La cultura a Empoli piange uno dei suoi nomi più noti. Se ne è andato prematuramente, a 64 anni, Walfredo Siemoni, storico dell'arte e personaggio di spicco per quanto riguarda la valorizzazione culturale del territorio. È scomparso in ospedale a Empoli nella serata di giovedì 2 dicembre, lasciando esterrefatti colleghi e amici, specie sui social network. Lascia la moglie Viorica e i figli Giulio e Sofia. Il funerale si terrà nella Collegiata di Sant’Andrea domani pomeriggio, sabato 4 dicembre, alle 15.
Siemoni, empolese doc anche se nato a Portoferraio, non era solo uno storico dell'arte. Era anche insegnante - aveva lavorato per anni al Gramsci-Keynes di Prato - e, tra i molti impegni, pure membro del Bullettino storico empolese e ispettore onorario della Soprintendenza fiorentina. Aveva partecipato a molti eventi per far scoprire e riscoprire le bellezze e l'arte di Empoli. Aveva in mente un lavoro sulla Collegiata di Empoli, ma negli anni scorsi si era impegnato nel dare lustro a altre zone della città come il Cenacolo degli Agostiniani, di cui parlò in un famoso volume.
"Una perdita di uno studioso importante per la città di Empoli, per gli studi di storia dell'arte, per la valorizzazione del nostro patrimonio" scrivono su Facebook altri due nomi noti della cultura empolese come Mauro Guerrini e Leonardo Giovanni Terreni.
Il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, stringendosi al dolore dei familiari e dei parenti vicini, tiene a "ringraziare il professor Walfredo Siemoni per l’amore per la città di Empoli e per tutte le sue ricchezze artistiche e storico-culturali che lui ha saputo valorizzare prima di tutto grazie allo studio e all’approfondimento e poi, ancora di più, grazie alla sua opera divulgativa che ha permesso una fruizione collettiva dei nostri beni più preziosi".
"Ogni storico dell’arte che si è avvicinato allo studio dei nostri tesori non ha potuto fare a meno di imbattersi in Valfredo, nei suoi studi pionieristici e in lui, sempre curioso e attento a ogni novità. Molti di noi, gli empolesi soprattutto, - ricorda Cristina Gelli, direttrice dei Musei di Empoli – hanno avuto sempre un serrato confronto con lui, fatto di scambi, spesso anche vivaci, laddove le opinioni non erano concordi. Finiva spesso che ognuno rimaneva sulla sua posizione, ma dopo un dialogo sempre costruttivo. Personalmente perdo un amico, sentito l’ultima volta a fine estate quando, con il solito entusiasmo, mi ha parlato della sua ultima fatica, la riedizione di tutti i suoi studi, palestra per ognuno di noi, che stava rivedendo e arricchendo di novità emerse nella ricerca d’archivio. Mi mancherà il suo spirito, la sua vena polemica, la sua passione per la nostra città".
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