Dalle prime ore di oggi, le Squadre Mobili della polizia di Reggio Calabria, Milano, Firenze e Livorno, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, hanno eseguito oltre 100 misure cautelari e precautelari emesse dalle Procure Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria, Milano e Firenze, a conclusione di articolate indagini che hanno riguardato esponenti della 'ndrangheta operanti in stretto accordo in diverse parti del territorio nazionale.
Le attività investigative, nell’ambito delle quali è stata sequestrata quasi una tonnellata di cocaina importata dal Sudamerca, hanno riguardato soggetti di origine calabrese provenienti dalla Piana di Gioia Tauro, presunti appartenenti alla cosca Molè, attivi anche in Lombardia e in Toscana, e con ramificazioni internazionali.
I reati contestati sono associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione.
Il filone milanese delle indagini è stato condotto congiuntamente dalla Polizia di Stato e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Como.
I dettagli dell'operazione: 14 misure cautelari e 452 kg di cocaina sequestrata in Toscana
La polizia fiorentina e livornese ha eseguito arresti internazionali e ordini di custodia cautelare per 14 persone (13 arresti e un obbligo di dimora a Livorno), in Italia e in Svizzera. L'organizzazione era finalizzata al traffico internazionale di cocaina nonché alla fabbricazione e all’utilizzo di falsi documenti d’identità. Sono state denunciate altre 8 persone per il reato di favoreggiamento personale.
Tutto ha inizio nei primi mesi del 2019 quando gli investigatori della Squadra Mobile di Firenze e di Livorno hanno svolto mirati servizi di osservazione e pedinamento nella città di Livorno per accertare la presenza fisica di alcuni esponenti di vertice di 'ndrine calabresi e i loro incontri con persone collegate, a vario titolo, con quel porto cittadino.
Infatti, alcuni precedenti sequestri di droga eseguiti dalle Forze di Polizia nel porto calabrese di Gioia Tauro avevano indotto alcune cosche a reindirizzare i loro traffici illeciti verso altre destinazioni, tra cui i porti di Livorno e Vado Ligure (SV).
È stato ricostruito l'organigramma, sono stati chiariti ruoli e funzioni dei diversi compartecipi di una struttura criminale, con ramificazioni e contatti anche all’estero.
La cocaina arrivava dal Sud America con la collaborazione tra due importanti broker calabresi con complici e gruppi più o meno stabili.
L’organizzazione poteva contare su aderenti stanziati sia in Olanda che in Sud America. I primi contatti per far arrivare la droga a Livorno avvengono a marzo 2019. Nell'agosto dello stesso anno c'è un tentativo fallito di recupero di stupefacente da un container contenente crostacei. A novembre 2019 arrivano 430 kg di cocaina, sequestrati dalla Squadre Mobili di Firenze e Livorno al gruppo criminale.
Oltre a membri delle due cosche calabresi partecipavano al traffico anche dipendenti di una compagnia portuale livornese, coinvolti nelle attività preparatorie quanto nelle operazioni materiali all’interno dell’area portuale, assieme ad alcuni livornesi che supportavano logisticamente l’attività criminale e un uomo che fungeva da 'broker', con compiti di raccordo tra esponenti delle n'drine e gli altri complici in ambito nazionale e internazionale.
L’organizzazione criminale, inoltre, si sarebebbe anche avvalsa del supporto di un dipendente infedele dell’Amministrazione Civile del Ministero dell’Interno per ottenere il rilascio di passaporti con le foto di alcuni latitanti e le generalità diverse per favorire gli spostamenti, in ambito internazionale, dei ricercati.
Nel dettaglio, trascorsi due mesi dall’infruttuoso esperimento di agosto 2019, la sera del 3 novembre successivo si sono susseguiti una serie di inaspettati eventi, iniziati con l’arrivo a Livorno, in tempi differenti, degli appartenenti all’associazione criminale.
L'operazione di novembre 2019 e la droga scoperta
La mattina del 7 novembre 2019 alcuni appartenenti al grippo criminale si posizionavano davanti all’uscita del varco doganale dell’area portuale Darsena Est in attesa dell’arrivo del carico e dell’occasione propizia per il suo prelievo. Scoperto il numero del container, gli investigatori decidevano di procedere al suo controllo avvalendosi dell’ausilio del personale dell’Agenzia delle Dogane in servizio al porto di Livorno e di un equipaggio della Polizia di Frontiera marittima. Il container individuato risultava contenere 18 colli composti da pannelli di legno delle dimensioni di circa 2 metri.
L’ispezione permetteva inizialmente di scovare un quantitativo parziale del carico di droga complessivamente trasportato: veniva individuato un vano, ricavato all’interno di uno dei 18 colli, al cui interno si trovavano stipati 266 panetti di cocaina tutti contrassegnati dal marchio H, del valore stimato di circa 15 milioni di euro, e, all’interno di un ulteriore collo di legname, un altro vano di dimensioni minori rispetto al precedente, contenente altri 164 panetti, contrassegnati anch’essi dal marchio H, per un totale di 430 kg di cocaina.
In un’altra occasione, nel gennaio del 2020, sono stati sequestrati 22 kg di sostanza stupefacente del tipo cocaina, prelevati dal “broker” al porto di Vado Ligure (SV) e rinvenuti all’interno dell’abitazione e dell’autovettura in uso al trafficante arrestato.
In totale, l’operazione ha consentito di sequestrare 452 kg di cocaina.
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