Oggi al tavolo dell'Unità di crisi, inversione di rotta dei proprietari dell'Ortofrutticola del Mugello: a Bergamo solo una parte della produzione. Richiesto il piano dettagliato per il futuro dello stabilimento
Si è svolto questo pomeriggio il tavolo dell'Unità di crisi per l'Ortofrutticola del Mugello, la fabbrica di marron glacè di Marradi a rischio chiusura per spostamento della produzione a Bergamo. Durante l'incontro la proprietà Italcanditi avrebbe avanzato un'ipotesi di riconversione, assicurando che lo stabilimento non chiuderà. Secondo quanto emerso dal confronto tra Regione, sindacati e azienda, solo le fasi di canditura, glassatura e confezionamento saranno spostate a Pedrengo. A Marradi si attiveranno invece tre linee di produzione incentrate sul prodotto fresco e semilavorato.
Alla riunione hanno preso parte le parti coinvolte: presenti il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il consigliere per le crisi aziendali Valerio Fabiani, le assessore Stefania Saccardi e Alessandra Nardini, il sindaco di Marradi Tommaso Triberti, la Città Metropolitana di Firenze, Cisl, Cgil e le Rsu.
È la prima svolta dall'inizio della vicenda, il 28 dicembre scorso, arrivata oggi sul tavolo istituzionale dove Italcanditi ha illustrato verbalmente gli approfondimenti richiesti dalla Regione su possibili sbocchi commerciali, investimenti sullo stabilimento e tenuta occupazionale. Tutti aspetti che, precisa Valerio Fabiani, ancora debbono essere chiariti: "Pur valutando positivamente la scelta di non chiudere non siamo ancora soddisfatti del progetto industriale, che è stato raccontato per ora solo per sommi capi, e delle sue implicazioni occupazionali. Per questo abbiamo chiesto all'azienda di presentare al tavolo regionale il nuovo piano industriale".
Le istituzioni regionali presenti hanno richiesto "dati e numeri", preannunciando l’avvio di un percorso condiviso con i sindacati e la disponibilità a mettere in campo misure concrete dalla Regione in appoggio a interventi che assicurino il futuro del territorio di Marradi, così peculiare e così avvinto all’azienda che da sempre lavora il suo prodotto più pregiato.
Già nelle prossime ore l’azienda dovrà comunicare i tempi per affrontare 'carte alla mano' le soluzioni per assicurare produzione e futuro nel Mugello, preservando al massimo l'occupazione sia stabile che stagionale.
L'inversione di rotta della proprietà ha provocato commenti positivi e allo stesso tempo preoccupati sul futuro della fabbrica, da parte dei sindacati, che si uniscono alla richiesta di "progetti dettagliati".
Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato, ha detto di accogliere con favore l’annuncio dell’azienda di non voler procedere alla chiusura dello stabilimento ma ha espresso forti preoccupazioni su cosa succederà nell’imminente futuro, visto che la produzione di marron glacés verrà comunque trasferita a Bergamo e produrrà una riduzione consistente degli attuali occupati e con una riduzione della stagionalità: "Se non viene mantenuto il livello occupazionale – spiega Franchi – siamo perplessi rispetto alla novità di un accordo commerciale con il vecchio proprietario e ai tre nuovi prodotti proposti dall’azienda, oltre al fatto che chiediamo il piano industriale e relativi investimenti di ammodernamento che sono stati presentati oggi". Andrea Piccini, della Fai Cisl Firenze-Prato ha sottolineato con forza la necessità di continuare ad investire sul territorio di Marradi: "Vogliamo un progetto dettagliato e vogliamo che la produzione di qualità dello stabilimento abbia una progettualità che tende al futuro e non all’imminente".
"Procediamo con cautela e con un’analisi dettagliata del progetto – conclude Franchi -. Continueremo a stare al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ortofrutticola e delle istituzioni e viglieremo perché niente sia portato altrove, né macchinari, né personale, né dipendenti; Ortofrutticola non è solo una fabbrica è Marradi".
Sulla stella linea la Flai Cgil che, nonostante la posizione rivista dall'azienda, chiede rassicurazioni sul futuro del sito mentre già da domani sarà valutato il mantenimento del presidio.
"Riteniamo comunque che le informazioni oggi date dall'azienda al tavolo siano insufficienti per valutare il piano proposto rispetto al mantenimento del presidio alla “fabbrica dei marroni” Marradi. Quindi valuteremo domani con l'assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori il mantenimento del presidio permanente, che noi riteniamo necessario fino a che non avremo le rassicurazioni e il piano industriale dettagliato rispetto al futuro del sito Marradese. Il piano industriale dovrà essere particolarmente convincente - concludono da Flai Cgil - essendo trascorsi nemmeno 18 mesi dall'acquisizione di Ortofrutticola".
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