Oggi, 24 novembre 2021, in piazza Di Vittorio a Gambassi Terme si è consumato l’atto doloroso, offensivo e urbanisticamente più spregiudicato che la cittadinanza abbia sofferto da decenni a questa parte: l’ex teatro, monumento alla memoria dei caduti della prima guerra mondiale è stato abbattuto.
A nulla sono valsi gli appelli del Comitato «Salviamo il Teatro di Gambassi», sottoscritti da centinaia di cittadini, che non volevano cancellare quel lato della piazza così carico di memoria e simbolo di aggregazione sociale, monumento centenario e icona insostituibile della storia collettiva e comunitaria dei gambassini.
Il sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali, il partito di maggioranza, il PD, nonostante solleciti, interrogazioni, richieste di dialogo e di confronto non hanno mai risposto alla nostra domanda: dite il motivo perché le nostre osservazioni (rispetto della memoria, mantenimento di una cornice che dà il quadro autentico di una storia lunga un secolo) sono sbagliate, fuori luogo, inconcepibili rispetto al progetto di edificazione ex-nuovo di una struttura moderna in Piazza Di Vittorio.
La domanda non è mai stata evasa a dovere, nessuno ha cercato di giustificare con cognizione di causa che la scelta del sindaco e della sua amministrazione era migliore del restauro conservativo almeno della facciata. La responsabilità, il sentirsi responsabili, farsi carico delle decisioni rappresenta l’aspetto qualitativo ed etico di ogni potere. Il potere, quello positivo, quando le cose non vanno come vorrebbe chi lo gestisce, non cerca scuse, non cerca scorciatoie arroganti, non diventa un esperto di alibi, ma risponde ai cittadini che chiedono verità, ascolto, confronto, e soprattutto si fa carico delle questioni in gioco e cambia e risolve.
Il possesso di una posizione di potere che non viene usata per aumentare il tasso di soddisfazione dei cittadini verso la propria amministrazione è prepotenza o ottusità. L’amministrazione comunale di Gambassi Terme ha certamente il potere legittimo di emanare disposizioni come quella che si è consumata stamattina, ha il diritto di decidere e di agire.
Il Comitato 'Salviamo il Teatro di Gambassi' denuncia però la prepotenza con cui il sindaco ha di fatto riscritto la compatibilità fra la sua amministrazione e i concittadini in termini di democrazia, convivenza civile,
dialogo. Il Comitato ricorda al sindaco che per essere autorevoli ci vogliono doti morali in grado di generare rispetto e stima nelle persone, nei cittadini, nel popolo che ti ha eletto ‘autorità’.
Il Comitato annuncia che la battaglia non è del tutto persa e che continuerà a manifestare la sua opposizione per la ricostruzione dell’edificio «polifunzionale» prevista, ricorrendo anche a un referendum consultivo, se, ancora una volta, l’Amministrazione comunale non metterà i bastoni fra le ruote a questo strumento di democrazia, che anche il Difensore Civico regionale ci ha riconosciuto come un diritto.
Fonte: Comitato Salviamo il Teatro di Gambassi Terme
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