frutto di tutte le forze politiche, le categorie economiche, il mondo associativo e sociale, hanno la forza di prevalere. Così per Vinci non è stato tanto che il Consiglio comunale, le commissioni consiliari e tutto l’ente metropolitano, sono rimasti nell’ombra nella definizione del progetto di candidatura. Un modo di lavorare assolutamente sbagliato. Una lezione che deve servire per il futuro".

Così si esprime Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia - centrodestra per il cambiamento, commentando la bocciatura della candidatura a capitale italiana della cultura 2024.

"Come mai le minoranze non sono state coinvolte prima con un minimo di discussione? - rincara la dose Andrea Parri coordinatore comunale di Forza Italia a Vinci - Anche stavolta è andata a finire come successe già otto anni fa con l’esclusione del nostro Comune dal novero dei siti Unesco, che peraltro sembrava cosa fatta a dire dei nostri amministratori. Quando si capirà, una volta per tutte, che non è questo il modo di agire se vogliamo davvero portare a casa dei risultati per tutto il nostro territorio?"

"Sgombriamo però il campo da equivoci, osservano Gandola e Parri, il binomio tra Vinci ed il suo sommo cittadino è assolutamente vincente e sbaglia chi pensa diversamente. A dircelo sono i numeri: secondo l’ultimo report di musei della Toscana che riporta i dati dei visitatori nel 2020, dunque nell’anno nero della pandemia, il Museo Leonardiano si trova in 18esima posizione, prima realtà museale metropolitana con oltre 45.600 visitatori (mentre nel 2019 erano 193.200) in termini assoluti con un numero di visitatori ben al di sopra al museo nazionale del Bargello (38900 visite nel 2020) il museo di storia e della scienza Galileo (36200 visite nel 2020), il Forte belvedere, il museo di San Marco o quello del Novecento. Insomma, anche nell’anno nero della cultura, il museo Leonardiano di Vinci ha mantenuto un numero di visite importanti (ancor più rilevanti se si osserva che il museo è ad ingresso a pagamento). Anche la casa natale di Leonardo Vinci ad Anchiano raccoglie più visite rispetto al museo casa di Dante, in pieno centro a Firenze e nell’anno del 700esimo anniversario della morte del sommo poeta. La casa di Leonardo Da Vinci ha totalizzato nel 2020 28.200 visite mentre la casa museo di Dante appena 27.200. Lo stesso è avvenuto anche nel 2019 con 113600 visite per la casa natale di Leonardo e 90.800 visitato per quella di Dante.

Non solo, osserva ancora il consigliere metropolitano, il sistema museale presente a Vinci traina tutte le realtà museali metropolitane e l’area vasta dell’empolese si trova di gran lunga come la zona maggiormente attrattiva dal punto di vista culturale rispetto al Chianti, la Piana Fiorentina, o la valdisieve con il museo civico del palazzo pretorio di Certaldo (con 17800 visite nel 2020), la Casa del Boccaccio (17.800), la Villa Medicea di Cerreto Guidi e il museo storico della caccia e del territorio (6900 nel 2020 e 34.800 nel 2019) ed ancora il museo di Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino (con 2900 nel 2020 e 7600 nel 2019), il Museo della ceramica di Montelupo con (1700 visitatori nel 2020 e 9800 nel 2019) ed infine il museo del vetro di Empoli (1100 nel 2020 e 6200 nel 2019), la Gerusalemme di San Vivaldo, cappelle e sacro monte di Montaione (1084 nel 2020 e 5200 nel 2019) il Museo della Collegiata di Sant’Andrea di Empoli (756 nel 2020 e 3200 nel 2019), per poi finire con i musei di Fucecchio e Capraia a Limite. Insomma, sottolinea Gandola, numeri non certo secondari che dovrebbero sollecitare l’ente metropolitano, l’Unione dei Comuni e tutte le amministrazioni comunali dell’empolese a sviluppare un sistema museale integrato, nuove modalità di accoglienza, rafforzare le singole identità dei territori e dare un impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività dei nostri comuni. Per far questo serve avviare subito un dibattito sulle tante questioni ancora oggi aperte per rilanciare davvero dal punto di vista turistico ed infrastrutturale il Comune di Vinci e tutti quelli dell’empolese. In questo caso non si deve partire dall’anno zero ma dal riconoscere i numeri importanti fin qui ottenuti in termini di visitatori, avviando anche riflessioni coraggiose se introdurre o meno un biglietto di ingresso come nel caso della Villa Medicea di Cerreto Guidi per reperire risorse preziose per strutturare nuove proposte e servizi. Scrolliamoci dietro le spalle l’individualismo degli ultimi anni, dunque, convochiamo degli Stati generali della cultura e mettiamoci al lavoro, tutti insieme, per sviluppare nuovi servizi, progetti ed offerte integrate per rafforzare l’idea delle comunità ed il ruolo delle nostre città che tanto possono ancora dare in termini di arte e cultura".

Fonte: Ufficio stampa

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