Ad una settimana dalla commemorazione dei defunti sono già andate esaurite le produzioni toscane di fiori recisi e in vaso.
Una produzione che, rispetto al periodo pre-Covid, ha subito una flessione del 20 per cento, considerando le aziende florovivaistiche che hanno cessato l’attività e la minore produzione dovuta ai timori ed incertezze di mercato, visto che le semine si sono svolte nel mese di giugno.
Sono diminuite (-10%) anche le importazioni, sempre per le incertezze legate al momento Covid, ma anche per i costi di produzione di trasporti dovuti al caro-gasolio. Crescono i prezzi dei fiori recisi (+15%) – su tutti i crisantemi a mazzo -, stabili i fiori in vaso. E’ questa in sintesi l’analisi della Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro, alla vigilia del 2 Novembre, uno dei periodi più importanti per il mercato floricolo toscano. La Cia Toscana Centro nella zona di Pescia conta circa 130 aziende agricole impegnate nella produzione dei fiori, che conferiscono al Mercato dei fiori della Toscana (Mefit) di Pescia. Il mercato di riferimento per i crisantemi pesciatini è perlopiù quello locale toscano e di alcune regioni del Nord Italia, quasi assente l’export.
“Così come in estate, grazie alla ripartenza delle cerimonie, come matrimoni o battesimi – sottolinea il presidente di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini – anche in autunno, periodo decisivo per tante nostre aziende che conferiscono al Mercato dei fiori di Pescia o che fanno vendita diretta, il momento è decisamente positivo. L’offerta è, in questo momento, però minore della domanda, anche a causa dei maggiori costi di produzione che le aziende sono costrette a sostenere, in primis l’aumento del prezzo del gasolio”.
I prezzi al produttore sono in aumento: la crisantemina, ad esempio, costava 10 euro a pacco (nel pre-Covid) ora 12 euro, la gipsofila costava 12 euro al kg (2019) adesso 17 euro (2021). I fiori prodotti in Toscana sono quindi già terminati, da due settimane circa sono stati distribuiti ai commercianti. Mediamente stabili i prezzi dei fiori in vaso, in particolare per i vasi di piccole dimensioni non ci sono stati aumenti.
“Mercato in salute – aggiunge Francesco Bini, di Cia Toscana Centro - ma che è alla ricerca di un ricambio generazionale. Il settore deve rinnovarsi in persone, ma anche in strutture e tecnologie, perché il lavoro e le prospettive ci sono, senza dubbio, anche per una maggiore attenzione al verde della popolazione aumentata con il periodo Covid”.
In Toscana si coltivano fiori e piante in 6.500 ettari di superficie (lo 0,90% della Sau regionale), ma il settore vale un terzo del fatturato (900 milioni di euro) dell’agricoltura toscana. Con oltre 3.300 imprese florovivaistiche (di cui 2.060 vivaistiche e 1.900 floricole, molte lo sono entrambi), con una grande incidenza su occupazione ed economia indotta, oltre ad una forte vocazione, in tempi normali, all’export.
Fonte: Ufficio Stampa
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