Bambino di 4 anni rimane sul bus, assolta accompagnatrice a Santa Croce

L'interno di un bus (foto di archivio)

A un giorno di distanza dalla notizia del ritrovamento al deposito di una bambina di 5 anni sullo scuolabus, perché si era addormentata e non era stata svegliata alla fermata della sua scuola a Montopoli, arriva una sentenza del tribunale di Pisa in merito a un fatto analogo che era accaduto due anni fa a Santa Croce sull'Arno.

Il 10 settembre 2019 era terminata una gita per dei centri estivi organizzata in un maneggio di Castelfranco di Sotto. A bordo oltre ai piccoli era presente l'autista, la vice presidente dell'associazione che organizzava i campi e un volontario. Al ritorno i bambini erano stati fatti scendere, la vice presidente Giada Ciancaglini aveva chiesto al volontario che fossero tutti scesi. Alla risposta affermativa l'autista è ripartito per portare il bus al deposito. Una volta arrivato alla rimessa a San Miniato, il piccolo dopo qualche tempo si è svegliato e si è ritrovato da solo.

Sono stati chiamati poi i soccorsi una volta che all'interno del deposito è stato trovato il piccolo. La famiglia ha potuto riabbracciare il piccolo ma da allora è partita una denuncia penale per abbandono di minori. Le indagini si sono chiuse il 4 giugno 2020 e si è arrivati a un processo con rito abbreviato.

Al banco degli imputati Ciancaglini, difesa dagli avvocati Luca Chiti e Antonio D'Orzi. Il volontario non è stato oggetto di denuncia per disabilità accertate, la responsabilità era stata additata secondo l'accusa solo alla vice presidente. Il pm Sisto Restuccia aveva chiesto una condanna a un anno e 4 mesi oltre al risarcimento del danno, per il quale la famiglia si era costituita parte civile. Il giudice Pietro Murano ha deciso per l'assoluzione per "non aver commesso il fatto", prendendosi 30 giorni per depositare la motivazione della sentenza.

L'avvocato Chiti ha commentato: "La mia assistita ha fatto quel che era nelle sue possibilità, l'autista del pullman avrebbe dovuto sincerarsi prima del ritorno al deposito che non ci fossero oggetti o persone rimaste. Si tratta di una superficialità ma dare la responsabilità penale era troppo secondo noi. Quel che più ci conforta è che il bimbo non abbia riportato ferite né deficit rilevati". Tra le ipotesi per Ciancaglini c'era anche il patteggiamento, ma la difesa ha ritenuto di andare a processo perché potevano esserci elementi per l'assoluzione, come poi è avvenuto.

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