Lina Wertmüller, è morta la regina del cinema italiano. Il ricordo della Toscana

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È morta a 93 anni la regista premio Oscar alla carriera Lina Wertmüller, tra le più famose del cinema italiano. La notizia è stata confermata quest'oggi. Tra i film più famosi Pasqualino Settebellezze, candidato all'Oscar per la miglior regia, prima donna della storia, e poi tante commedie e drammi, dai nomi lunghissimi e inconfondibili come Mimì metallurgico ferito nell’onore e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto. La sua ultima pellicola è stata Peperoni ripieni e pesci in faccia del 2004.

La Toscana ricorda Lina Wertmüller per due iniziative degli ultimi anni. Le Chiavi della città di Firenze nel 2018. Wertmüller venne definita nelle motivazioni del conferimento “artista geniale, ironica, sempre originale, per tutto quello che ha dato al mondo del cinema e della cultura, in 90 anni di graffiante talento, in una carriera lunghissima (come i suoi celebri titoli-racconto), cominciata al fianco di Federico Fellini e vissuta sin qui con l’energia di una giovane e brillante donna di cinema e teatro al servizio della libertà e dell’immaginazione”. Anche nel 2020 venne omaggiata a Firenze con la mostra Superwomen.

Nel 2015 invece fu ospite di Arezzo per il Passioni Festival. Propose lo spettacolo “Un'allegra fin de siècle”: un viaggio grottesco attraverso le contraddizioni del secolo scorso. Un bagno d'orrore e novità, tra progresso e guerre mondiali. Un'occasione per celebrare una ricorrenza particolarmente significativa come il 70esimo anniversario della Liberazione. Venne definito all'epoca "una passeggiata di musica e parole, che toccherà la tragedia delle Torri Gemelle, Marlene Dietrich e Rita Hayworth".


Associazione Teatrale Pistoiese, il ricordo delle collaborazioni con Wertmüller

Foto della scena dello spettacolo "La vedova scaltra" di Goldoni prodotto dall'Associazione Teatrale Pistoiese nel 2007, con la regia di Lina Wertmüller e le scene e costumi, firmate dal marito Enrico Job

“L’Associazione Teatrale Pistoiese e il Teatro Manzoni si associano al lutto che ha colpito oggi il mondo dello spettacolo italiano: la scomparsa di Lina Wertmüller, grande regista e protagonista del nostro cinema, di recente insignita del Premio Oscar alla carriera.

Nella sua lunga carriera, la regista si è di rado misurata con il Teatro, ma in più occasioni le strade della Wertmüller e dell’Atp si sono in vario modo intrecciate.

La prima volta, nel 1994, avrebbe dovuto debuttare, infatti, al Manzoni di Pistoia, dopo alcuni giorni di permanenza in città per le prove, con il suo testo “L’esibizionista”, protagonisti il compianto Luca De Filippo e Athina Cenci: un incidente occorso in scena a Giuliana Calandra fece saltare la prima pistoiese del lavoro. Meglio andò l’anno successivo, al Teatro Pacini di Pescia, quando allestì il debutto di “Gianni Ginetta e gli altri”, ‘piccolo musical da camera’ da lei scritto per Amanda Sandrelli e per il nipote Massimo Wertmüller.

Al Manzoni tornò nel 2002 un suo spettacolo (la versione teatrale di “Storia d’amore e d’anarchia” con Elio e Giuliana De Sio, nei ruoli ricoperti al cinema da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato) ma la regista non era presente.

È stato poi nel 2007 che – su intuizione di Raffaella Azim, protagonista e coproduttrice de “La vedova scaltra”, produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese – Lina Wertmüller fu chiamata a lavorare a Pistoia per circa 40 giorni alla regia dello spettacolo, coadiuvata dal marito Enrico Job per scene e costumi: ci ricordiamo ancora l’enorme letto bianco della vedova Rosaura, fulcro della regia dello spettacolo (che debuttò poi a metà Luglio alla Biennale del Teatro di Venezia, nell’ambito delle celebrazioni goldoniane) e il tono “champagnino” che chiedeva alla recitazione degli attori.” Così Saverio Barsanti, Direttore artistico Associazione Teatrale Pistoiese.

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