Keu, ex assessori a Montopoli rivendicano le richieste mai prese in considerazione sull'ufficio Arpat di San Romano

Vicenda Keu, riceviamo e riportiamo le parole di due ex assessori come Giuseppe Novino e Maria Vanni, quest'ultima anche consigliere comunale. I due ripercorrono la storia del rilevamento delle maleodoranze e del livello di inquinamento causato dai rifiuti conciari dopo la depurazione in Arno.

"La allora USL 17 aveva dato vita ad una prima esperienza di prevenzione ambientale con la realizzazione di un Centro di Telerilevamento in continuo delle Emissioni in atmosfera degli Impianti di Depurazione della zona del Cuoio, Esperienza innovativa e rivoluzionaria per l’epoca. L'esperienza viene interrotta nel 1989 prendendo a pretesto i lavori di ampliamento e ristrutturazione degli impianti di depurazione

Ma nel 1996 con la nascita dell’Arpat sotto la forte spinta dei Comitati antinquinamento, di alcune forze politiche locali e tramite l’accordo (concertazione) fra alcune Amministrazioni comunali di San Miniato e Montopoli si ricrearono le condizioni favorevoli per la riattivazione del nuovo centro di Telerilevamento che con sede in San Romano si occuperà quindi di Prevenzione dell’Inquinamento Atmosferico".

"[...] Nell'ottobre 2006 era così apprezzata l’esperienza del Centro che viene firmato un accordo tra la direzione generale di Arpat, il Dipartimento provinciale Arpat, la Provincia di Pisa e i comuni del Comprensorio per il potenziamento dei controlli nel comprensorio e il riconoscimento del Telerilevamento come Centro ad Eccellenza Regionale da prendere ad esempio ipotizzando il possibile inserimento e monitoraggio di altre importanti attività operanti sul territorio regionale che avevano problematiche analoghe. Si cominciano ad avvertire, non casualmente, però anche pressioni contrarie

Inizia un lungo dibattito sulla utilità di una struttura forte locale e purtroppo tutto questo porta attorno al 2010-2011 alla chiusura del Servizio Locale a San Romano da allora, solo sede di appoggio per gli operatori che nel frattempo passano da 8-10 operatori a solo 2, senza più disporre di specialisti e per di più senza quegli strumenti che avevano consentito di fare prevenzione rappresentando ,in questo senso, solo fumo negli occhi .E’ stato un gravissimo errore dal punto di vista politico oltre che tecnicamente ingiustificato

Si ha la sensazione che ci sia un momento di declino dalle attenzioni verso la tutela e il rispetto dell’ambiente e della salute, tanto che a Montopoli all’assessore all’ambiente che faceva notare certe incongruenze viene tolta la delega (Novino, NdR) e nasce il gruppo misto così da continuare a porre l’attenzione sulle questioni ambientali , sui controlli e sullo smantellamento del dipartimento Arpat di San Romano. In questo periodo su Montopoli viene portata l’attenzione anche sullo spargimento in notturna di ammendante in diversi campi e vengono richiesti controlli e rassicurazioni.

Tutto ciò probabilmente non può essere accaduto senza il consenso della Provincia di Pisa, della direzione di Arpat, del Dipartimento ARPAT di Pisa, dei Comuni del Comprensorio in particolare S.Croce e Montopoli V/A. che di fatto si contraddicono rispetto a precedenti decisioni.

È singolare che l’allora assessore all’Ambiente, attuale Sindaco di Santa Croce sull'Arno, sicuramente mal consigliato, abbia condiviso questo passaggio che ha avuto come conseguenza probabilmente una diversa modalità dei controlli in qualità e quantità, venendo meno in particolare quelli in continuo strategici sui maggiori impianti. È singolare che anche l’allora Responsabile del Dipartimento dell’ARPAT che a quanto pare non ha fatto nulla per evitarne la chiusura (o non gli era permesso?)  e che, continuando a ricoprire incarichi importanti e strategici, ora nuovamente Direttore Tecnico, invece prenda le distanze da una scelta politica e tecnica che ha costituito sicuramente la premessa perché i soggetti da controllare si siano sentiti più liberi di agire.

Dubitiamo del fatto che i due operatori rimasti a San Romano, che eseguono compiti loro assegnati dai dirigenti del Dipartimento, abbiano favorito reati ambientali. Basti pensare che le date dei controlli programmati agli scarichi idrici erano un segreto di “Pulcinella”, in quanto tutti, compreso quindi anche i gestori degli Impianti di Depurazione, erano in grado di prevedere con largo anticipo la data del controllo la cui periodicità (quindicinale) era stabilita peraltro da una Legge della Regione Toscana.

Ma il fatto ancora più strano è che venga dato molto risalto da parte dei mezzi di informazione, ad un presunto inquinamento idrico ipotizzando un collegamento dello stesso con il KEU che non ha alcun senso, in ragione del fatto che il reato contestato dalla Magistratura è per lo smaltimento illecito di rifiuti. Questo rischia di essere fuorviante per l’opinione pubblica che può pensare che ci sia la volontà di nascondere chissà cosa. Noi abbiamo la massima fiducia nella Magistratura che deve continuare ad indagare ma ci domandiamo perché la Direzione di Arpat e il Dipartimento provinciale di Pisa non si sono sentiti ancora il dovere di fare chiarezza assumendosi le proprie responsabilità.

E non c’è niente di male ad ammettere che forse anche, per carenza di organico e di organizzazione, si sono dimenticati, in questi ultimi 10 anni di fare frequentemente i “controlli a sorpresa” anche e sopratutto sui rifiuti in uscita dal comprensorio del Cuoio, attività di competenza del Dipartimento Provinciale.[...]

In merito a ciò ci rivolgiamo anche al Sindaco del Comune di Montopoli per ricordare che dato che nel passato con interrogazioni (dal 2011 al 2013 circa) e segnalazioni è stato da noi messo in evidenza che nel territorio di Montopoli si è assistito alla distribuzione di materiale anomalo. Forse sarebbe opportuno che il Sindaco in maniera preventiva chiedesse un controllo e una verifica per tutelare e togliere così ogni dubbio ai nostri concittadini.

Infine abbiamo la sensazione che la questione ambientale e quella, in particolare della Politica Provinciale inerente alla Gestione dei Rifiuti e delle discariche in qualche modo sia direttamente e indirettamente collegata alle vicende attuali.

E’ evidente che dobbiamo ripartire condividendo tra tutte le parti sociali l’obiettivo della tutela della salute attraverso una maggiore tutela del territorio ed è naturale che debbano essere potenziati i controlli ambientali in generale su tutto il territorio della Regione ma in particolare nell’area del Cuoio rivedendo l’organizzazione, riportando nel comprensorio una vera Struttura di controllo come era fino al 2011

E se vogliamo aprire veramente una nuova fase, occorrerà rinnovare anche la dirigenza con riferimento anche a coloro che hanno prima condiviso scelte di depotenziamento ,inopportune,e poi gestito la riorganizzazione, auspicando ora una maggiore puntualità nei controlli.

Giuseppe Novino e Maria Vanni

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