Un particolare hub di moda vintage nel Centro Giovani La Stazione, aperto da volontarie: ecco di che cosa si tratta, lo spiegano le ragazze che mandano avanti il progetto
Come si uniscono inclusione, imprenditoria femminile, riciclo e moda etica? La risposta arriva dal Centro Giovani La Stazione di San Miniato: con La Gare du Vintage 2.0. Nata anni addietro ma lasciata ai box, l'idea è stata ripresa e rispolverata da una decina di volontarie, tutte della zona e tutte tra i 23 e i 31 anni. Sabato 20 novembre con ModaAmmodo avverrà l'inaugurazione ufficiale della nuova vita de La Gare du Vintage, il piano è quello di puntare in grande, sempre con in testa l'idea che una moda diversa è possibile e realizzabile.
"L'iniziativa è nata parlando con amiche che poi in questo progetto sono divenute colleghe. Avevamo trovato vestiti usati e vintage da rimettere sul mercato, il resto è venuto da sé" afferma una delle coordinatrici, Giulia Boldrini. C'è anche qualcosa in più: "È venuta fuori una riflessione su consumo critico e moda etica. Possiamo dire che il nostro è un progetto di comunicazione." In che senso? Ancora Boldrini: "Qui si trova uno spazio inclusivo perché non è solo fatto di abiti ma di progetti e collaborazioni. Una, per esempio, è con Bazin, laboratorio di inclusione lavorativa di Santa Croce sull'Arno. La Gare du Vintage 2.0 vuol essere un hub in cui diamo voce a progetti di inclusione, piccola imprenditoria femminile e non, empowerment femminile."
A LGDV 2.0 si trovano abiti da uomo e da donna vintage, di second hand. Si può acquistare solo se soci de La Stazione, la tessera è annuale e costa tre euro. Riallacciare i rapporti coi canali che riforniscono di vestiti non è stato difficile, continua Boldrini: "Molti abiti donati erano rimasti inutilizzati durante il Covid, quindi tutti quelli che abbiamo qua vengono maggiormente da donazioni. Abbiamo un canale con Mani Tese e varie collaborazioni da attivare soprattutto riguardo il riciclo creativo".
Se qualcuno, però, vuole contribuire può seguire il consiglio della volontaria Anna Trentin: "Chi tantissimi abiti che non indossa più, può portarli da noi e valuteremo cosa mettere. Il nostro guardaroba per la maggior parte proviene dalla moda dei grandi negozi conosciuti, ma anche dall'armadio della nonna. Si possono trovare camicette e giacche più antiche e pezzi vintage".
Proprio qua sta il vulnus del progetto, nella volontà di promuovere un diverso modo di fare moda, più critico e etico. La coordinatrice Marta Baggiani aggiunge: "LGDV nacque per recupero e ricilo, oltre a tecniche di upcycling e ricamo per recuperare i vecchi vestiti. L'idea è sempre quella di ridurre gli acquisti e renderli consapevoli. Chi viene da noi sa che l'acquisto è etico". L'acquisto da solo non basta, prosegue Baggiani: "Vogliamo parlare con le persone, includerle nelle attività o anche solo far seguire loro i social [Instagram e Facebook, ndr] per le nostre campagne di sensibilizzazione. I grandi marchi spesso non sono trasparenti, il nostro progetto punta a far capire come, dove e chi produce un capo".
L'inclusione è di casa nel vero senso della parola. Tra le volontarie si trovano alcune giovani ospiti di un centro di accoglienza della zona, per le quali Baggiani spera in "ulteriori progetti assieme e più strutturati in futuro". A proposito di futuro, sul calendario non c'è solo ModaAmmodo del 20 novembre. Il 27 novembre, sempre a San Miniato, LGDV 2.0 prenderà parte a un evento col Centro Antiviolenza Frida all'interno della settimana contro la violenza sulle donne.
Intanto le volontarie sono già al lavoro e Michele Baldini, presidente de La Stazione, conferma: "C'è emozione per questo ritorno, anche un po' di ansia". Il centro giovani non si ferma, conclude Baldini: "La Stazione ha resistito e rilancia. C'è stato un cambio generazionale notevole, ci sono giovani e un supporto dal Comune. Noi ci siamo, siamo riconoscibili e utilizzabili. Continuiamo anche altre attività, come il corso di musica con i ragazzi del Centro Diurno La Badia o il progetto Terra con l'istituto Fermi di Pontedera per la partecipazione giovanile. Continuano consulenza e supporto alle realtà formali e informali che vogliono fare mobilità Erasmus e creare qualcosa che abbia valore per la comunità".
G.L.
Notizie correlate
Tutte le notizie di San Miniato
<< Indietro